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Gira e rigira, la domanda che ci si fa in questi giorni è la stessa di un mese fa: la SPAL può davvero arrivare a prendere Leonardo Pavoletti? Le voci sull’attaccante del Napoli si sono intensificate di nuovo nell’ultima settimana, riaccendendo le fantasie dei tifosi biancazzurri. Era il 17 di luglio quando facevamo alcune considerazioni sull’improbabilità di questo scenario. Venti giorni dopo qualcosa è effettivamente cambiato? Proviamo a ragionare.

Perché sì:
Perché la SPAL è effettivamente alla ricerca di un centravanti dotato fisicamente e nel gioco aereo, possibilmente capace di garantire 10-15 gol. Pavoletti risponde a questo identikit ed è ormai assodato il suo gradimento da parte di mister Semplici. Il Napoli ha escluso l’attaccante dalla lista per il preliminare di Champions League e già da tempo è chiaro che Sarri non ha una particolare predilezione per lui. Il club di De Laurentiis punta ovviamente a cederlo, ma paradossalmente ha le mani legate perché nessuna squadra in questo momento offrirebbe i 18 (!) milioni spesi a gennaio per prelevarlo dal Genoa. Per questo il ds Giuntoli – che è in buoni rapporti con Vagnati – potrebbe prendere in esame un prestito (magari nelle battute finali del mercato) per provare a rilanciare il giocatore e venderlo al miglior offerente nella stagione successiva. Ci sono poi un altro paio di indizi che puntano verso la realizzazione di un colpo a effetto da parte della SPAL. La disponibilità delle maglie numero 9 e 19 (la preferita di Pavoletti) e il cambio di strategia sull’attaccante “under” (il quinto del reparto). Negli ultimi due giorni sembra essersi notevolmente affievolita la pista Ajeti e ha preso corpo l’idea di un prestito di Federico Bonazzoli dalla Sampdoria. L’arrivo del giovane talento ex Inter non presuppone il consistente investimento ipotizzato per Ajeti (si parlava di oltre 3 milioni di euro) e lascerebbe spazio per un’operazione di alto profilo che senz’altro infiammerebbe la piazza in termini di entusiasmo e spazzerebbe via i residui di polemica che ci si porta dietro dalla presentazione della campagna abbonamenti.

Perché no:
Se il giocatore non si è mosso dall’inizio del mercato a oggi, un motivo ci deve essere. Anzi, più di uno. Il primo è senz’altro l’ingaggio che gli garantisce il Napoli: base da 1,9 milioni a stagione più vari bonus che possono aggiungere fino a 400mila euro. Un’enormità che ha spaventato anche club economicamente più solidi della SPAL come Udinese, Sassuolo e Benevento. Alla lista, negli ultimi dieci giorni, si sarebbero aggiunge anche Hellas Verona e Bologna anche se non ci sono conferme in tal senso. Il secondo motivo sta nella convinzione, da parte del giocatore, di potersi ancora giocare le sue carte ad alti livelli e quindi la scarsa propensione ad accettare l’idea di una trasferimento in squadre che lotteranno per la salvezza. Il centravanti livornese, che a novembre compirà 29 anni, sembrerebbe anche disposto a rimanere a Napoli almeno fino a gennaio per poi valutare il da farsi. C’è poi un ulteriore aspetto da tenere in considerazione: il Napoli – almeno in questa fase – non sembra essere propenso a contribuire in maniera decisiva all’ingaggio e questo raffredda in partenza le velleità delle pretendenti. Qualcosa potrebbe cambiare solo negli ultimi giorni di mercato, a fronte di una richiesta esplicita di cessione da parte del giocatore. Infine vanno tenuti in considerazioni i conti in casa SPAL. Vagnati ha rimarcato in più occasioni la necessità di mantenere un occhio attento al budget per non mettere a soqquadro i bilanci della società. Un prestito di un grosso calibro come Pavoletti, anche solo al 50% dell’ingaggio e per una sola stagione, potrebbe rappresentare più un rischio che un investimento.

Le alternative (conosciute):
I nomi alternativi che circolano per la maglia numero 9 sono gli stessi di giugno e luglio. Khouma Babacar (Fiorentina) e Filip Djordjevic (Lazio). Al netto di operazioni a fari spenti da parte di Vagnati. Il ds negli ultimi anni è stato spesso abile nel tessere trame senza farsi scoprire dagli addetti ai lavori, anche se nel calcio iper-mediatico di oggi è sempre più complicato. Babacar (1993) alla Fiorentina al momento è chiuso da Kalinic, ma in caso di partenza del croato si ritroverebbe con un posto da titolare. L’attaccante senegalese di recente è stato elogiato da mister Pioli per il suo impegno e le sue qualità, ma un arrivo di Simeone dal Genoa potrebbe rendergli la vita difficile. Anche nel suo caso la lista delle squadre interessate è lunga (in Italia e all’estero), ma il contratto da 1,4 milioni a stagione fino al 2019 costituisce un ostacolo non secondario.
Leggermente diversa la situazione di Djordjevic (1987). Il centravanti nativo di Belgrado ha un ingaggio da 1,2 milioni, ma andrà a scadenza a giugno 2018 e questo aiuta non poco le pretendenti. Il reparto avanzato della Lazio, guidato da un imprescindibile Immobile, è piuttosto affollato ed è chiaro che il giocatore sia destinato a cambiare aria. Tra l’altro una sua partenza permetterebbe alla Lazio di liberare una casella per l’ingaggio di un extra-comunitario. Dopo una stagione di debutto incoraggiante (2014/15, 27 presenze e 9 gol) Djordevic ha vissuto due annate difficili. Nella stagione 2015/16 ha dovuto fare i conti con diversi infortuni che hanno intaccato la sua continuità, anche a fronte delle 31 apparizioni totali (6 gol); mentre nell’ultima ha vestito la maglia di titolare solo in cinque occasioni (quattro in campionato) con un solo gol, in Tim Cup contro il Genoa. Le cronache riferiscono di una predilezione per una soluzione estera, ma chissà che una buona proposta della SPAL non possa convincerlo a passare dal biancoceleste al biancazzurro.

 



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