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Ci sono tre date da tenere in mente nell’estate di mercato biancazzurra. 13, 20, 23 giugno. La prima è senz’altro la più importante delle tre: nella serata di mercoledì 13 verranno assegnati i diritti televisivi per il triennio 2018-2021 e se tutto andrà come i presidenti di serie A auspicano, le società avranno la certezza di mettere mano su dei bei soldoni (1,1 miliardi da distribuire) per sistemare i bilanci e costruire i budget per la stagione 2018-2019. Da lì il mercato potrà prendere quota, soprattutto per le medio-piccole. Non è un caso che le sette superstiti della colonna destra della A e le due neopromosse finora abbiano completato un misero totale di cinque operazioni di mercato. Due arrivi per il Bologna (Dijks; Paz), altrettanti per il Genoa (Criscito; Marchetti), uno per l’Empoli (Markjanic). Movimenti a costo zero o a cifre contenute. Come quello che porterà in biancazzurro Maurice Gomis (ne avevamo parlato qualche tempo fa), anche se non è ancora stata ufficializzata per ragioni contrattuali.

Le altre due date sono in parte legate alla prima: il 20 giugno scadranno i termini per l’esercizio dei diritti di riscatto, tre giorni più tardi si chiuderà la finestra per i contro-riscatti. Una lunga lista di situazioni in bilico dipende per forza di cose dai budget a disposizione. Insomma, si tratta di aspettare l’incastro dei giochi di palazzo. Poi si inizierà a spendere, anche perché i ritiri inizieranno nella prima decade di luglio e tanti allenatori – Semplici compreso – vorranno lavorare con gruppi già dotati di volti nuovi.
Questo non significa che i vari ds siano rimasti con le mani in mano. Anzi, già da un paio di mese impazzano contatti, telefonate, incontri e ipotesi: altrimenti non sarebbero già uscite decine e decine di nomi potenzialmente interessanti. Vagnati non fa eccezione e la settimana entrante potrebbe segnare il progresso decisivo per almeno due trattative: quella per Valdifiori dal Torino e quella per Scuffet dall’Udinese. Storie diverse, formule diverse. Il centrocampista granata, sul radar da almeno sei mesi, sembra essere avviato verso un avvicinamento di casa, visti i natali a Lugo di Romagna. Col Toro l’accordo è già delineato e pare che anche gli inghippi legati al contratto (Valdifiori guadagna 800mila euro a stagione) siano stati risolti: quello che fu il metronomo dell’Empoli di Sarri dovrebbe firmare un contratto con i biancazzurri.
Scuffet invece rimane una delle opzioni privilegiate per la porta. Il portiere friulano (1996) cerca rilancio dopo una stagione iniziata con tante aspettative e conclusa mestamente in panchina dietro al quarantenne Bizzarri. Arriverebbe in prestito, col compito di dimostrare di non essere da meno di Meret, giocandosi il posto con un Gomis che tornerà rafforzato dall’esperienza al mondiale.

C’è poi la partita dei riscatti. Grassi rimane un nome di attualità. Il centrocampista di Lumezzane ha lo stesso procuratore di Valdifiori (Giuffredi) e i contatti per il giocatore del Torino hanno rappresentato un’occasione per tenere aperta la pratica. Vagnati punta a ottenere uno sconto dal collega Giuntoli, ma non è da escludere che possa decidere di giocare la carta del riscatto a otto milioni, puntando a trattenere un giocatore sul cui potenziale vale la pena scommettere. Diversa la situazione di Viviani: l’arrivo di Valdifiori gli toglierebbe spazio e il riscatto dall’Hellas Verona potrebbe essere solo il preludio a una (remunerativa) cessione. Qualche esempio: la Fiorentina cerca il rimpiazzo per Badelj, così come la Sampdoria potrebbe necessitare di un perno centrale in caso di (probabile) partenza di Torreira.

Alcuni dei nomi usciti nella prima decade di giugno suggeriscono poi che la SPAL sta quantomeno tenendo d’occhio tanti prospetti che nell’ultima stagione hanno militato in serie B. Modolo (Venezia), Kouamé (Cittadella), Fulignati (Cesena), Castrovilli (Fiorentina, era alla Cremonese), Laribi (Cesena), Favilli (Juventus, era ad Ascoli), Monachello (Ascoli, ma di proprietà dell’Atalanta). Giocatori – eccezion fatta per Modolo e Laribi – che rispondono all’identikit tracciato da Vagnati nella conferenza stampa programmatica di inizio giugno: giovani, con del potenziale, da valorizzare. Elementi che collocati nel contesto giusto e agli ordini di Semplici, possono fare la loro parte. Favilli (1997) in particolare sembra avere il marchio del predestinato e solo un grave infortunio a novembre gli ha impedito di fare un’altra stagione da protagonista in B, dopo gli 8 gol della stagione 2016-2017.
Ma attenzione, perché nel campionato cadetto non ci sono solo dei giovani da lanciare nel grande calcio. Ci sono anche giocatori che al piano di sopra ci sono già stati e non sfigurerebbero affatto. Due nomi? Andrea Rispoli (1988) e Ilija Nestorovski (1990), entrambi al Palermo. In particolare il centravanti macedone piace parecchio e sembra essere arrivato alle battute finali della sua esperienza in Sicilia, iniziata nell’estate 2016. Nella doppia semifinale playoff contro il Venezia ha giocato appena 3 minuti su 180, con Stellone che gli ha preferito il giovane La Gumina (1996). I mal di pancia di Nestorovski sono usciti in tutto il loro fragore, tanto da indurre lo stesso Stellone a scaricare il suo attaccante con dichiarazioni piuttosto eloquenti. Insomma, un cambio d’aria potrebbe stuzzicare il giocatore e far buon gioco anche per la società di Zamparini, che (anche in caso di risalita in serie A) toglierebbe dal bilancio un contratto da quasi 500 mila euro con scadenza 2021.



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