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Omegna, Matera e Lucca ci portano ci portano due punti, un infortunio che potrebbe costarci caro, diversi sprazzi di bel gioco, e altrettanti blackout. Omegna, Matera, e Lucca, possono essere tre contender per un posto in DNA Gold, e chi scrive pensa che, a livello di roster, Ferrara non debba avere nessun complesso di inferiorità rispetto a queste tre squadre. Quello che manca non sono i nomi, o l’esperienza, o il talento, ma la solidità. Solidità nel basket non significa necessariamente vincere o dominare: significa difendere attivamente, e attaccare razionalmente per non lasciare spazi in contropiede. La Mobyt, al momento, è una squadra che può prendere, e dare, parziali considerevoli da chiunque e a chiunque. Che in campo si affronti la Tramec Cento guidata da Di Trani, Pistoia, o la Reyer Venezia, il risultato non cambia: se l’attacco gira, questi ragazzi sanno segnare indipendentemente dall’avversario che si trovano davanti. Quando però la luce, là davanti, si spegne, si finisce per faticare parecchio anche dietro. Un tiro affrettato, o fuori equilibrio, a difesa ancora chiusa, impedisce una buona risposta al contropiede, e porta quasi sempre a subire due punti facili.

Ne è un esempio lampante il terzo quarto di domenica: sul -5, due tiri affrettati, e due volte Saccaggi che punisce da tre in transizione primaria su assist di James. Ma anche il break subìto a Matera nel primo quarto, o lo 0-8 di parziale negli ultimi minuti del quarto periodo che poteva costar caro contro Lucca, dopo una partita passata a condurre. Manca la gestione, la capacità di abbassare i ritmi, o di gestire fino alla fine dei 24” l’attacco per non perdere l’inerzia e non regalare il contropiede. Da questo punto di vista, però, né gli arbitri, né gli eventi (infortunio di Benfatto) ci hanno dato una mano, mutilando il gruppo dei pochi giocatori interni che ha, e che erano stati decisivi nella prima, ed unica, vittoria contro Lucca.

Ora, come una settimana fa, sarà importante resettare il cervello, e andare a giocare la partita di Corato come se fosse la prima di campionato. Non sarà facile, soprattutto se dovesse essere confermata l’assenza del nostro lungo titolare, ma il basket ci insegna che spesso i gruppi più forti si formano proprio nei momenti di difficoltà (se qualcuno ha seguito i Chicago Bulls nella scorsa stagione lo sa), e cosa meglio di una vittoria esterna contro la capolista solitaria può ridare entusiasmo a questi ragazzi?



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