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La buona notizia è che la Juventus arriverà a Ferrara a sole 72 ore da un recupero di campionato, quella cattiva è che la squadra di Allegri viene da dodici vittorie consecutive e sembra praticamente imbattibile in questa fase della stagione. Nel 2018 i bianconeri non hanno ancora preso gol in campionato. L’ultimo rete subita risale al 30 dicembre e porta la firma di Martin Caceres, in un match in casa dell’Hellas Verona, finito poi 3-1 per i piemontesi. Poi porta chiusa a doppia mandata, coppe a parte. Partita dopo partita, la Juve si è dimostrata solida in difesa e incisiva in attacco portando sempre a casa più o meno facilmente i tre punti. Con la vittoria per 2-0 nel recupero contro l’Atalanta, i bianconeri hanno consolidato il primo posto in classifica e viaggiano con un vantaggio di quattro punti sul Napoli.

LA FORMAZIONE
Nonostante la sfilza di impegni delle ultime settimane tra campionato e Champions League, esclusione di Alex Sandro a parte, i bianconeri hanno affrontato l’Atalanta con quella che è da considerare come la formazione titolare per eccellenza: Con Buffon tra i pali, da destra verso sinistra in difesa sono scesi in campo Lichtsteiner, Benatia, Chiellini e Asamoah. In mediana accanto all’inamovibile Pjanic, come di consueto, Matuidi e in una trequarti orfana di Bernardeschi e Cuadrado, le scelte non possono che ricadere su i titolarissimi Mandzukic, Dybala e Douglas Costa. In attacco, unica punta Gonzalo Higuain.

LA PRESTAZIONE
La prima metà di gara non è stata sicuramente tra le più entusiasmanti. Merito dell’Atalanta che ha giocato la partita praticamente alla pari con la Juventus soprattutto con una buona organizzazione di gioco. Tuttavia, una volta trovato il vantaggio per mano di un Higuain veramente scatenato, i bianconeri sono riusciti a spezzare il 3412 di Gasperini. Ottenuto il punto dell’1-0, gli uomini di mister Allegri hanno accelerato, prendendo il controllo del gioco. La rete del 2-0, firmata Matuidi, ha poi messo definitivamente la parola fine all’incontro.

LA CHIAVE TATTICA
Definire una ben precisa trama di gioco di una squadra che vanta una rosa così ampia e di qualità non è cosa semplice. Le alternative a disposizione di mister Allegri sono veramente tante e la sua formazione si è dimostrata – sopratutto in questo campionato – adattabile a ogni tipo di avversario. Tuttavia, durante l’arco di questa stagione, i bianconeri hanno messo in mostra un paio di meccanismi con estrema frequenza rispetto ad altri. Per quanto riguarda l’aspetto prettamente difensivo, la squadra di Allegri è perfettamente capace sia di applicare un pressing alto, sia di sfidare gli avversari con un’ottima occupazione degli spazi nella propria metà campo. Nella fase numero uno i bianconeri si spingono nella metà campo avversaria con lo scopo preciso di insidiare i centrali avversari. Un esempio utile può essere la prestazione offerta contro l’Inter nel girone di andata, in cui Matuidi e Pjanic raggiungevano spesso e volentieri la linea di Higuain, per braccare Borja Valero e Vecino. In quella occasione i nerazzurri provarono quindi a spostare la conduzione del gioco sulle fasce, ma quasi sempre i laterali hanno trovato la loro strada sbarrata da blocchi di tre dei giocatori avversari.
Un esempio di atteggiamento attendista si è visto invece nel match di dicembre contro il Napoli, terminato per 1-0 in favore della Juventus. In quel caso i bianconeri hanno occupato diligentemente il centro della propria metà campo attraverso una disposizione fittissima da parte di tutti i reparti, obbligando così il Napoli a giocare sulla fasce. Gli assetti prediletti per questa fase sono il 442 o il 4141 – le due linee da quattro sembrano le più congeniali per una simile gestione del campo – ma ad esempio nel match conclusosi 0-0 contro il Barcellona, durante la fase a gironi di Champions League, gli uomini di Allegri hanno cambiato in fase difensiva il loro assetto da un inedito 343 a un 532 grazie all’arretramento di Cuadrado e Alex Sandro.
In avanti la situazione non è meno complessa. L’arma migliore dei giocatori della Juve è sicuramente la combinazione di tecnica e intelligenza tattica dei propri attaccanti. Gli uomini di Allegri – in particolare Higuain e Dybala – tendono ad aggredire l’area di rigore anche con movimenti senza palla, facendo saltare così le mercature avversarie. Un altro elemento caratteristico sembra la propensione per una costruzione sulla fascia destra. La maggior parte dei palloni passano per i piedi di Cuadrado o di Douglas Costa, poiché entrambi riescono a portare con molta facilità i compagni in superiorità numerica. Contro l’Udinese poi si è visto un reiterato giro palla al fine di eludere lo schieramento difensivo avversario mediante rapidi cambi di gioco da destra verso sinistra, al fine di sfruttare gli inserimenti di Asamoah quasi sempre a ridosso dell’area di rigore.

OCCHIO ALL’AVVERSARIO
In questa fase di stagione non si può non parlare di Gonzalo Higuain. Dopo un avvio di stagione con il freno a mano tirato, il bomber argentino ha ritrovato anche il feeling con la porta. Raggiunta già quota 14 gol, il Pipita non sembra minimamente dell’idea di volersi fermare. Ciò che lo contraddistingue – e che probabilmente crea il solco tra lui e molti altri attaccanti – è l’incredibile intelligenza tattica. Higuain di fatto è capace di creare lo spazio per sé e per i suoi compagni (spesso è abile nel far saltare le marcature effettuando tagli in area con un tempismo incredibile) e di procurarsi tantissime occasioni da gol. Un esempio? Basti vedere il secondo gol di Dybala nel match contro l’Udinese di domenica scorsa. Higuain riceve palla, legge in anticipo i movimenti del compagno e connazionale, decide di proteggere la sfera e libera il numero dieci bianconero con un tocco perfetto.
Un altro da osservare con attenzione è proprio il numero dieci, Paulo Dybala. Il talento argentino è un mix esplosivo di coordinazione, tecnica e quando è in forma – in questo periodo sembra proprio esserlo – è capace di far saltare ogni schema e marcatura con azioni in solitaria da vero fuoriclasse. Uno dei suoi marchi di fabbrica sono sicuramente i calci di punizione. Vedere per credere il primo gol contro l’Udinese da quella che sembrerebbe la sua tegola preferita. E a proposito di calci piazzati un altro da tenere d’occhio è Miralem Pjanić. Il centrocampista bosniaco è uno dei migliori al mondo su palla inattiva e negli ultimi sette anni ha messo a segno ben 14 gol su punizione, un record in Serie A. Da non sottovalutare inoltre la netta propensione nel servire i compagni: sono 7 infatti gli assist finora in campionato.
Attenzione anche a Douglas Costa. Con Bernardeschi e Cuadrado fuori dai giochi per infortunio, mister Allegri non potrà certamente privarsi dell’esterno brasiliano. L’attaccante nel suo bagaglio tecnico annovera sorprendenti accelerazioni e dribbling ubriacanti. Nonostante il tasso tecnico della squadra sia altissimo e la concorrenza per lui sia tanta, visto lo stato di forma attuale, è colui che meglio riesce a portare i propri compagni in superiorità numerica. Basti pensare con quanta facilità ha portato a spasso un intero reparto difensivo nell’azione valevole il primo gol del match contro i bergamaschi.
Infine, oltre a Bernardeschi e a Cuadrado, della gara al Paolo Mazza non sarà Benatia. Il difensore marocchino, diffidato prima del confronto coi nerazzurri, salterà il match contro gli estensi per somma di ammonizioni.

L’ANDAMENTO RECENTE
Quando si ha di fronte una squadra concreta, cinica e che lascia veramente poco al caso, non si può che andare a cercare il pelo nell’uovo. Come già detto, la Juve non prende gol dal 30 dicembre, giorno in cui Martin Caceres ha beffato Szczesny con un siluro dalla distanza. Da lì in poi, solo in Champions League la Juve non è riuscita a mantenere la propria solidità difensiva. Tra andata e ritorno, i bianconeri hanno subito ben tre reti contro gli inglesi del Tottenham.
Escludendo il gol dell’ex dell’uruguaiano, arrivata più grazie a una prodezza personale, abbiamo provato ad analizzare le reti incassate dai bianconeri nel doppio confronto coi londinesi. Nel match di andata, il primo gol porta la firma di Kane e l’azione nasce da una palla persa in seguito a un palleggio scomodo da parte dei centrocampisti della Juve. Grazie a una rapida aggressione dell’area di rigore, tutto il reparto difensivo si perde Kane e il bomber inglese può andare dritto in porta. Buffon prova ad anticiparlo avventandosi sul pallone, ma calcola male spazio e tempi e si fa fregare dal numero nove del Tottenham che così può insaccare facilmente in rete. Il secondo gol nasce da palla inattiva ed è Eriksen a superare nuovamente Buffon. L’esecuzione non pare delle più pregevoli e il gol sembra più frutto di un mal posizionamento della barriera. L’unico gol degli inglesi al Wembley porta invece la firma di Son Heung-Min. Anche questa rete è viziata da una disattenzione della difesa bianconera in seguito a un rapido assedio dell’area di rigore.
Insomma per battere questa Juve serve una disattenzione o una leggerezza del reparto difensivo guidato da Buffon. Gli errori dei bianconeri spesso nascono da aggressioni repentine dell’area di rigore o da rapidi capovolgimenti di fronte. Gli attuali padroni della serie A si sono spesso dimostrati attendisti e abili nel trovare un varco nelle difese avversarie. L’impressione è che però nel momento in cui i bianconeri si espongono troppo ai ribaltamenti di fronte avversari, specie se questi sono guidati da elementi ad alto tasso tecnico, possano entrare in difficoltà.

(5V, 0N, 0S)
ATALANTA – JUVENTUS 0-2 (Higuain, Matuidi)
JUVENTUS – UDINESE 2-0 (2 Dybala)
LAZIO – JUVENTUS 0-1 (Dybala)
TORINO – JUVENTUS 0-1 (Alex Sandro)
FIORENTINA – JUVENTUS 0-2 (Bernardeschi, Higuain)



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