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Le quattro vittorie consecutive (di cui tre in campionato) degli ultimi venti giorni sembrano aver rimesso completamente in carreggiata una Roma che aveva iniziato la stagione con diverse incertezze. La squadra di Eusebio Di Francesco ha ritrovato la sua vena realizzativa (14 gol in quattro partite), seppure agevolata dalla scarsa consistenza di un paio di avversarie, Frosinone e Viktoria Plzen su tutte. Trascorsa la sosta per gli impegni internazionali, i giallorossi puntano a riprendere il discorso da dove l’avevano interrotto, ossia dallo 0-2 del “Castellani” di Empoli che li ha riportati a contatto con la zona-Champions in classifica.

L’ULTIMA PRESTAZIONE
Sebbene il risultato possa far credere il contrario, quella di Empoli non è stata una partita semplice per la squadra di Di Francesco. I toscani hanno giocato con grande personalità, aggredendo puntualmente i giallorossi utilizzando l’arma del contropiede. La Roma tuttavia non si è fatta intimidire e dopo un paio di conclusioni sfortunate di Under ha trovato il vantaggio nel primo tempo grazie a un grandissimo colpo di testa di Nzonzi. Nel secondo tempo l’Empoli ha avuto una grandissima occasione per rimettere la partita sui binari giusti, ma Caputo ha fallito il possibile punto dell’1-1 su rigore. Nonostante questo, la partita è rimasta in bilico per tutta la ripresa e solo la sfortuna ha impedito ai toscani di raggiungere un meritato pareggio. Nel finale un contropiede letale della Roma, finalizzato da Dzeko, ha sigillato il risultato e i relativi tre punti per gli uomini di Di Francesco.

LA CHIAVE TATTICA
La Roma è una squadra che fa del pressing alto la sua arma migliore e, giocando praticamente in un fazzoletto, lascia pochissimo spazio alla manovra avversaria. In fase di non possesso solitamente i giocatori passano repentinamente dal 433 al 4141 con i due esterni di attacco che si abbassano fino a raggiungere le due mezzali. A De Rossi spetta generalmente il compito di fare da ulteriore filtro tra il centrocampo e la difesa. Quando invece la Roma viene schierata con un 4231 con Nzonzi in mediana a supporto di De Rossi, i giallorossi si difendono con un 442 e creano densità nella propria metà campo. Dzeko ed El Shaarawy sfruttano le loro qualità per pressare alto e, in caso di recupero della sfera, ripartire in velocità. Lo scopo principale della fase difensiva della Roma è quello di indurre le squadre avversarie a dialogare con i propri difensori. Quando succede, ad alzarsi per primi in pressing sono gli esterni. Subito dopo le due mezzali – alzandosi anche loro – hanno il preciso compito di disturbare qualsiasi passaggio tra difesa e centrocampo. Contemporaneamente la linea dei quattro dietro si alza fino a metà campo, mettendo così gli attaccanti avversari in condizioni di fuorigioco. Qualora il pressing alto dovesse rivelarsi inefficace, risulta comunque difficile penetrare la difesa romanista. Al contrario dell’anno scorso però, quando quest’anno la Roma si è disposta con una difesa a tre, ha riscontrato più di qualche difficoltà.
In fase di possesso la squadra capitolina generalmente parte costruendo dal basso. Il passaggio iniziale a Kolarov risulta pressoché automatico. Portata la palla sulla sinistra – zona principale di costruzione per i giallorossi – tra  Kolarov e l’esterno di turno si crea un fraseggio dalle posizioni variabili, secondo quello che è un triangolo virtuale. Le distanze tra i tre rimangono perlopiù invariate: in questo modo, in caso di palla persa, è più facile recuperarla attraverso un pressing efficace. Dalla sinistra, la palla viene messa generalmente in mezzo o può essere lanciata a destra con l’obiettivo preciso di eludere l’accerchiamento difensivo e crossare. L’elemento fondamentale della manovra offensiva di Di Francesco infatti è il cross. Anche quando la squadra parte in transizione per via centrale, una volta che la sfera giunge a Dzeko viene nella maggior parte dei casi scaricata comunque sulle fasce grazie alla grande velocità degli interpreti a disposizione.
L’elemento misterioso di questa Roma rimane Pastore. Schierato inizialmente nel ruolo di mezzala, il talentuoso argentino non è riuscito a ritagliarsi uno spazio in mezzo al campo. Contro Atalanta e Milan soprattutto, più e più volte è stato possibile osservare Pastore abbassarsi alla ricerca di uno spazio, raccogliere la palla e servire i propri compagni con una lentezza e una confusione che non gli appartengono. Qualora la Roma dovesse proseguire la sua corsa utilizzando il 4231, una volta tornato dall’infortunio, sarà sicuramente possibile vedere Pastore sulla trequarti, zona di campo sicuramente a lui più congeniale. Tuttavia non è dato sapere come e se cambierà il sistema della Roma con El Flaco trequartista.
Cosa aspettarsi quindi dai giallorossi? La Roma in versione 4231 non ha ancora perso in campionato. Come si era già visto al Mondiale di Russia, Nzonzi – se schierato al fianco di un altro mediano – può diventare un giocatore dal rendimento sopra la media, anche se a volte appare molle nella gestione della palla in fase di ripartenza. Basti pensare al gol preso dal Milan, nei minuti di recupero. Tuttavia, le assenze potrebbero riportare Di Francesco sulla via del 433 con Nzonzi – appunto – unico mediano dietro le due mezzali, presumibilmente Cristante e Pellegrini.
Tornando alla prestazione con l’Empoli, inoltre, il gol di Nzonzi ci dà occasione per parlare di un altro grandissimo punto di forza di questa squadra. Quest’anno la Roma ha fatto un mercato ben preciso e i giocatori acquistati sono tutti sopra il metro e ottanta d’altezza: Bianda (1,84 m), Cristante (1,86 m), Santon (1,86 m), Pastore (1,87 m), Zaniolo (1,89 m), Marcano (1,89 m), Nzonzi (1,96 m), senza ovviamente considerare i portieri. Questa scelta colloca la Roma al secondo posto come altezza media della rosa (1,85 m), dietro a un Milan che può vantare un’altezza media di 1,89 m. Questa superiorità fisica permette loro di dominare su qualsiasi palla alta e, non a caso, quello di Nzonzi contro i toscani è il sesto gol dei giallorossi su palla inattiva in questo campionato. Nessuno ha fatto meglio di loro.

OCCHIO ALL’AVVERSARIO
Con diversi giocatori chiave fuori per infortunio (ne parliamo più avanti), non ci resta che concentrarci su chi sarà a disposizione. Certamente bisogna menzionare Edin Dzeko. L’attaccante bosniaco quando è in giornata è sicuramente un giocatore di livello assoluto, degno di qualsiasi top club. Considerato generalmente un centravanti boa, oltre a saper difendere e smistare palloni, Dzeko sa creare e trovare gli spazi giusti ed è dotato di un repertorio talmente vasto da essere pericoloso in ogni situazione: di fatto eccelle sia coi piedi che nel colpo di testa. Il gol messo a segno contro il Torino nella prima giornata di campionato, testimonia la grande capacità di coordinazione di questo giocatore che, a dispetto della stazza, sa essere veramente elegante quando si tratta di impattare il pallone.
La piacevole sorpresa del girone di ritorno dello scorso campionato è stato sicuramente Cengiz Under. L’esterno classe ’97 è dotato anche di un buonissimo scatto e di un dribbling fulminante. Schierato ormai regolarmente dal primo minuto, con le sue più spiccate caratteristiche è capace di strappi improvvisi e vincenti. Occhio alle sue conclusioni improvvise dalla distanza.
Seppur criticati da una parte di tifoseria, occhio a Cristante e Pellegrini. I due potrebbero essere della partita. Il primo è stato protagonista di una grandissima crescita nell’Atalanta di Gasperini. Il talentino friulano spicca senza dubbio per la sua duttilità. Lo scorso anno è stato collocato in diverse zone del campo, risultando una sicurezza al di là degli schemi: quando gioca nella linea mediana, l’ex nerazzurro – seppur non dotato di grandissima visione – serve i compagni alla perfezione creando così i presupposti per delle azioni pericolose; quando invece gioca più vicino agli attaccanti, diventa veramente insidioso con i suoi inserimenti. Cristante non rifinisce le azioni, ma le semplifica: è questo probabilmente il suo maggiore punto di forza. Il secondo, seppur molto simile per caratteristiche, è dotato di una buona agilità e di un discreto tiro da fuori.

CHI NON CI SARA’
Potrebbe essere una Roma lievemente rimaneggiata quella che incontrerà la SPAL. De Rossi non sarà sicuramente della gara e punterà al recupero per la partita di Champions contro il CSKA Mosca in programma martedì 23. Il capitano giallorosso infatti è alle prese con una microfrattura alla quinta falange del piede sinistro, rimediata nell’ultimo match di campionato. Occhio anche a Kolarov e Pastore. Entrambi fondamentali per i meccanismi di Di Francesco, potrebbero saltare il match contro i biancazzurri per recuperare al 100%. Il primo è alle prese con una frattura a un dito del piede, il secondo con un problema al polpaccio. Proprio l’imminenza dell’importante impegno europeo potrebbe indurre l’allenatore ad attuare qualche avvicendamento: Schick, Perotti, Santon e Juan Jesus potrebbero quindi essere impiegati per far rifiatare alcuni titolari (per esempio Dzeko, Under, Kolarov e Manolas), specie quelli reduci da impegni con le rispettive nazionali.

L’ANDAMENTO RECENTE
Dopo un avvio completamente da dimenticare, dovuto agli assestamenti del sistema di gioco, la Roma è tornata a vincere con regolarità sia in Italia sia in Europa. Dalla sconfitta di Bologna in poi i giallorossi non hanno più sbagliato un colpo e ora sono attesi al salto di qualità anche contro avversari di maggior spessore. Nelle ultime tre partite i gol al passivo sono stati ridotti al minimo: ne è stato concesso uno solo alla Lazio nel derby della capitale. Ma i precedenti contro Bologna e Chievo lasciano aperti alcuni interrogativi sugli automatismi tra Olsen e i compagni di reparto.

(3V, 1N, 1S)
Empoli-ROMA 0-2 (Nzonzi, Dzeko)
ROMA-Lazio 3-1 (Pellegrini Lo., Kolarov, Fazio)
ROMA-Frosinone 4-0 (Under, Pastore, El Shaarawy, Kolarov)
Bologna-ROMA 2-0
ROMA-Chievo 2-2 (El Shaarawy, Cristante)



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