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A Parma va in scena un altro capitolo surreale dell’emergenza Covid-19: mentre Parma e SPAL sono pronte a entrare in campo, alle 12.25 l’arbitro Pairetto blocca il cerimoniale, invitando le squadre a tornare negli spogliatoi. Motivo: Figc e Lega di serie A stanno di nuovo valutando la sospensione del campionato alla luce delle nuove e più aspre disposizioni governative per il contenimento del contagio.

E’ stata, almeno secondo le prime ricostruzioni, una dichiarazione del ministro dello sport Vincenzo Spadafora a far accendere il semaforo rosso sulla serie A. Queste le sue parole riportate da Adnkronos: “Condivido le dichiarazioni di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, e mi unisco alla sua richiesta. Non ha senso in questo momento, mentre chiediamo enormi sacrifici ai cittadini per impedire la diffusione del contagio, mettere a rischio la salute dei giocatori, degli arbitri, dei tecnici, dei tifosi che sicuramente si raduneranno per vedere le partite, solo per non sospendere temporaneamente il calcio e intaccare gli interessi che ruotano attorno ad esso. Altre federazioni hanno saggiamente optato per uno stop per i prossimi giorni. Credo sia dovere del presidente della FIGC, Gravina, un supplemento di riflessione, senza attendere il primo caso di contagio, prima di assumersi questa gravosa responsabilità. Del resto, ancora prima che la situazione diventasse così drammatica per il Paese, la Lega di Serie A e Sky si erano già rifiutate di concedere a migliaia di italiani, costretti loro malgrado a restare a casa, di poter vedere in chiaro le partite, nascondendosi dietro presunte difficoltà normative che con l’autentica disponibilità di tutti si sarebbero potute ampiamente superare“.

Partita quindi posticipata di mezz’ora, in attesa di conoscere le decisioni delle autorità, sportive e non. Mezz’ora che poi si trasforma in 45 minuti, un tempo intero di (ipotetico) gioco. In quel lasso di tempo arriva l’indicazione: si deve giocare, con calcio d’inizio spostato alle 13.45. I ventidue titolari, non si sa con quale serenità d’animo, vengono rispediti sul manto erboso del “Tardini” per il secondo riscaldamento del pomeriggio. Riparte la musica dagli altoparlanti, d’altra parte lo spettacolo (?) deve proseguire in un modo o nell’altro, in attesa della prossima ridicola dimostrazione di inadeguatezza della classe dirigente (sportiva e non) italiana.



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