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Cinque mesi da spettatore possono bastare per Federico Gentile. Il centrocampista romano ormai è pronto a fare il suo rientro in campo dopo il serio infortunio al ginocchio che gli ha fatto mancare buona parte della stagione. Per la verità, se lui stesso non avesse un po’ forzato in allenamento per la troppa voglia di rivestire la maglia della SPAL, i tifosi avrebbero già potuto rivederlo in azione: “E’ vero, – ammette lui con un sorriso – se l’avessi presa con più calma non avrei avuto il problema al polpaccio che mi ha infastidito nelle ultime settimane. Purtroppo ho sempre avuto questo difetto: non riesco a gestirmi, sono un po’ impaziente”.

Federico, ormai questa disavventura è alle spalle: sei pronto per tornare in campo?
“Direi di sì, procede tutto secondo i piani e sono contento perché le cose stanno andando bene per la squadra. Questo ha reso il mio periodo di assenza più leggero da sopportare. Dico la verità, sono già passato da una roba del genere e in quella occasione ho sofferto tantissimo perché le cose non andavano e mi dispiaceva non riuscire a fare niente. Qui invece vedere la squadra andare bene mi ha aiutato a essere più sereno”.

In questi mesi c’è stato un momento più difficile di altri?
“Quando ho deciso di affrontare l’operazione non ho pensato alle difficoltà, però nel preciso momento dell’intervento l’ho accusato più del previsto e non so perché. Poi mi sono ripreso e da lì sapevo tutto quello che c’era da fare per rientrare. Alla fine è andato tutto bene, salvo problemini che sono nella norma”.

Viene spontaneo chiedersi come un tipo frenetico come te abbia riempito le sue giornate durante la convalescenza.
“(Sorride) Stressando tutti quelli che mi stavano attorno! Già non sono facile di mio, se poi sono fermo divento anche peggio. Però avere una famiglia alle spalle mi ha aiutato tantissimo. Avere a casa una moglie e un bambino a cui dare affetto e attenzioni è importantissimo”.

In ogni caso, a giudicare dalle dichiarazioni spese da staff e giocatori nel corso di questi mesi, la tua presenza è comunque stata costante.
“Certo, ci mancherebbe altro… fin dal giorno dell’intervento ho avuto l’obiettivo per rientrare il prima possibile e cercare di farlo bene. Chiaramente i ragazzi sono stati fondamentali. Ho sempre cercato di vivere lo spogliatoio, perché si è creato un ambiente fantastico e questo mi ha dato una grossa forza. Non ce la facevo proprio a stare lontano al gruppo, a parte in occasione delle visite mediche”.

Nel frattempo è anche aumentata la concorrenza a centrocampo.
“Una squadra che vuole vincere deve essere competitiva e avere delle alternative. Da un lato sta a me dare il meglio, considerando che confrontarmi con giocatori importanti può farmi solo crescere. Per il resto è un problema del mister (ride)”.

Quello con Semplici sembra essere un rapporto molto solido.
“Indubbiamente. Il mister e lo staff sono sempre stati attenti a tenermi sempre in considerazione, perché hanno capito il momento di difficoltà personale. Una battuta o una presa in giro era importante perché mi faceva sentire considerato. Anzi, a questo proposito ci tengo tantissimo a ringraziare lo staff sanitario e dei fisioterapisti perché sono eccezionali. Ci aggiungo anche Marco (il magazziniere) che mi sopporta tutti i giorni… ci sono stati momenti in cui passavo più tempo con lui che con mia moglie (ride)”.

Di sicuro il mister sarà felice di ricominciare a sgolarsi durante le partite: spesso sei uno dei bersagli privilegiati delle sue indicazioni o dei suoi rimbrotti.
“(Sorride) Come dicevo, col mister si è creato un rapporto molto bello, al di là delle scelte. Anche in allenamento spesso mi prende in giro per punzecchiarmi e incoraggiarmi a fare meglio. Poi se mi richiama è perché probabilmente sono uno di quelli che capisce di meno e quindi deve starmi un po’ addosso (ride di nuovo)”.

Tanti tifosi hanno dato prova di affezionarsi a te, schierandosi anche contro una tua eventuale cessione a gennaio.
“Sì, l’ho saputo. Intanto mi preme dire che sono grato ai tifosi, perché mi hanno fatto sentire un affetto che sinceramente non mi aspettavo. Quando si è parlato di mercato ne ho avuto un’ulteriore conferma. Di quei discorsi di mercato non mi sono interessato molto, perché non ho mai pensato di andare via dalla SPAL”.

Vista al tempo stesso dall’interno e da fuori la SPAL è davvero così forte come viene descritta dagli addetti ai lavori?
“Beh, non si può negare che rispetto alla scorsa stagione siano stati aggiunti giocatori dalle qualità importanti che probabilmente mancavano e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se la SPAL sia o non sia la migliore squadre del girone lo lascio dire agli altri. Di sicuro la nostra forza sta nella mancanza di prime donne: ognuno è a disposizione dell’altro e quando c’è un errore o un richiamo siamo tutti allineati.

C’è anche chi obietta che la SPAL stia dominando per mancanza di avversari credibili.
“Penso sia facile dire che siamo i più forti, ma se siamo lì è perché lo dimostriamo di settimana in settimana impegnandoci al massimo. Il campionato a me pare equilibrato e da prendere sempre con le molle. Se siamo riusciti a fare quello che è stato fatto fino ad adesso è perché dietro c’è un percorso iniziato mesi fa, in cui abbiamo dimostrato di potercela giocare con chiunque”.

Come tanti tuoi compagni, hai il contratto in scadenza a giugno: loro finora si sono potuti mettere in mostra per guadagnare un eventuale rinnovo, tu no. E’ un dettaglio che ti preoccupa?
“Chiaramente essere in scadenza è, tra virgolette, una cosa che poteva mettermi un po’ di pressione, ma come ho detto prima durante la mia assenza ho sentito la vicinanza della società, per cui non ci ho pensato più di tanto”.

Il pubblico del Mazza potrà applaudirti già lunedì sera?
“Eh, vediamo. Per ora mi aspetto di fare un buon allenamento domani e di arrivare lunedì cercando di essere nelle migliori condizioni possibili. Sono a disposizione, ora l’importante è rientrare a regime”.

Sei felice di poter tornare a leggere le pagelle dei giornalisti?
“Felicissimo. Mi auguro solo siano migliori di quelle che prendevo a scuola (ride)”.



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