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Bisogna mettersi il cuore in pace: se mai la gradinata del Paolo Mazza verrà riaperta, sarà solo nella prossima stagione. Ammesso che la sua sistemazione rientri effettivamenti nei piani discussi da SPAL e amministrazione comunale. Per il momento non si sa molto su quali siano le idee al vaglio delle due parti. Anzi, per la verità si sa quasi nulla. Che ci sia sintonia tra giunta e dirigenti biancazzurri è un fatto acclarato, che entrambi si trovino d’accordo nell’applicare la massima discrezione pure. Lunedì, dopo l’incontro tra la delegazione spallina e gli assessori Merli e Modonesi, è stato diffuso un comunicato che definire scarno è un eufemismo. Questo il testo: “Nella giornata odierna si è tenuto un incontro tra la società Spal 2013 srl e gli assessori del Comune di Ferrara Simone Merli e Aldo Modonesi per fare il punto sulla situazione dello stadio comunale Paolo Mazza. Si è trattato di un primo appuntamento interlocutorio a cui seguirà un incontro di dettaglio dove saranno analizzati gli aspetti economico-finanziari in ordine agli interventi da eseguire all’impianto“.

Nessuno, né da una parte né dall’altra, ha voluto aggiungere di più, rimarcando la prematurità di ogni possibile valutazione. La curiosità però è tanta. Da tempo circolano voci di un piano (utopico?) per la costruzione di un nuovo stadio in località Chiesuol del Fosso. Il che ovviamente implicherebbe l’addio al Paolo Mazza e una successiva riqualificazione dell’area in cui si trova ora. Pensiero che ovviamente fa rizzare i capelli a buona parte della tifoseria. Pur non volendo entrare nel merito del discorso, il presidente Walter Mattioli si è concesso qualche battuta sulla questione a margine della conferenza stampa di ripresa degli allenamenti: “Se non diciamo niente è perché abbiamo concordato una linea all’insegna della riservatezza. Non è che vogliamo nascondere qualcosa, ma per il momento ci sono solo idee e chiacchiere preliminari, sarebbe inutile divulgarle. Diciamo che quella di lunedì è stata una bella discussione in cui abbiamo valutato diverse ipotesi, legate a tanti diversi aspetti del Paolo Mazza. Però mi sento di escludere l’idea di uno stadio nuovo. Sarebbe più logica una ristrutturazione di quello che abbiamo già. Resta da capire con quali criteri e con quali economie. Verso fine mese ci incontreremo di nuovo ed entreremo nel dettaglio di alcune questioni, alla presenza anche del sindaco Tagliani”.

Mattioli ovviamente non lo può dire esplicitamente, ma la preoccupazione principale riguarda i requisiti infrastrutturali per un eventuale campionato di serie B. In quel caso il Paolo Mazza avrebbe tre problemi principali: la capienza minima, gli accessi e l’impianto di illuminazione. Quest’ultimo, grazie all’intervento di rinnovamento dello scorso anno, può essere rapidamente adeguato, mentre gli altri due aspetti sono in parte collegati. Capitolo capienza: da regolamento la Figc richiede una capienza minima di 10mila posti. Se al Paolo Mazza venisse riaperta la gradinata non ci sarebbe problema (pur con interventi) a raggiungerla, ma bisogna ricordare che oltre la capienza di 7500 posti c’è l’obbligo di installazione dei tornelli in base all’articolo 8 del decreto ministeriale del 6 giugno 2005 riguardante la sicurezza negli stadi.
D’altra parte è vero anche che alle neopromosse può venire concesso un anno di deroga, proprio per la pianificazione e la realizzazione degli interventi di adeguamento. La sensazione è che – in caso di salto di categoria – la SPAL possa senz’altro giocare questa carta analogamente a quanto accaduto nel caso del Carpi con il “Cabassi”. Ma sono solo supposizioni. In più, particolare non indifferente, la serie B è ancora ben lungi dall’essere conquistata. “Stiamo parlando di tanti tipi di soluzioni, – ha concluso Mattioli – ora ci sono solo riflessioni rivolte a trovare quella che possa accontentare tutti quanti. Va da sé che vogliamo andare il più possibile incontro alle esigenze dei nostri tifosi”.



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