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È finito un altro anno ed è ora di fare un bilancio sulla stagione da poco conclusa. Iniziata sotto la guida di coach Furlani, il girone d’andata non è stato all’altezza delle aspettative per una squadra con quel tipo di roster. Tanta fatica in attacco, difesa non certo come quella della passata stagione e vittorie che stentavano ad arrivare con frequenza, hanno costretto la società a prendere una scelta non certo facile. Così, a dicembre, coach Furlani è stato esonerato a favore del ritorno di Alberto Martelossi, dopo l’ultimo anno di LegaDue del fu Basket Club Ferrara. Con il suo arrivo il nuovo allenatore ha portato un bagaglio di positività e novità che ha contagiato tutta la città e in primis la squadra che ha inanellato una serie di 15 vittorie su 19 partite, accedendo di diritto alla post season 2014/15. Andiamo ad analizzare e a valutare nel dettaglio l’annata dei vari protagonisti biancazzurri.

Kenny Hasbrouck 8 – (20.6 punti, 3.2 rimbalzi e 2.9 assist)
Leader indiscusso della squadra fin dalle prime giornate. Un piccolo così incisivo a Ferrara, in questa categoria, non si vedeva dai bei tempi di McIntyre e più di recente, Collins. Tanti punti nelle mani, visione di gioco e letture offensive sublimi unite, cosa non frequente, ad una difesa che a tratti ricorda quella di Gary Payton, fatta di anticipi forti sulle linee di passaggio e mani velenose sul portatore di palla. Gia dal suo arrivo si erano sentite grandi cose sulle sue doti cestistiche e di certo non ha deluso le aspettative, soprattutto nella prima parte di campionato dove ha inanellato una serie di prestazioni davvero devastanti. Qualche giorno fa è uscito l’esito della sfida che ha visto premiato Krubally (Legnano, ndr.) come MVP della A2 Silver, quando fino a qualche giornata dal termine il premio sembrava essere di diritto di Hasbrouck. Perché? Perché nella seconda metà di stagione, ovviamente, le squadre avversarie si sono adattate difensivamente per negare ogni tipo di movimento a Kenny e, non essendo lui un robot, alcune volte la difesa ha prevalso sul suo rendimento offensivo. Un dato che però fa pensare è che, da quando la media punti ha iniziato a scendere, la voce assist di conseguenza aumentava, sintomo di grande maturità per un giocatore come lui.

Troy Huff 5.5 – (11 punti, 4.6 rimbalzi e 0.6 assist)
Campionato non certo all’altezza di un giocatore del genere nel nostro continente. Quest’anno Troy ha alternato buonissime prestazioni offensive a partite davvero disastrose. Spesso fuori dalle rotazioni nei minuti che contavano durante la gestione Furlani, con l’arrivo di Martelossi il suo minutaggio si è un po’ alzato e così anche le prestazioni in campo. La sua rimane comunque una stagione che ha tradito le aspettative di molti tifosi e addetti ai lavori, che si aspettavano un altro tipo di giocatore, quello visto durante l’estate nei video delle sue partite universitarie. Ragazzo d’oro dal punto di vista umano, non è riuscito ad ambientarsi all’interno del basket europeo e delle sue regole, spesso andando fuori giri e costringendo l’allenatore di turno a tenerlo in panchina. Come detto nell’ultimo periodo il livello del suo apporto offensivo si è alzato rispetto agli inizi, ma sul lato difensivo anche nelle ultime partite lo si è visto commettere le ingenuità tipiche dell’americano alle prime armi: sempre alla ricerca del pallone o della stoppata, dimenticandosi però di tenere duro sulle penetrazioni avversarie o di ruotare in aiuto quando necessario. Giocare con un solo americano a questo livello è dura, fortunatamente i suoi compagni sono riusciti a sopperire a questa lacuna.

Riccardo Bottioni 6 – (1.7 punti, 0.9 rimbalzi e 0.6 assist)
Una stagione passata senza troppi colpi di scena. Con la gestione Furlani il suo minutaggio era prossimo allo 0 per motivi dettati dalla tattica e dalla mentalità di gioco del coach. Con l’arrivo di Martelossi, invece, gli è stata data più fiducia e lui l’ha ripagata alcune volte in maniera eccelsa (la grande partita contro Reggio Calabria quando il suo ingresso in campo ha rivoluzionato l’andamento della gara e dato il via alla carneficina biancazzurra), mentre altre non è riuscito ad incidere come ci si aspettava. Certo, il suo ruolo è quello di “gregario” per fare riposare i titolari e ha dato prova di ricoprirlo bene, ma nei momenti sperimentati da Martelossi con il quintetto “piccolo” con lui e Ferri sul parquet, ha dato prova di saper mettere in difficoltà gli avversari. Forse quello in cui pecca un po’ è la mancanza di coraggio in alcuni frangenti, ma ricordiamoci sempre che è un classe 1993.

Riccardo Castelli 6.5 – (8.2 punti, 4.1 rimbalzi e 1.2 assist)
Anche per lui tanta fatica ad entrare nei giochi offensivi ad inizio anno, nonostante il giocatore che abbiamo visto (e che ci ha fatto parecchio male) gli anni scorsi giocare da avversario. Con il cambio allenatore, però, anche gli equilibri di squadra sono cambiati e Riccardo è riuscito a reagire all’impasse dei primi tempi sfoderando dal cilindro prestazioni da vero campione. In difesa, durante tutta la stagione, si è rivelato un giocatore fondamentale per la squadra, sempre voglioso di far bene, di buttarsi su ogni pallone vagante sia in aria sia a terra. Per questo, anche se il rendimento offensivo non era all’altezza del giocatore, i suoi minuti in campo non sono mai più di tanto cambiati. Davvero un valore aggiunto a questa squadra, anche per le sue qualità personali che ne fanno un giocatore capace di farsi voler bene fin dall’inizio dai compagni.

Alessandro Amici 7.5 – (10.8 punti, 4.7 rimbalzi e 1.8 assist)
Classico giocatore che si ama o si odia: personalmente lo amiamo. Per entrambe le parti, però, la cosa che tutti devono ammettere e ammirare è la voglia e la grinta con cui ogni domenica scende in campo. A volte questo furore lo fa andare troppo fuori giri rischiando di commettere ingenuità sia sul piano del gioco sia sul piano mentale, come palle perse banali o reazioni troppo plateali con gli arbitri. C’è anche da dire, però, che avendolo visto per un po’ nella passata stagione, quest’anno Ale è sembrato molto più in grado di controllare le emozioni, nonostante molte squadre avversarie lo prendessero consapevolmente di mira per farlo innervosire e rovinare i piani di Ferrara. Questa sua peculiarità può essere anche un grande arma a disposizione della squadra, perché con la stessa velocità con cui rischia di uscire dal seminato riesce anche ad entrare in striscia positiva con canestri pesantissimi per gli avversari. Anche su di lui si possono dire le più svariate cose e i più svariati punti di vista, ma bisogna ammettere che il suo diretto avversario, in attacco, spesso è nulla. Amici infatti è un difensore che ti si appiccica addosso e non ti molla più, rischiando anche di farti perdere la pazienza per la sua costanza e durezza nello scivolamento difensivo. Un giocatore che vorremmo sempre nella nostra squadra.

Michele Ferri 7 – (8,3 punti, 3 rimbalzi e 2,4 assist)
Un’altra stagione in biancazzurro per quello che sicuramente diventerà uno tra i capitani più amati e ricordati di questa società, almeno alla pari con Farabello e Calbini, per dirne due. Stagione strana per il pesarese: ad inizio anno, forse a causa le richieste giunte dal coach, sembrava un giocatore completamente diverso rispetto a quello cui eravamo abituati. Pochi tentativi di tiro a partita, giocate per i compagni non sempre eccelse, palle perse banali e, con tutto il rispetto per questo gran giocatore, poca personalità. Forse complici anche alcuni acciacchi fisici, però durante la prima metà di stagione lo abbiamo visto andare sotto fisicamente contro giocatori non certo al suo livello né fisico né tanto meno tecnico (ricordiamo quanto ha sofferto Di Emidio nella partita di andata contro Chieti). Con l’arrivo di coach Martelossi, però, anche lui è sembrato rinato con la ventata di novità che ha portato il coach, tornando il capitano che tutti ricordavano. Leadership dentro e fuori dal campo, conclusioni chirurgiche ma sempre azzeccate e regia spettacolare per ordine e disciplina in campo.

Daniele Casadei 6 – (5.3 punti, 3.8 rimbalzi e 1.2 assist)
Stagione costellata da alti e bassi per il veterano romagnolo. Molte volte l’abbiamo visto andare sotto fisicamente contro avversari più prestanti e atletici di lui, ma al fisico spesso sopperisce la tecnica e l’esperienza. Casadei ne ha entrambe da vendere. Anche se non più incisivo come un tempo, soprattutto dopo il brutto infortunio della stagione scorsa, Casa è riuscito comunque a dire la sua in diverse occasioni, come ad esempio la seconda partita casalinga contro Imola in cui ha contribuito in maniera essenziale alla vittoria. Altre, però, sono state le occasioni in cui averlo in campo si è rivelato più dannoso che altro, con palle perse banali, tiri fuori dalla grazia degli dei del basket e difesa non all’altezza della situazione. Per lo spogliatoio rimane comunque un valore aggiunto: da buon romagnolo quale è, cementare la coesione del gruppo diventa naturale per lui, sia dentro sia fuori dal campo, sempre pronto ad incitare i compagni e arringare il pubblico nei momenti di difficoltà. Una stagione tutto sommato positiva per lui, bisognerà vedere durante l’estate se rientrerà nelle scelte di mercato della “nuova” società.

Michele Benfatto 7.5 – (12.2 punti, 6.4 rimbalzi e 1.0 assist)
La sua presenza in area fa paura a tutti. Nonostante gli ultimi anni siano stati costellati da infortuni più o meno gravi, la sua mole e la cattiveria agonistica sono ancora quelle di un ragazzino. Ruolo centrale nel gioco di questa squadra, nell’arco della stagione si è sempre fatto trovare pronto mettendo a segno canestri importanti facendo a sportellate sotto i tabelloni e catturando rimbalzi fondamentali. Rispetto alle passate stagioni poi, ha anche perfezionato il tiro dalla media distanza piedi per terra, diventando pericoloso anche fuori dal pitturato allargando il campo per i compagni e costringendo il lungo avversario ad uscire o a fare una scelta sul pick&roll per impedirgli il tiro. Grande uomo sia dentro sia fuori dal campo, per Benfa questa è stata una delle stagioni più floride dei quattro anni in biancoazzurro, nonostante la categoria sia molto diversa da quella a cui lui è sempre stato abituato. In questi giorni si sta già parlando di un suo possibile rinnovo, bisognerà solo vedere se Benfa accetterà di fare il secondo lungo oppure scendere di categoria e continuare a giocare da protagonista.

Vincenzo Pipitone 5.5 – (3 punti, 3,3 rimbalzi e 0,1 assist)
Vale in parte il discorso fatto per Bottioni: ad inizio campionato faticava a trovare minuti importanti, poi con il cambio allenatore e una nuova iniezione di fiducia è riuscito a ritagliarsi uno spazio come primo cambio di Benfatto. Per quanto riguarda la voglia e l’intensità che mette in campo è davvero da ammirare, ma a volte l’ingenuità e la giovinezza hanno preso il sopravvento annebbiando la sua prestazione generale. Grande lottatore a rimbalzo, soprattutto in attacco su ogni palla vagante, gli manca quel pizzico di aggressività in più per arrivare a concludere con la difesa schierata, cosa che grazie al suo fisico imponente dovrebbe fare con continuità. Molte volte quest’anno è stato preso di mira dagli arbitri per il suo modo non convenzionale di portare i blocchi in attacco, spesso considerato in movimento, ma anche questo dipende dalla poca durezza mentale, problema che potrà risolvere agevolmente.

Alberto Martelossi 9
Arrivato in un momento di sbandamento generale, è riuscito a riportare la squadra ai piani alti della classifica entrando di diritto nei playoff. Uomo umile dentro e fuori dal campo, ha fatto un grande lavoro soprattutto nel ricreare quel gruppo che sembrava un po’ perso per strada. IMPECCABILE.

Foto di Fabrizio De Simone



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