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La sfida col Chievo è un’occasione d’oro per la SPAL per dare una bella spallata alle dirette concorrenti nella corsa alla salvezza. Battere i gialloblù non solo consentirebbe alla squadra di Semplici di fare altri tre passi in avanti, ma contribuirebbe anche a riequilibrare il conto nel confronto diretto, visto il 2-1 incassato all’andata. Senza contare il potenziale allungamento su un Crotone che riceve una lanciatissima Juventus.  Come di consueto, per capire meglio che aria tira in casa dei “mussi volanti”, abbiamo raggiunto telefonicamente un collega, Paolo Lora Lamia, di Tuttochievoverona.it

Paolo, grazie al successo con la SPAL nella gara di andata il Chievo sembrava virtualmente salvo visto la doppia cifra di vantaggio sulla terzultima. Ma dopo un girone la situazione in classifica non è proprio rosea. Cosa è successo?
“Il ragionamento fila, nel senso: dopo la vittoria per 2-1 con la SPAL era giusto pensare che il Chievo potesse salvarsi quasi in carrozza come è successo nelle ultime annate, d’altronde in quel momento era più vicino alla zona Europa League che a quella retrocessione. Probabilmente però dopo quella partita i clivensi hanno peccato di presunzione, sottovalutando troppo gli avversari: tralasciando la sconfitta con l’Inter e il pareggio con la Roma, che possono essere messe in conto, con Crotone, Bologna e Benevento sono arrivate tre battute d’arresto consecutive che si potevano evitare, perché le squadre erano alla portata. Da lì è cominciato il periodo negativo, continuato anche nel girone di ritorno. Per troppo tempo il Chievo non è stato in grado di vincere una partita. E i tre punti conquistati in casa con il Cagliari sono stati un fuoco di paglia, perché poi il derby con l’Hellas Verona è andato male, a causa di un approccio alla gara completamente sbagliato. Almeno nelle ultime uscite la truppa di Maran pare sia riuscita ad alzare la testa, ma cinque punti in quattro turni non stati sufficienti a farla uscire da una zona di classifica molto pericolosa, e assolutamente inaspettata ad inizio campionato, tanto meno a poco più di un mese dalla fine del campionato”.

Alla società è mai balenata in mente l’idea di esonerare Maran?
“A inizio febbraio, dopo le sconfitte del Chievo con Atalanta prima e Genoa poi, si era iniziato a parlare del fatto che la panchina di Maran fosse in bilico. Allarme rientrato dopo la vittoria con il Cagliari. Almeno fino alla sconfitta di Napoli, beffarda perché arrivata allo scadere e allo stesso tempo decisiva per le sorti del mister. Il suo posto avrebbe dovuto prenderlo tecnico della Primavera, Lorenzo D’Anna. Ma al termine di una riunione fiume, avvenuta nelle ore seguenti al triplice fischio, la dirigenza ha deciso di tornare sui propri passi e dare ancora fiducia all’allenatore. A tempo, perché è chiaro che molto dipende dall’esito di mercoledì sera. Ma non so in realtà cosa possa accadere dovesse andare male con la SPAL: manca davvero poco alla conclusione del torneo, forse è tardi per provare a cambiare qualcosa. Probabile, dunque, che Maran rimanga da qui alla fine, salvo dimissioni dello stesso”.

Rientra Giaccherini, ma Bani è squalificato dopo il rosso preso contro il Torino. Quale pensi possa essere l’undici titolare?
“Quella di Bani è un’assenza molto importante per l’economia difensiva del Chievo perché da quando è diventato titolare, all’inizio del girone di ritorno, ha sempre giocato bene e ha dato molta sicurezza e solidità alla retroguardia gialloblù. Ma non deve essere una scusante per un eventuale risultato negativo. Detto questo, il suo posto dovrebbe prenderlo Gamberini, che farà coppia con Tomovic al centro della difesa; terzini Jaroszyński e Cacciatore. Giaccherini credo verrà schierato sull’out di sinistra di centrocampo, con Castro a presidiare l’altra fascia; in mezzo Hetemaj e Radovanović. Quindi, direi che Maran possa riproporre il 4-4-2. E uno tra Stępiński – tra i più in forma al momento – e Meggiorini a dare manforte ad Inglese là davanti. Birsa pronto ad entrare a gara in corso come è accaduto nelle ultime partite”.

Visti i momenti profondamente diversi che stanno vivendo SPAL e Chievo che partita ti aspetti?
“Abbastanza bloccata perché presumo che prevarrà la paura di non perdere. Entrambe le squadre sono consapevoli secondo me che un’eventuale sconfitta in uno scontro diretto può rivelarsi fatale ai fini della salvezza. Oltretutto quest’anno ci sono parecchie squadre in un fazzoletto e ogni singolo punto può fare la differenza, soprattutto quello conquistati ai danni di una contendente. Ma magari una delle due con il passare del tempo una delle due prenderà coraggio vista l’importanza della posta in palio. Il Chievo in caso di vittoria non sarebbe matematicamente salvo ma farebbe un bel passo avanti; allo stesso modo la SPAL con altri tre punti in saccoccia potrebbe volare sulle ali dell’entusiasmo da qui alla fine”.

Cosa o chi può far pendere l’ago della bilancia da una parte piuttosto che dall’altra?
“Per quanto riguarda il Chievo, il rientro di Giaccherini credo che sia di vitale importanza perché da quando è arrivato dal Napoli ha dato un grande contributo e quando ha giocato è sempre stato tra i più positivi, riuscendo a fornire un apporto sia in termini di quantità che di qualità. Ha segnato due gol molto pesanti che hanno portato punti alla causa clivense, quello che alla fine è valso il pareggio con il Sassuolo e quello del raddoppio contro il Cagliari. Mentre per la SPAL, al di là della compattezza e dell’organizzazione di gioco che ha dato Semplici, credo possano fare la differenza Antenucci, il giocatore di maggior spessore a mio modestissimo avviso tra le fila biancazzure, e Paloschi, che in partite che possono valere una stagione spesso si esalta, come ha dimostrato proprio quando indossava la maglia gialloblu”.

Considerato il calendario di entrambe le squadre, un esito negativo può avere risvolti decisivi in chiave salvezza?
“La partita di mercoledì non darà alcun esito preciso, ma può essere un crocevia importante. E non solo quella tra SPAL e Chievo, ma tutta la giornata di serie A. Se la SPAL dovesse fare punti, così come il Crotone, e il Sassuolo venisse sconfitto la lotta per non retrocedere diventerebbe serratissima fino all’ultima giornata e coinvolgerebbe un gran numero di squadre come non accade da tempo immemore”.

Nella volata finale credi pesino di più gli scontri diretti o i punti conquistati ai danni di squadre che non ha più nulla da chiedere al campionato?
“In teoria, chi deve affrontare squadre che hanno già tirato i remi in barca sono più avvantaggiate. In pratica no: le partite vanno sempre giocate e scendere in campo sottovalutando l’avversario può rivelarsi un errore fatale. Ricordo il campionato 2015/2016, che il Chievo chiude a quota cinquanta punti, al nono posto in classifica: nel girone di ritorno i gialloblù vinsero, nonostante fossero annunciati come sicuri sconfitti alla vigilia, con Carpi, Frosinone e Palermo, tutte squadre con molte motivazioni in più perché in piena lotta per retrocedere. In queste circostanze serve sempre il massimo impegno possibile”.



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