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Finita la sosta invernale, per la SPAL di mister Leonardo Semplici è tempo di accendere di nuovo i motori perché dopo la sconfitta interna con la Lazio incassata nel pomeriggio dell’Epifania è necessario muovere la classifica in chiave salvezza. I biancazzurri domenica pomeriggio saranno di scena alla “Dacia Arena”, ospiti dell’Udinese allenata da Massimo Oddo. Subentrato a Gigi Delneri, l’ex campione del mondo ha trascinato – con cinque vittorie consecutive – i bianconeri fuori dalla lotta retrocessione fino alle porte dell’Europa. Seppur rinfrancati nell’animo dagli acquisti del mercato di riparazione, gli estensi sono chiamati alla difficile impresa di fare punti a Udine. Come di consueto, abbiamo intervistato un collega, Stefano Pontoni di TuttoUdinese.it, per farci un’idea sullo stato di forma della truppa di Oddo.

Stefano, ad agosto parlavamo del malumore dei tifosi per un inizio difficile dell’Udinese e per un mercato che stentava a decollare. Adesso i bianconeri di Oddo volano sulle ali dell’entusiasmo. Cosa è cambiato?
“In effetti sembra incredibile questa situazione, ma da quando è arrivato Oddo la classifica dell’Udinese è stata ribaltata come un calzino: a dicembre si parlava della sfida dello ‘Scida’ con il Crotone come di uno scontro salvezza, e poco più di un mese dopo si sogna l’Europa. Nelle prossime partite i bianconeri possono fare il definitivo salto di qualità perché hanno l’occasione di gettare le basi per un fine campionato straordinario. Merito di Oddo, senza alcun dubbio, che ha ridato entusiasmo e motivazioni all’ambiente e ha messo i giocatori nel posto giusto, trovando finalmente un equilibrio tecnico-tattico alla squadra. Dispiace per Delneri, soprattutto come persona, ma la scossa serviva. Ora con l’ex Pescara in panchina l’Udinese può giocare un torneo diverso”.

Secondo te cosa ha sbagliato Delneri nella sua gestione?
“Per quanto le questioni prettamente tattiche, credo che Delneri sia stato un po’ troppo integralista: si è fissato con il 4-4-2 nonostante fosse lampante non avesse gli uomini adatti a giocarlo, perché in estate non sono arrivati gli elementi che il tecnico friulano si aspettava. Non è riuscito a capire che nei ruoli chiave c’erano delle lacune evidenti: di terzini ed esterni puri di centrocampo neanche l’ombra, così come di due centrocampisti che riuscissero a giocare a due in mezzo. L’Udinese è disegnata per giocare con una difesa a tre. Ma i problemi erano anche altri, come hanno confermato le parole di Thereau rilasciate in un’ intervista in settimana: Delneri non godeva della fiducia dello spogliatoio e per questo la squadra non lo seguiva più di tanto. Mi fa specie questa cosa, perché è una persona di grandi valori, ma probabilmente la sua filosofia non ha fatto presa sui giocatori stranieri che fanno fatica a volte a calarsi a pieno nella realtà in cui si trovano. Oddo, invece, è un profilo più internazionale: parla due lingue oltre l’italiano, inglese e tedesco, e ha sempre giocato con atleti di caratura mondiale. Per Delneri, quindi, credo sia diventato un ostacolo trovarsi catapultato in una realtà multietnica come quella dell’Udinese”.

Ci si ritrova di nuovo in periodo di calciomercato: la SPAL ha puntellato la rosa acquistando profili di spessore, mentre la società di Pozzo è riuscita a trattenere i suoi pezzi da 90. Sono stati questi i colpi della dirigenza friulana?
“Nella gara di andata la SPAL mi ha fatto una buonissima impressione. Ha rinforzato una rosa già molto competitiva a mio avviso, tenendo diversi giocatori futuribili. Uno su tutti: Lazzari. Altri giocatori, invece, hanno reso meno di quanto ci si aspettasse a inizio a campionato, per questo credo che Vagnati sia intervenuto molto in questo mercato di riparazione per centrare l’obiettivo salvezza, ampiamente alla portata della società estense. Kurtic è un grande giocatore, ma anche gli altri sono buoni. Però per salvarsi non è importante collezionare figurine, ma non perdere l’identità di squadra. Capitolo Udinese: venderli adesso non avrebbe avuto molto senso, con una qualificazione in Europa a fine stagione possono valere anche il doppio”.

Hai nominato Lazzari, è ancora un pallino dell’Udinese?
“E’ un giocatore che gli addetti ai lavori bianconeri seguono da un paio di stagioni, infatti non a caso si era parlato di un interessamento già l’anno scorso. Di esterni italiani così ce ne sono pochi, questo fa di lui un profilo interessantissimo. D’altronde credo che Lazzari possa ambire a palcoscenici importanti e a giocare per squadre blasonate come Torino, Sampdoria e Genoa. Potrebbe una pedina di scambio da utilizzare nel caso la SPAL volesse a tutti gli effetti fare sul serio per prendere Angella. Comunque, se dovesse arrivare sarebbe un gran bel colpo, nonostante sia un ’93: di solito l’Udinese li va a prendere molto più giovani. Ma dobbiamo rimandare il discorso alla sessione estiva di mercato”.

E che partita ti aspetti?
“Per l’Udinese è una gara da vincere a tutti i costi: perché è la prima in casa del 2018; perché se vuole continuare a coltivare il sogno europeo deve dimostrarlo; perché deve vendicare la sconfitta dell’andata subita al Mazza. La SPAL dal canto suo credo che venga a giocarsi la sua partita alla ‘Dacia Arena’, senza aver paura dell’avversario e senza rinunciare al proprio credo calcistico. Partita speciale anche per il ritorno di Felipe a Udine, spero si prenda l’abbraccio dei tifosi bianconeri ”.



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