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Nel post partita il coach del Kleb Andrea Bonacina è più contento per il risultato che per la prestazione offerta ai suoi ragazzi e apre il suo intervento in sala stampa con un monito per i tifosi, anche oggi rumorosi al seguito della squadra.

ANDREA BONACINA
“Non dobbiamo abituarci troppo bene, ogni partita è una battaglia. Eliminiamo subito le buone abitudini, vincere in casa non è scontato. Complimenti a Piacenza, ma il messaggio forte è che si deve sempre sudare, non esistono partite semplici. Sulla partita: nell’intervallo ho detto ai ragazzi di giocare duro perché in difesa eravamo molto molli. Poi abbiamo provato a dare una spallata alla partita prima di disunirci ancora, ma siamo una squadra che vive di alti e bassi, e se da una parte siamo stati molto bravi a tornare sempre in corsa, dall’altra tendiamo a subire canestri banali. I nostri uomini chiave sono stati tanti, e questa è la nostra capacità migliore. Tutti hanno fatto buone cose e devono dare il loro contributo alla squadra. Il nostro piano partita era chiaro, siamo stati graziati dalle loro percentuali al tiro ma la scelta di chiudere Crosariol ci ha penalizzato in altri frangenti. Adesso andiamo a Montegranaro per vincere, poi domenica prossima saremo ancora Ferrara contro Cagliari. Di sicuro non esistono partite “vacanza”, affronteremo la capolista per dire la nostra e prendere ulteriore fiducia in vista della prossima sfida casalinga”.

ALESSANDRO PANNI
“Abbiamo dimostrato ancora una volta di poter rientrare in partita. Anche io ad un certo punto ho pensato che era veramente dura portare la partita dalla nostra parte. Siamo stati troppo soft, Piacenza è una squadra solida ed esperta e veniva da due sconfitte consecutive, quindi estremamente aggressiva. Alla fine abbiamo aggiustato le cose ed è andato tutto bene. Squadra con tanti playmaker durante il match? Il mio ruolo è cambiato rispetto allo scorso anno, ho maggiori responsabilità. Però non guardo a chi porta su la palla, l’importante è che la squadra vinca. Sicuramente è pesante non segnare e quando è entrata la prima bomba mi sembrava di aver fatto gol. Ho provato ad essere aggressivo, senza scoraggiarmi. Devo prendermi quei tiri, anche se non entrano, perché credo di avere quelle determinate caratteristiche. Se poi si è in fiducia è più facile mandare a bersaglio tiri che in altre circostanze escono”.

 



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