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La parola del mister al primo posto, l’impegno come atto di fede, la ricompensa (terrena) della salvezza. Se la SPAL fosse un culto religioso, Pasquale Schiattarella finirebbe col esserne uno dei suoi ministri più ferventi tra quelli a disposizione del profeta Leonardo: “Il mister mi ha allungato la carriera – dice in conferenza stampa il centrocampista di Mugnano – e forse non l’avevo mai ringraziato pubblicamente prima di ora. Il nuovo ruolo mi ha dato ancora più voglia di giocare a calcio, mi diverto. Ma so di poter fare anche meglio“. Provate voi a togliere da lì uno che la pensa in questo modo.

Venite da quattro sconfitte di fila: con quale umore ci si allena in questi giorni?
“Io penso che il momento sia positivo. Chiaro che se uno si ferma ai risultati può pensare diversamente, ma io che vivo la squadra ogni giorno sono ottimista, vedo il bicchiere mezzo pieno. Nell’ultimo mese non abbiamo fatto punti, ma il gioco e le prestazioni ci sono state. In questo gruppo ci si impegna al massimo, con sacrificio, per ottenere il risultato. Abbiamo messo in seria difficoltà avversari più forti di noi e questo ci deve dare consapevolezza. Ripartiamo dalla prestazione di domenica scorsa, sappiamo qual è il nostro obiettivo”.

In questo inizio di campionato si è vista una SPAL che prova a giocarla sempre, fin da fondo campo, anche a costo di prendersi dei rischi.
“Sì, lavoriamo per sviluppare il gioco da dietro, per arrivare alla porta avversaria in modo pulito.Il mister ci chiede di rischiare e giocarla sempre, per cui proviamo a farlo. Alcune volte ci riesce, altre no. Se perdiamo palla lì possiamo prendere gol, questo è vero. Ma se usciamo dalla prima pressione ribaltiamo l’azione e possiamo essere molto pericolosi. Secondo me lo abbiamo fatto molto bene ultimamente, anche se non sono arrivati i risultati”.

Verrà il momento in cui bisognerà anche giocarla lunga e buttare la palla in tribuna. Nello scorso girone di ritorno ci fu un periodo in cui venne praticato un gioco molto più pragmatico.
“Fino a che il mister chiede di giocarla io la gioco, è lui che ci dà l’impostazione. Ma al di là di questo penso che la forza della SPAL da tre anni a questa parte sia proprio di avere un grande gioco. E’ successo in B e anche l’anno scorso. Quello che abbiamo costruito lo abbiamo fatto attraverso un gioco importante, con intensità e idee”.

A proposito di idee: con un attaccante un po’ atipico come Petagna è cambiato qualcosa negli automatismi d’attacco?
“Ormai col mister abbiamo impostato un certo tipo di percorso, quindi è più lui che si deve calare nella nostra realtà e capire i meccanismi della squadra. Sta facendo di tutto per inserirsi al meglio, le sue prestazioni sono buone ma può fare meglio, come chiunque altro nella rosa”.

Torniamo indietro di un paio di capitoli: Firenze è stato il passaggio a vuoto più preoccupante di questa prima parte di campionato. Semplici ha sostenuto che in quella occasione avete proprio sbagliato l’approccio alla partita.
“Ha ragione il mister. Avevamo speso tanto sia con l’Atalanta, sia nelle partite precedenti facendo prestazioni importanti. Abbiamo pagato lo sforzo e quindi siamo arrivati senza la stessa carica. Ma penso che abbiamo dimostrato con i fatti che si sia trattata di una parentesi, perché le prestazioni successive sono state migliori. Se si guarda al gioco ci si accorge che siamo sulla strada giusta”.

Tra poco più di una settimana vi aspetta la Roma, che tra le altre cose può vantare un centrocampo particolarmente muscolare. 
“Penso che andremo a Roma a cercare di fare tre punti, con il nostro gioco e le nostre qualità. E’ vero che c’è un divario fisico e tecnico, ma noi abbiamo un’organizzazione che forse ad altri manca e puntiamo su quella per fare punti. Da lunedì inizieremo a pensare nello specifico a questa partita, ora dobbiamo solo mantenere la forma e caricarci adeguatamente”.

In mezzo a questa selva di partite molto impegnative, ci sarà lo scontro diretto col Frosinone.
“Onestamente non credo ci sia distinzione, perché in questo campionato non vedo partite che non presentino delle difficoltà. Mi sembra che qui vengano date per scontate alcune cose. C’è da soffrire, pedalare e salvarsi, anche all’ultima giornata. Sarà passato un messaggio sbagliato all’inizio, non lo so. Io ci metto la faccia perché conosco il pensiero dei ragazzi in spogliatoio. Non dobbiamo esaltarci dopo le vittorie, né deprimerci dopo le sconfitte. Dobbiamo solo volare bassi ed essere umili, solo così potremo farcela. Quello che so è che con le squadre alla pari abbiamo lottato e abbiamo vinto, con quelle superiori ci abbiamo provato, facendo bene. La Sampdoria ultimamente non era mai stata così in difficoltà, l’Atalanta l’abbiamo messa sotto come nessuno negli ultimi mesi e l’Inter praticamente non l’ha mai vista, pur riuscendo a vincere la partita. Per cui io credo sia il caso di essere fiduciosi e continuare così. Con molta serenità e lucidità”.



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