I DOLORI DEL GIOVANE MARONGIU: SONO DELUSO, SPERAVO DI ESSERE RISCATTATO DALLA SPAL. VORREI TORNARE E DARE IL MASSIMO NELLA SQUADRA PER CUI HO SEMPRE TIFATO

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Ai tempi del suo esordio in prima squadra, ad appena diciotto anni, poteva per certi versi sembrare destinato a diventare il Balotelli spallino, il classico ragazzo dal talento puro e dal carattere bizzoso che ti risolve la partita con un guizzo o che ti dà quella percentuale di imprevedibilità in più che non guasta mai. E invece il destino ha scelto un percorso diverso per Alessandro Marongiu, classe 1991, forse uno dei migliori prodotti del vivaio spallino nell’ultimo quinquennio, al pari dei suoi ex compagni Gianluca Laurenti e Giacomo Pallara. Da ieri in via ufficiale non è più legato alla Spal: il dg Bortolo Pozzi non ha presentato alcuna busta per risolvere la comproprietà con il Prato e così il ragazzo è ora a tutti gli effetti un tesserato per la compagine toscana. Un epilogo amaro per chi vedeva in lui un potenziale profeta in patria, a maggior ragione con la Spal in Seconda Divisione. L’addio (o arrivederci?) alla squadra in cui è cresciuto è però solo l’ultimo capitolo di una stagione particolarmente travagliata, in cui il ragazzo ha giocato poco, cambiando anche maglia nel mercato di gennaio. Abbiamo raggiunto telefonicamente il giocatore per conoscere le sue sensazioni al riguardo.

Cosa pensi di come è stata risolta la tua comproprietà con il Prato?
“Onestamente sono rimasto davvero molto deluso da come si è conclusa la faccenda. Mi rendo conto che la società al momento abbia ben altri pensieri che quello di riscattare il mio cartellino. Però era quasi sicuro che il Prato non avrebbe messo niente dentro alla busta, e quindi con una cifra anche ridicola io sarei tranquillamente tornato a Ferrara. E quindi, anche se capisco il momento molto difficile e concitato, un po’ mi chiedo il perché di questa scelta. Sarai potuto tornare quasi per niente, e mi avrebbe fatto molto piacere”.

Cioè?
“Non nascondo che ho davvero una gran voglia di tornare a giocare a Ferrara. Ho voglia di tornare alla Spal, di impegnarmi e di fare bene nella mia città, nella squadra per cui faccio il tifo. L’ho capito in questo anno via, che non è certo stato il migliore. E così è già da qualche mese che io pensavo ad un mio possibile ritorno a Ferrara”.

Hai avuto modo di confrontarti con il direttore Pozzi su questo?
“Ho avuto modo di manifestare il mio forte desiderio di tornare al direttore. L’ho sentito prima delle buste, e mi ha detto che la cosa era ancora da definire. Che avrebbe dovuto ragionarci, e che non sapeva ancora. Che era tutto da vedere, insomma. Dopo, invece non ho ancora avuto contatti. Sono giorni movimentati, appunto, e così non ho chiamato. Immagino ci siano ben altri pensieri, primo fra tutti, proprio temporalmente, l’iscrizione”.

Dicevi che il tuo anno a Prato non è stato dei migliori. Perché?
“Mah, la stagione era iniziata anche bene. Giocavo ed ero anche abbastanza apprezzato. Poi mister Esposito ha fatto le sue scelte e io gradualmente sono finito un po’ ai margini. Siamo arrivati al finale di stagione forti differenze di vedute e la mia partenza è stata di comune accordo con la società. Per questo motivo si poteva già intuire che non avrebbero fatto offerte, e che quindi il mio riscatto sarebbe stata un’operazione semplice”.

Quindi tu non pensi di tornare a Prato.
“Direi proprio di no. Mister Esposito è stato riconfermato e difficilmente penso che potremmo trovarci sul piano tecnico. Io non giudico il suo operato, però è assodata la nostra incompatibilità. Quindi nel caso dovessi davvero tornare a Prato cercherei di essere girato verso un’altro club. Anche perché penso che un’altro anno del genere non faccia bene né a loro né a me. Ora si tratta di trovare una situazione già dal ritiro precampionato. E’ un momento importante della stagione, in cui ci si inizia a legare al resto della squadra, e quindi vorrei sapere già dove giocherò”.

Quando le cose saranno più tranquille potresti quindi bussare di nuovo alla porta della Spal?
“Beh, mai dire mai. Io, ma anche il mio procuratore (Savini – ndr), pensiamo che la porta non sia completamente chiusa. Confesso di non aver capito perché il direttore non abbia offerto niente, però non riesco a vederla nemmeno come una cacciata. Chissà che quando la situazione della Spal non si sia calmata un po’ non si riesca a riparlare del mio cartellino. Credo di poter dire la mia in un campionato di seconda divisione. E, ripeto, mi sento molto motivato. Ho davvero voglia di impegnarmi e dare il massimo per la Spal, se me ne verrà data l’occasione”.

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