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Giornata di presentazione e di benvenuto per Romulo Eugenio Togni. Prima la tanta curiosità dei circa cento appassionati spallini assiepati sulla tribunetta, rapiti dalla tecnica del nuovo centrocampista brasiliano autore di alcuni lanci degni di nota e davvero pregevoli nella classica partitella finale, poi il presidente Walter Mattioli che, nella sala delle conferenze, ha stretto la mano al mediano nativo di Sao Leopoldo (Porto Alegre) per le foto di rito. Qui il simpatico siparietto: Mattioli, decisamente scuro in viso, è stato scherzosamente invitato da fotografi e giornalisti presenti a sorridere durante la stretta di mano. Pronta la risposta del Pres: “Non rido, non vorrei che finisse come con Miglietta”. Risate generali e via alla conferenza di presentazione.

Inizialmente è stato proprio il presidente biancazzurro a prendere la parola: “ Togni è un giocatore che due mesi fa non sarebbe mai potuto venire qui a Ferrara per molteplici circostanze. Poi – riferimento chiaro e diretto – Miglietta ha aperto questa opportunità ed è arrivato questo giocatore brasiliano che ritengo ancora più bravo e più valido che si va ad aggiungere a una rosa già competitiva”. Mattioli ha poi aggiunto: “Per la categoria, per la nostra città, avere qui Togni credo sia davvero un lusso. Sono molto contento, con il ragazzo ci siamo capiti al volo sul suo ruolo e sulle aspettative della nostra società. Il fatto che Togni avesse varie richieste anche da squadre di Serie B e che alla fine abbia scelto la SPAL mi ripaga di molte cose”.

La parola è passata poi al nuovo mediano biancazzurro classe 1982. Parole curiose e molto interessanti le sue: “Sono pronto per questa nuova sfida qui alla SPAL. Ho scelto questa piazza perché credo sia una casa perfetta per un giocatore di calcio, un luogo adatto per ricominciare a poter dire la propria, inoltre la società è molto seria e questa è una cosa fondamentale”. La carriera calcistica del centrocampista ex Avellino è partita ovviamente nel suo paese d’origine, nel settore giovanile del Gremio, ma poi quando è stato il momento di firmare il primo contratto e di giocare nella massima serie brasiliana, Togni, come tanti suoi connazionali, è stato rapito dalla possibilità di giocare in Europa e nello specifico in Italia. Atterrato nel bel paese assieme ad Amantino Mancini, si è ritrovato in Serie D, a differenza del suo compagno di viaggio che si era sistemato in quel di Trigoria per l’avventura con la Roma. Tanta gavetta, quindi, prima dell’esperienza di due stagioni fa in Serie A con il Pescara.

Ma ecco alcuni aneddoti raccontati direttamente dal neo biancazzurro: “Ho origini italiane, visto che i miei nonni e bisnonni erano di Cremona. Sono un brasiliano atipico, non sono solo un giocatore tecnico, ma negli anni ho imparato anche a correre e mi sono guadagnato il soprannome di Tedesco; in campo – continua Togni – ho una mia filosofia di calcio e credo molto in quello che faccio”. Poi una piccola curiosità sul suo ruolo in campo: “Da piccolo sono cresciuto come terzino destro, poi facevo una diagonale difensiva ogni due anni (ride) e mi hanno spostato a centrocampo”. La condizione fisica attuale? “ Sto bene, mi sono sempre allenato in questi mesi, sono già a disposizione per domenica, la mia volontà c’è tutta, ma sarà l’allenatore che valuterà se schierarmi o meno”. Uno degli sponsor per il trasferimento a Ferrara è stato sicuramente Eros Schiavon, che ha giocato un ruolo fondamentale in questa vicenda: “Siamo molto amici, vivevo praticamente con lui, per me è quasi uno di famiglia. E’ stato importantissimo nella scelta della SPAL. Quando sono andato via era triste perché cambiavo squadra, ma allo stesso tempo era felice per me perché sapeva che andando a Ferrara sarei stato sicuramente bene. Secondo me lui ha molta voglia di ritornare qui (ride guardando Mattioli e Vagnati)”.

Nell’anno pescarese di A, si ricordano due punizioni magistrali realizzate da Togni nelle sfide contro Catania e Siena. Il pubblico ferrarese potrà godersi un vero e proprio specialista. Altra curiosità, tutti i brasiliani hanno Juninho Pernambucano come idolo e riferimento sui calci piazzati: Togni no. “Noi brasiliani abbiamo imparato a calciare in mezzo alla strada, Juninho tira davvero bene, ma il mio idolo come calciatore è sempre stato un argentino, un giocatore completo a mio parere per tecnica, visione di gioco e intelligenza. Sapete chi? Fernando Redondo”.



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