LA STRANA DOMENICA DELLA CAMPIONE: DAL RICORDO DI BINDO AL BANDIERONE VILIPESO DALLA SOCIETA’

Una domenica particolare quella vissuta nella curva “Campione”, feudo del tifo biancazzurro: prima il ricordo commosso di Marco Bindini, giovanissimo tifoso biancazzurro recentemente scomparso, poi qualche spintone di troppo, subito sedato prima che degenerasse in qualcosa di più grave e iniziato subito dopo i cori di aperta contestazione contro Benasciutti e probabilmente poco graditi da qualcuno (sicuramente da tutta la tribuna, visti i sonori fischi che hanno coperto gli insulti al vice presidente); infine, ecco il confronto, a fine partita, con toni pacati e sempre rimasti nel confine della civiltà, a onor del vero, tra lo stesso Benasciutti e alcuni dei rappresentanti della Ovest.
Tema del contendere il vilipendio mal digerito al vecchio “bandierone”. Già, stiamo parlando dello storico bandierone biancazzurro (datato 1996, la cui ultima comparsa risale al 2007 il centenario) e conservato nei magazzini dello stadio che, con infinito stupore, è stato tagliato a metà e adoperato per essere steso a coprire gli spalti nello spicchio di gradinata vicino alla curva ferrarese. Un gesto poco gradito tra i tifosi e da chi, allòra, ha speso soldi (intorno ai due milioni delle vecchie lire n.d.r.) per farlo cucire in quel di Montecatini, quando ancora presidente era Giovanni
Donigaglia.
A detta degli ultras biancazzurri, la società non avrebbe interpellato nessuno del tifo organizzato prima di prendere in mano le forbici, un’azione che non poteva certo passare inosservata e dai più interpretata come provocatoria e offensiva. Se a tutto questo aggiungiamo i non idilliaci rapporti che intercorrono tra questa società e il tifo organizzato
, la frittata è fatta. Nulla di tutto questo secondo Benasciutti che ha incassato senza batter ciglio le rimostranze dei presenti e si è affrettato a spiegare alla delegazione come il bandierone fosse già scucito in più punti, soprattutto nella zona centrale dove era riposto l’ovetto (tanto che l’ovetto è stato tolto e chissà dove è finito) e si è scelto di “riciclarlo” in questa maniera. Alla fine, dopo un dibattito andato avanti una ventina di minuti scarsi, sembra che l’azionista di maggioranza della società biancazzurra abbia promesso tremila euro ai tifosi per cucirne uno “ex novo. Una proposta sicuramente apprezzata, a parole, ma che lascia ancora molti dubbi e più di un punto interrogativo sull’effettiva riuscita dell’opera, almeno dai più scettici.
Quello che è sicuro è che gli ultras si sono allontanati intonando cori di scherno nei confronti di
Benasciutti, segnale e sintomo che la soluzione sembra ancora lontana dall’esser trovata definitivamente. Ma quello che va ricucito, al più presto, aldilà di chi ha ragione e chi ha torto nella vicenda in questione, nonostante le parti in causa siano evidentemente ancora distanti, è il rapporto tra la tifoseria più accesa e la società: la Spal per tornare al più presto tra i “prof.” ha assolutamente bisogno di unità, fuori e dentro il rettangolo di gioco e non di contestazioni che possono influire inevitabilmente anche su di una squadra, almeno quella vista oggi, apparsa tutt’altro che brillante e ancora in fase di rodaggio e ben lontana dal poter competere per la promozione. A volte basterebbe usare il “magico” dono della parola, confrontarsi con diplomazia (come proposto dagli ultras a Benasciutti che però ha rifiutato un incontro con tutti i tifosi, perché?) e adoperare un po’ di buon senso perché tutto vada nella direzione migliore senza alimentare gratuitamente e ingenuamente quel fuoco polemico che inesorabilmente cova ancora, a prescindere dal bandierone, sotto le ceneri di un passato lontano (ma non troppo) sette anni, che non si può e non si deve dimenticare. Per non incappare in spiacevoli malintesi come questo bisogna trovare un punto di comune accordo e in fretta. Una ricetta che non è valida solo per questa stagione, o per questa società, sia chiaro. Ma anche per tutte le altre a venire.

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