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La SPAL è la SPAL, anche per chi lavora a 350 chilometri di distanza da Ferrara. A maggior ragione se quel qualcuno di professione fa il calciatore e in carriera ha vestito la maglia biancazzurra per sei stagioni e mezza, compresa l’ultima di Serie A. Ovviamente stiamo parlando di Eros Schiavon, che quest’estate, dopo la scadenza del suo contratto con il club estense, ha ceduto alla corte della Pro Vercelli, squadra impegnata nel campionato di Serie C, ma in orbita ripescaggio in B dopo i tanti fallimenti che hanno scandito l’estate della serie cadetta.

Non tutto il male, però, vien per nuocere, perché per ingannare l’attesa e l’incertezza, Schiavon ha pensato bene di unirsi agli oltre quattromila che ieri hanno veramente fatto sentire la SPAL a casa propria nonostante il match con il Parma (da calendario da giocare al “Mazza”, ancora inagibile per via dei lavori di ammodernamento) sia stato giocato a Bologna. Poco male, la giornata di domenica sarà comunque da ricordare, come afferma lo stesso Schiavon a Che Centrattacco, programma radiofonico ideato di Radio Sound realizzato in collaborazione con Lo Spallino.com: “Partendo dal fatto che il risultato è stato positivo, per me è stata un’esperienza unica. Giocare in casa, ma fuori casa, e vincere ha reso tutto quanto splendido“. A svelare la sua presenza a buona parte del pubblico è stato il classico coro che da anni ormai la Curva Ovest gli ha dedicato sin dal suo ritorno a Ferrara nel gennaio del 2016: “Ero in mezzo al tifo caldo insieme a mia moglie e mio suocero. Mia figlia è rimasta a casa con la nonna, ci ha preparato i biscotti per il nostro ritorno. Diciamo che vedere la partita in curva non è mai facile, c’è sempre aria di festa, ma sono stato fortunato perché il gol l’ho visto bene e già quando è partito il cross dai piedi di Manuel sapevo che Mirco avrebbe segnato: da quella posizione non sbaglia mai“.

E così è stato, per la gioia incontenibile di tutti i tifosi presenti al “Dall’Ara”: “I momenti che hanno fatto seguito al gol sono stati complicati (ride; ndr), tremava tutto! Se ho cantato ‘salutate la capolista’? Certo, ma ho cantato tutto quello che c’era da cantare dall’inizio alla fine, infatti oggi sono senza voce“. Nessun problema, invece, tra le tifoserie, nonostante l’allarmismo dei giorni scorsi: “Non c’è stato alcun tipo di disagio, anzi, tutto liscio“. E pure la SPAL non ha avuto alcun disagio in questo ottimo inizio di stagione, ma il bello, ovviamente, deve ancora venire: “Le prime partite sono sempre molto tattiche, si cerca soprattutto di non esporsi per non favorire l’avversario. Adesso il campionato entra nel vivo, bisogna spingere sull’acceleratore. Che stagione mi aspetto dalla SPAL? E’ importante ragionare per obiettivi e quello della squadra è di ritrovarsi con tre squadre alle spalle a fine campionato. Sarebbe meglio arrivare al traguardo con qualche partita di anticipo, poi tutto quel che arriva in più è grasso che cola. Credo che comunque ci sarà da lottare con le solite sei o sette squadre che ogni anno si trovano coinvolte nella lotta per non retrocedere e tra queste metto anche il Bologna“.

Ma Schiavon ha anche una stagione da professionista a cui pensare, anche se i tempi di attesa sembrano allungarsi: “E’ vero, il campionato non inizia e la mia Pro Vercelli non sa ancora se dovrà giocare in C o in B. Certo è che noi ci stiamo allenando da ormai due mesi e siamo pronti. Bisogna solo capire i nomi dei nostri avversari. Essere ripescati in B vorrebbe dire dover recuperare un paio di partite per mettersi alla pari con le altre, ma è comunque uno stimolo in più“. Ma cosa accomuna Vercelli a Ferrara? “Sicuramente le zanzare, ma anche la presenza di tante biciclette in giro per le strade, mi fanno sentire un po’ a casa. Purtroppo non avrò con me la mia famiglia che resterà a Ferrara, ma tornerò nei giorni liberi, meglio in treno vista la nebbia… Poi devo ancora capire dove posso andare a pescare qua nei paraggi. Ho già addocchiato due o tre punti tra fiumi e laghi ma non voglio dare troppi riferimenti, un pescatore deve sempre essere molto accorto (ride; ndr). Magari col tempo troverò anche qualche compagno con cui condividere questa passione. In ritiro non ho avuto l’opportunità di metterli alla prova perché nel ritiro di Cantalupa non c’erano specchi d’acqua, ma io la cannetta me l’ero comunque portata dietro…“, da bravo e inguaribile ottimista.



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