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A tre giorni dalla partita che ha consegnato la serie A alla SPAL, Davide Vagnati si stropiccia gli occhi, ancora incredulo per l’impresa biancazzurra, e con l’ultimo filo di voce che gli rimane racconta l’emozione della festa, il rinnovo di Semplici, i pensieri sul futuro, ma anche i progetti per la prossima stagione.

Direttore, sembra particolarmente provato.
“Sono ancora senza voce, ma pieno di gioia: durante la festa in piazza è stato meraviglioso sentire il calore della gente, vedere i bambini ridere e gli anziani piangere. Questo ci fa capire l’importanza del traguardo raggiunto. Oggi ho dovuto spegnere il telefono perché non ne potevo più! Ho ricevuto parecchie telefonate da persone importanti che mi hanno fatto le congratulazioni e questo significa molto: certi complimenti fanno capire cosa abbiamo fatto e il senso dell’obiettivo raggiunto”.

Tra le tante, c’è stata una telefonata che le ha fatto particolarmente piacere? E una che invece non ti aspettavi?
“Mi ha fatto molto piacere stare mezz’ora al telefono con mister Arrigo Sacchi, ma anche le altre sono state motivo d’orgoglio: Paratici (ds della Juventus, ndr), Ausilio (ds dell’Inter, ndr), Sartori (ds dell’Atalanta, ndr) e altri che ringrazio per i loro complimenti”.

Adesso che la SPAL è in serie A non ci sarà più disparità con loro.
“Quest’anno abbiamo fatto qualcosa di straordinario: essere il direttore sportivo, a 39 anni, di una squadra che ha conquistato la promozione dopo 49 anni di assenza mi riempie di soddisfazione. Mi ha fatto molto piacere anche ricevere il premio di ieri a Rimini. Questi traguardi ripagano di tutte le notti insonni e le domeniche passate a sudare, anche se non bisogna dimenticare che i veri sacrifici li fa chi si alza alle sei della mattina per andare in Vetroresina: noi siamo fortunati. Ora dobbiamo mettere da parte il timore reverenziale e pensare che dovremo giocare in quegli stadi per guadagnarci la salvezza”.

La stagione dei biancazzurri si è già coronata con la promozione, ma immagino ci teniate a centrare anche il primo posto. 
“I ragazzi scendono sempre in campo per vincere e lo faranno anche giovedì contro il Bari. Non abbiamo ancora parlato della formazione col mister, ma credo sia giusto far giocare giovedì quei ragazzi meno impiegati durante l’anno, ma che fanno comunque parte del gruppo e che forse sono stati più importanti degli altri, risultando fondamentali. Probabilmente ci sarà spazio anche per loro e non è detto abbiano meno freschezza e motivazione dei titolari”.

E venerdì mattina da dove si riparte? 
“Siamo già ripartiti! Dobbiamo capire che la prossima sarà un’annata difficile e mentre quest’anno abbiamo abituato un po’ tutti a vincere, capiterà di perdere: occorre farsi trovare preparati. In serie A ci ci sono esigenze economiche differenti dagli altri campionati: noi dovremo essere bravi ad ottimizzare le risorse disponibili. Ora ci prendiamo qualche giorno per le ultime valutazioni e la settimana prossima ci troveremo col mister e la proprietà per programmare la prossima stagione. Al momento godiamoci la festa, quando avremo notizie sul futuro ne riparleremo”.

Dopo il prolungamento di mister Semplici, potrebbe arrivare anche il suo
“Ve lo dirà il Pres (ride)! La situazione è semplice: sono due mesi che ho parlato col presidente e siamo d’accordo. Per ora io ho ancora un altro anno e ci sarà tempo di parlarne, fra una cosa e l’altra”.

Proviamo, anche se non risponderà mai: ci direbbe quattro punti fermi della rosa attuale che sicuramente resteranno anche l’anno prossimo?
“Certo: Colombarini, Mattioli, Semplici e Vagnati! A parte gli scherzi, onestamente dico che indispensabili non sono neanche Semplici e Vagnati, ma solo Colombarini e Mattioli: qualsiasi conferma, cessione o acquisto futuro farà parte del gioco e del miglioramento in vista di una categoria diversa. La cosa fondamentale è la programmazione operata dalla proprietà: noi cercheremo di fare le scelte giuste sbagliando il meno possibile. Nel mercato della serie A ci vogliono due cose: o tanti soldi, o tanta pazienza. Credo che il messaggio sia chiaro”.

Siete stati premiati per la scelta di formare un gruppo di soli italiani. Questa politica vi ha premiato in Lega Pro e anche in serie B. Ma in serie A è possibile portarla avanti?
“Sarà molto difficile. Non è detto vi saranno parecchi stranieri il prossimo anno, ma non lo escludiamo: è evidente che se entrerà in rosa qualche straniero sarà solo per migliorarla e non per altri motivi. Vedremo se dal punto di vista economico riusciremo ad ottimizzare le risorse per investire anche in questa direzione”.

Visto che coi nomi non ci ha dato soddisfazione, proviamo con i numeri: che rosa avete in mente? 
“E’ molto semplice: ci sono delle liste. Venticinque giocatori in lista, di cui quattro cresciuti in un settore giovanile italiano e altri quattro che devono aver fatto almeno 36 mesi nel vivaio spallino: se me li trovati vi pago (ride)! Partiamo già con un handicap perché non credo ci siano da noi giocatori che rispecchiano queste caratteristiche. Sarà fondamentale un investimento nel settore giovanile se vogliamo mantenere la categoria”.



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