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Un altro grande protagonista della storia della SPAL se ne è andato stamattina. Si tratta di Ennio Guirrini, storico custode dello stadio Paolo Mazza e in seguito massaggiatore dei biancazzurri dagli anni Settanta fino alla metà dei Novanta. Ma i titoli sono riduttivi per una figura come Guirrini, che ha trascorso ottant’anni tutti all’insegna dell’Ars et Labor. Dopo la pensione nel 1994 Guirrini diventò preziosa memoria storica spallina: sempre presente al Paolo Mazza e alle tante iniziative in chiave biancazzurra, nel 2011 pubblicò anche un libro intitolato “La SPAL a modo mio”. Alla famiglia Guirrini vanno le più sentite condoglianze e un doveroso abbraccio da parte di tutta la nostra redazione.

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Per ricordare Ennio, pubblichiamo di seguito un’intervista rilasciata da lui stesso per la versione cartacea de LoSpallino, nel febbraio 2009. Una passeggiata sul viale dei ricordi che aiuta a comprendere bene la straordinarietà del personaggio. A corredo un paio di foto messe a disposizione all’epoca dallo stesso Guirrini. 

Alla ricerca di un parcheggio qualunque nel cuore di Ferrara, Ennio Guirrini lascia la sua auto proprio sotto l’ingresso della curva Ovest: “Beh, se non posso farlo io…” dice sorridendo, per poi girarsi ed indicare una casupola all’angolo opposto della curva “Ho vissuto lì dentro quasi tutta la mia vita”. Le successive due ore, passate in un bar a sorseggiare tè e caffè, sono un fiume di dati, nomi, luoghi, immagini, ricordi. Ennio Guirrini racconta la sua vita per la SPAL e lo fa come se fosse il custode morale della sua storia, una sorta di guardiano della rivoluzione biancazzurra, manco fossimo a Cuba o in Iran. “Mio padre ha lavorato per la SPAL fin dai tempi in cui la squadra  fu costretta a tornare al nome Ferrara Calcio, per via del regime fascista. Si occupava di custodire lo stadio e curare il campo, oltre a tanti altri lavori di diversa natura”.

La storia della famiglia Guirrini ha sempre incrociato e costruito le vicende della SPAL: il fratello di Ennio fu per anni un collaboratore di Paolo Mazza per poi fare il procuratore, così come il figlio ha lavorato nel settore giovanile biancazzurro fino alla scorsa stagione. Addirittura la moglie ha occupato un ruolo di carattere logistico in società. L’entrata di Ennio nella società estense insomma era già scritta e avvenne ufficialmente nel 1964 su chiamata dello stesso presidente: “Quando mio padre andò in pensione, Mazza mi propose di prendere il suo posto: accettai subito, sentivo che riponeva grande fiducia nelle mie capacità”. Da quel momento, per qualcosa come trent’anni, Ennio Guirrini e la SPAL non si sono più separati. “Il calcio dell’epoca era molto diverso da quello odierno, non c’erano molte figure in società e tutti i compiti erano distribuiti tra Mazza, il fido ragioniere Granata ed il sottoscritto. Mi occupavo della manutenzione dello stadio, del campo, della fornitura di maglie, scarpe e palloni, insomma il lavoro non mancava mai”.


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La svolta nella sua carriera arrivò sul finire degli anni Sessanta, quando a insaputa dello stesso Mazza iniziò a frequentare corsi per massaggiatori sportivi, conseguendo ottimi risultati. Il presidente, venuto a conoscenza dei progressi di Guirrini gli propose immediatamente di diventare il massaggiatore della prima squadra. “Non ero convinto fino in fondo di volerlo fare – racconta – così mi presentai da Mazza con delle condizioni, ben conscio della sua parsimonia, chiedendo un aumento di stipendio, l’assunzione a tempo pieno di mia moglie nel suo ruolo di guardarobiera e l’ingaggio di un custode che potesse rimpiazzarmi nella mansione che occupavo”. Ennio sorride nel ricordare la risposta del carismatico presidente, ovviamente pronunciata in dialetto: “Non lo potevi dire subito? Va bene!”.
Così Guirrini iniziò, agli albori degli anni Settanta, a seguire ovunque la SPAL e ad occuparsi della forma fisica dei suoi giocatori in partite, allenamenti e ritiri. Stringendo amicizie e diventando una colonna della società fino alla emozionante cerimonia di pensionamento l’ultima giornata della stagione 1993/94. Ha vissuto l’epoca d’oro della serie A, la grande SPAL di Caciagli e Pezzato, gli anni Ottanta con Giovanni Galeone, l’avventura di Gibì Fabbri. Filo conduttore principale della sua avventura spallina resta però Paolo Mazza: “Una figura indimenticabile, d’altri tempi sicuramente. Un uomo di una sincerità dirompente e di una competenza incredibile che di fatto inventò il moderno concetto di calciomercato”.

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Gli aneddoti attorno alla figura di Paolo Mazza si sprecano: tutti sanno ormai del suo carattere paterno e severo, della sua autorevolezza e della sua sincerità quasi disarmante. Durante la nostra lunga chiacchierata Ennio ne ricorda diversi e sceglie di raccontarne uno probabilmente inedito, risalente ai tempi in cui si occupava di custodire lo stadio. “All’epoca i miei compiti comprendevano anche la manutenzione del campo, tanto che spesso, nei periodi più freddi e piovosi dell’anno, venivano ingaggiati dei volontari per aiutare a coprire il manto erboso con dei teloni”. Erano i giorni della SPAL in Serie A, pieno inverno, vigilia di un’importante gara interna: “Mi presentai da Mazza comunicandogli l’intenzione di lasciare scoperto il campo durante la notte, fiducioso nel tempo favorevole: si oppose fermamente, ma in seguito cedette e acconsentì alla richiesta”. Tuttavia Ennio non voleva fare brutte figure: chiese ad un giocatore della prima squadra che viveva a pochi passi dello stadio di avvertirlo nel caso iniziasse a piovere nella notte, complice una grondaia rumorosa sul lato della camera da letto che avrebbe fatto da sveglia.

“Ricordo bene, erano le quattro del mattino quando vennero a svegliarmi per dirmi che stava nevicando pesantemente: in poco tempo radunai tutte le persone disponibili al momento e coprimmo il campo a tempo di record, evitando ogni disagio”. Le voci però corrono veloci, così durante la mattinata arrivò la telefonata del presidente che con il suo tono inconfondibile chiese a Guirrini: “Iet cuntent adess? A ghe al camp pin ad nèv!” (trad. Sei contento adesso? Il campo è pieno di neve!). Ennio ebbe la soddisfazione di rispondere “No, non c’è n’è nemmeno un po’”, raccontando l’intera vicenda a Mazza e condividendo con lui una sonora risata.

Un’ultima curiosità: nelle oltre cento fotografie che Ennio Guirrini ha deciso di mettere a nostra disposizione non ce n’è nemmeno una che lo ritragga assieme al presidente. La spiegazione è stringata: “Il lavoro da fare era talmente tanto che non c’è mai stato tempo per una foto”. Una volta lasciato il bar, Ennio si incammina verso la macchina e getta di nuovo uno sguardo sull’impianto dedicato all’immortale presidente: “Questo stadio è un vero e proprio tempio. Qualunque sarà il suo destino sono certo che il suo enorme carico di storia, di ricordi, di imprese non potrà essere cancellato, mai”.



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