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Tra gli aspetti positivi della nostra pausa nell’estate 2021 c’era senz’altro l’assenza pressoché totale dell’ansia da calciomercato. Meglio chiarire: in linea generale l’entusiasmo da calciomercato ci piace, è la corsa alle notizie-fuffa-acchiappa-clic che tende un po’ a deprimerci. Sfortunatamente il business delle news sportive applicate ai trasferimenti fa sì che vengano sparati nomi a raffica, col solo risultato di confondere (o peggio ancora illudere) i tifosi. A tale proposito negli ultimi anni ci siamo divertiti a fare un conto settimanale dei nomi che venivano accostati alla SPAL, giusto per far capire la forbice, talvolta ridicola, che c’è tra una sparata o una semplice indiscrezione e una notizia con fondamenti concreti. Il mercato in fondo è un enorme gioco delle parti tra addetti ai lavori: direttori sportivi, procuratori, giornalisti. Più si sale di categoria, più l’esposizione mediatica aumenta e aumentano le voci, aumentano le fonti in conflitto tra di loro e aumentano pure (giustamente) le aspettative di chi legge. In un contesto del genere, pur con tanta buona volontà, dare notizie credibili è un’impresa e passare per quelli “che non ci prendono mai” non è un bell’attestato di stima.

Per cui si va incontro a tre mesi (la sessione chiuderà il prossimo 1 settembre) abbastanza movimentati, con i mesi di luglio e agosto a far registrare le temperature più alte sui display di tutti. A LoSpallino.com ci è sempre piaciuta l’idea di essere onesti col pubblico, soprattutto in un’epoca di disintermediazione sempre più evidente. Per cui ribadiamo il proposito di sempre: provare a lavorare sulla qualità delle notizie e non sulla quantità.

“Pronto, Joe? Ma allora quando arriva la punta?” [foto Filippo Rubin]
Come per tutti i giornali online del mondo, arrivare per primi quando si tratta di mercato (e non solo) sarebbe l’ideale. Ma arrivare primi e scrivere una cazzata – perché poi di questo si tratta – toglie credibilità e incide negativamente sul valore percepito di una testata. Senza contare che procuratori e direttori sportivi, nella larga maggioranza dei casi, attaccano il telefono senza preavviso appena si rendono conto d’essere stati interpellati da un giornalista di una testata locale. Anche quando garbo e discrezione vengono garantiti in partenza. La verità è che in questo contesto non siamo importanti abbastanza e va beh, bisogna pur provare ad accettarlo. Tutto questo l’abbiamo sperimentato con vari gradi di frustrazione dal 2016 in poi, per cui tanto vale essere schietti al riguardo.

Quello che ci sentiamo di dire fin dal principio è che forse arriveremo secondi o terzi rispetto ad altri, ma se così sarà il motivo è da cercare nella volontà di raccogliere qualche elemento in più su una notizia o su un’indiscrezione. Al tempo stesso ci piace l’idea non solo di dire ai nostri lettori che un giocatore è stato acquistato o venduto, ma perché questo è accaduto e quali conseguenze possono scaturire dal trasferimento. Tutto ciò, inevitabilmente, richiede tempo, energie e anche un pizzico di fortuna. Ma è un procedimento che contribuisce anche a filtrare, per quanto possibile, le notizie reali (o quantomeno verosimili) dall’aria fritta, a esclusivo beneficio dei lettori (e della nostra salute mentale).



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