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Nell’ultima di campionato la SPAL incontrerà una squadra che non ha più niente da chiedere al proprio campionato e che in trasferta è quasi sempre sembrata la brutta copia di sé stessa. Le poche speranze di piazzamento europeo della Sampdoria sono state definitivamente spazzate via dal Napoli a Marassi, così per la squadra di Giampaolo quella del 20 maggio sarà poco più che una gita di piacere.

FORMAZIONE
E’ una Sampdoria orfana soprattutto dei suoi attaccanti titolari quella schierata da Giampaolo contro il Napoli. La novità maggiore è la presenza in campo di Belec, schierato tra i pali al posto di Viviano, alle prese con un infortunio nel riscaldamento. In difesa Bereszynski, Anderson (sempre più in alto nelle gerarchie del mister), Ferrari (preferito al solito Silvestre) e Regini. In mediana Torreira è protetto dalle due mezzali Praet e Linetty, mentre sulla trequarti si vede il solito Ramirez. In attacco invece figurano Caprari e Kownacki, al posto di Zapata – al ritorno da un infortunio – e Quagliarella alle prese con una contusione al ginocchio.

LA PRESTAZIONE
E’ stata sicuramente una partita viziata dalle condizioni del terreno di gioco, con i blucerchiati che hanno tenuto testa egregiamente alle offensive partenopee per i primi 45 minuti. Tuttavia i liguri non hanno mai dimostrato di poter incanalare la partita su binari e favorevoli, fatta eccezione per la traversa colpita da Ferrari nel primo tempo sul risultato di 0-0. Le uniche azioni degne di nota sono arrivate perlopiù da iniziative personali: al 16′ della ripresa Kownacki ha liberato un sinistro che ha sfiorato il palo, prima che Milik trovasse l’incrocio dei pali con un gran sinistro. Fino a quel momento Belec aveva negato il vantaggio al Napoli con grandi parate. Il portiere sloveno classe 1990 si è reso protagonista di alcuni interventi notevoli ed è riuscito a mettere una pezza anche nel finale, opponendosi alla conclusione di Insigne dopo una combinazione in area con il compagno di reparto Mertens. Quella vista al Marassi contro il Napoli è una Sampdoria che, forse per via del costante impegno fisico chiesto dal gioco di Giampaolo, vede ormai alcune sue componenti decisamente affaticate, nonostante la squadra nel complesso sia stata capace di tener testa per buona parte di gara ai più quotati avversari.

LA CHIAVE TATTICA
Il tema tattico della Sampdoria di Giampaolo è delineato da tempo. Da anni tutte le sue squadre seguono i principi di un’idea di calcio chiara e pragmatica, basata su un 4312 caratterizzato da tanta corsa, tecnica e da una cura pressoché maniacale dei meccanismi difensivi. In fase di possesso i blucerchiati si dispongono in un 2-5-1-2 con gli esterni difesa che si alzano fino a raggiungere i tre di centrocampo. La manovra offensiva di fatto parte quasi sempre dalla coppia dei centrali di difesa: non a caso il tecnico preferisce affiancare un difensore dai piedi buoni a un compagno di reparto più fisico. Il fulcro del gioco è sicuramente Torreira che, andando incontro alla palla, forma un triangolo con la coppia di centrali. Il ruolo delle mezzali nel gioco di Giampaolo è fondamentale: oltre a coprire e difendere l’azione e i movimenti di Torreira, a entrambi è richiesto l’attacco degli spazi che in avanti vengono a crearsi dai movimenti del trequartista verso il pallone. La costruzione del gioco si basa su una rapida elusione del primo pressing attraverso una fitta rete di passaggi che poi porta o a una soluzione sugli esterni – che difficilmente cercano il fondo – o a una palla per vie centrali, sia in zona di rifinitura che in profondità. In tutto questo sono vitali i movimenti degli attaccanti. Entrambi si muovono spesso, alternandosi in giocate corto/lungo e offrendo sempre al trequartista – generalmente Ramirez – sia la soluzione in appoggio che la giocata in profondità. Un compito ulteriore lo ha inoltre Zapata che, in caso di una faticosa costruzione dalle retrovie, è il destinatario di lanci lunghi nella metà campo avversaria. Il più delle volte le scelte in fase di finalizzazione ricadono sul tiro da fuori o sugli inserimenti da parte dei centrocampisti e dei terzini, che sfruttano i movimenti degli attaccanti e del trequartista per allargare la difesa. La squadra inoltre tende a sfruttare le doti dei due attaccanti nel gioco aereo poiché, come accennato, viene spesso cercata la soluzione dalle fasce.
In fase di non possesso la squadra si schiera con un 4312. Il trequartista arretra creando un rombo con gli altri centrocampisti al fine di creare densità e obbligare l’avversario allo sviluppo del gioco sulle fasce. La linea tenuta dai difensori è sempre alta e fa costantemente affidamento sulla trappola del fuorigioco. Tuttavia l’arma vincente degli uomini di Giampaolo è sicuramente il pressing offensivo. Quando gli attaccanti entrano in fase di primo pressing, i difensori quasi sempre sono obbligati a girare il pallone sulle fasce, zona del campo in cui intervengono puntualmente le mezzali al fine di togliere tutti gli appoggi all’avversario.

OCCHIO ALL’AVVERSARIO
Sebbene la sua presenza sia ancora in dubbio, non si può non parlare di Fabio Quagliarella, il grande trascinatore trascinatore di questa squadra. Alla quindicesima stagione consecutiva in Serie A e a trentacinque anni già compiuti, l’attaccante blucerchiato ha messo a segno ben 19 reti in campionato, in quella che è finora la stagione più prolifica della sua carriera. Quagliarella coniuga il talento all’esperienza e nel tempo ha affinato la sua capacità di posizionamento e il suo senso del gol. Oltre a essere un buon finalizzatore e un discreto colpitore di testa, soprattutto in passato l’attaccante campano ci ha abituato anche a reti impossibili dalla notevole distanza e a conclusioni al volo di pregevole fattura. Occhio quindi a non lasciarlo solo.
L’altro attaccante di riferimento è Duvan Zapata, calciatore che – col passare degli anni – è stato capace di ritagliarsi uno spazio sempre più consistente in Serie A. Il punto di forza principale del centravanti colombiano è sicuramente lo strapotere fisico, caratteristica che usa sia per dare strappi consistenti alla partita, sia per crearsi lo spazio in area di rigore: non a caso Zapata è un pericolo soprattutto nel gioco aereo. La rete più impressionante di quest’anno – e che certamente rispecchia al meglio le sue caratteristiche – è sicuramente quella contro l’Udinese.
Il metronomo delle manovre della Samp è Lucas Torreira: in questa stagione si è confermato dopo aver fatto intravedere le sue qualità in quella precedente. Fondamentale per gli equilibri blucerchiati, Torreira è il giocatore che coniuga meglio quantità e abilità di un incontrista, ai piedi delicati di un giocatore prettamente offensivo. In questa stagione ha anche aggiustato la mira, mettendo a segno 4 gol.
Occhio infine a Gaston Ramirez. Mancino dalla visione di gioco eccelsa, ha dimostrato nel corso degli anni di preferire il passaggio smarcante per il compagno alla conclusione personale: sono infatti già 8 gli assist in campionato. In campo aperto, grazie al suo dribbling e alla sua buonissima velocità di base, può essere devastante.

L’ANDAMENTO RECENTE
E’ una Sampdoria in netto calo di prestazioni quella vista nella seconda metà di stagione. Dal 12 febbraio (data della sconfitta a San Siro contro il Milan)  i blucerchiati hanno raccolto appena 13 punti in 13 partite. Sorprende soprattutto l’incredibile differenza di rendimento tra casa e trasferta: a Marassi la squadra di Giampaolo ha fatto 39 punti sui 54 totali, collezionando addirittura undici sconfitte lontano da Genova.

(2V, 0N, 3S)
SAMPDORIA – NAPOLI 0-2
SASSUOLO – SAMPDORIA 1-0
SAMPDORIA – CAGLIARI 4-1 (Praet, Quagliarella, Kownacki, Ramirez)
LAZIO – SAMPDORIA 4-0
SAMPDORIA – BOLOGNA 1-0 (Zapata)



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