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Prima dell’intervento di mister Semplici, all’interno di “Radio Anch’io Sport” è stato dedicato uno spazio alla categoria degli arbitri attraverso la voce del presidente dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri) Marcello Nicchi. L’ex arbitro ovviamente ha affrontato una vasta gamma di argomenti (dalla guerra con Figc alle parole di Buffon post-Madrid), ma non ha potuto fare a meno di sottrarsi alle domande sullo spinoso tema del VAR: “Non sta a me giudicare quello che succede in altri paesi. Dico che in casa nostra stiamo verificando che ci sono arbitri bravi, riconosciuti in tutto il mondo e un’organizzazione che funziona per quanto riguarda la tecnologia. Siamo stati i primi a metterla in campo e credo che tutti gli altri si stiano adoperando per seguirci. Non ho sensazioni di gente che dice togliamo il VAR, anzi, semmai dicono di implementarlo e usarlo meglio, facendone un uso adeguato secondo i protocolli. Magari c’è da cambiare qualcosa, ma è riconosciuto da tutti che i giocatori vanno in campo sereni, gli arbitri lo stesso, le proteste non ci sono più, il pubblico è il primo che accetta anche con grande divertimento – a volte – l’attesa di una decisione. Lo strumento funziona perché è uno strumento che fa giustizia“.

Una considerazione, nella sua parte finale, che (almeno dal punto di vista di un tifoso della SPAL) fa un po’ sorridere visti i quarti d’ora d’angoscia e i mal di stomaco creati dall’uso (o non uso) della revisione video. Nicchi sembra peccare di un filo di idealismo quando disegna un mondo senza proteste e con un pubblico che ride e scherza durante le sortite degli arbitri al monitor.
Tuttavia, ulteriormente sollecitato dai conduttori di Radio1, Nicchi ha anche sottolineato la ricetta per fare progressi dopo questo primo anno di sperimentazione: “Si migliora innanzitutto con la conoscenza dello strumento tecnologico. Noi a Coverciano abbiamo un centro di addestramento con un simulatore. Si migliora poi creando un rapporto sempre più veloce e stretto con gli operatori e si migliora andando a vedere se il protocollo prevede tutto quello che può usare lo strumento tecnologico. Credo che dal punto di vista generale si debba non essere soddisfatti, ma di più. Ovviamente riconoscendo che ci sono stati degli errori, pochi per fortuna, ma evitabili e quant’altro. Considerando che il VAR esiste da poco più di cinque mesi (sono nove, per la verità – ndr) e i risultati sono questi, il prossimo anno sarà uno spasso. Nel senso che gli errori saranno ridotti al minimo, anche in materia di interpretazione“.



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