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Con il pareggio del “Paolo Mazza” contro la Fiorentina la SPAL ha allungato a tre partite la striscia di risultati utili, ma adesso per la truppa di mister Leonardo Semplici è tempo di un altro banco di prova importante: andare a vincere uno scontro diretto per la salvezza in casa del Chievo, al “Marcantonio Bentegodi” di Verona, non è impresa facile. Pure il Napoli schiacciasassi non è riuscita ad aver la meglio della squadra di Maran. I clivensi dopo i partenopei hanno fermato anche il Torino, archiviando così le due (sonore) sconfitte incassate con Milan e Sampdoria, e adesso se ne stanno belli tranquilli a metà classifica a quota 17 punti, a +8 dalla terzultima piazza.

Tra infortuni e squalifiche, Chievo e SPAL arriveranno all’appuntamento di sabato con una lunga lista di assenze, e per capire meglio che aria tira in casa dei “mussi volanti” abbiamo raggiunto telefonicamente Alessandro De Pietro, collega che segue il Chievo per L’Arena e La Gazzetta dello Sport.

Alessandro, partiamo dagli ultimi risultati del Chievo: dopo due sconfitte consecutive sono arrivati due pareggi contro squadre importanti, prima con il Napoli in casa, poi con il Torino fuori. Crisi stoppata sul nascere?
“A dir la verità credo che il Chievo in crisi non ci sia mai entrato: la battuta d’arresto con il Milan è arrivata subito dopo il derby con l’Hellas che ha consumato parecchie energie, sia fisiche che mentali. Mentre quella con la Sampdoria è maturata dopo un ottimo primo tempo, la squadra non meritava assolutamente di essere in svantaggio all’intervallo. Entrambe le sconfitte le definirei abbastanza casuali. Ecco perché di crisi di risultati non parlerei”.

Comunque, per ora quello del Chievo è stato un ottimo campionato, battuto solo da squadre di alto livello: Lazio, Juve, Milan e la Sampdoria.
“Senza alcun dubbio. Non ci si può lamentare del percorso fatto fino ad adesso. Il Chievo è bravo a non sbagliare praticamente mai gli scontri diretti, soprattutto quelli in casa. E’ una squadra da metà classifica, sicuramente al di sopra di quella che è la lotta salvezza. La posizione attuale è quella che rispecchia le qualità tecnico tattiche della rosa a disposizione di Maran”.

A proposito di scontri diretti: quello con la SPAL di sabato ha tutte le caratteristiche per esserne uno. Che partita sarà?
“Difficile dirlo. La SPAL sembra che abbia ritrovato la serenità che l’ha contraddistinta nelle prime gare di questo campionato e gode di una buona condizione di forma. Vedremo quanto incideranno le assenze. Comunque per il Chievo affrontare i biancazzurri non sarà comodo, perché si muovono seguendo in maniera rigorosa i dettami tattici di Semplici e gli automatismi che derivano dal lavoro quotidiano dell’allenatore, questo è senz’altro un valore in più da poter sfruttare a proprio vantaggio. Ma il Chievo si è segnato il rosso la data sul calendario: vuol vincere la partita a tutti i costi: mettere dieci punti tra se e una diretta concorrente per la permanenza in Serie A a metà novembre vuol dire quasi ipotecare la salvezza. Però la SPAL è in salute, quindi, è più facile a dirsi che a farsi”.

Con la SPAL mancheranno Castro, infortunato, e Radovanovic, squalificato. Quali soluzione ha in testa Maran per sopperire alle assenze a centrocampo?
“L’emergenza in mediana non è da sottovalutare, per Maran è una bella gatta da pelare. Comunque, Rigoni al 99% sostituirà Castro, mentre al posto di Radovanovic probabile giochi chi vince il ballottaggio tra Bastien e e Depaoli”.

Semplici, invece, deve rinunciare a Borriello e Antenucci. Ma può contare su Paloschi, che pare essersi sbloccato e godere di un’ottima forma. Paura del gol dell’ex?
“In casa Chievo c’è il massimo rispetto per Paloschi, anche perché ha provato a riportarlo a Verona fino a metà luglio. Poi quando ha tentennato non accettando subito la proposta di contratto lo ha lasciato stare, virando su altri obiettivi. Il reparto offensivo del Chievo non avrà nomi altisonanti come quello della SPAL ma è completo: Inglese, che è nel giro della nazionale, Meggiorini, Pellissier, Pucciarelli e Stępiński creano un pacchetto di attaccanti funzionali a quello che è il gioco di Maran”.

Come può fare la SPAL, galvanizzata dalle buone prestazioni ottenute dopo aver reso più ibrido il classico 352, a impensierire i gialloblù?
“Approfittando della non esaltante condizione fisica di Dainelli e Gamberini, entrambi non stanno proprio benissimo. Ma la difesa del Chievo è solida, indipendentemente da chi gioca”.

E i punti di forza del Chievo?
“Le combinazioni di Inglese e Meggiorini e gli inserimenti di Bastien, se dovesse giocare, saranno le armi più pericolose per fare male alla difesa biancazzura. Oltre che alle palle inattive: il Chievo è forte di testa e in generale a sfruttare i calci piazzati”.

Per chiudere, qual è il segreto della società di Campedelli per rimanere in Serie A stabilmente pur essendo una piccola realtà?
“La continuità, a partite dal presidente: oramai la presidenza Campedelli ha compiuto venticinque anni, il lavoro e tutto il resto che circonda una squadra di calcio vengono da sé quando alle spalle c’è una società solida e responsabile. Rispetto alle nuove realtà che si affacciano alla Serie A per la prima volta o alle squadre che fanno su e giù dalla B al Chievo è tutto più facile. Poi c’è un blocco di giocatori molto solido e molto forte moralmente che più o meno lo stesso da tre stagioni, questo è un ulteriore vantaggio per la causa”.



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