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La fotografia di Gazzetta sullo stato di salute dei bilanci della serie A svela la punta di un iceberg che danni incombe sul calcio italiano, soprattutto nelle categorie inferiori. Quelle in cui la SPAL ha militato una vita prima del doppio salto, prima dell’arrivo della famiglia Colombarini. Per mettere in prospettiva quanto costruito (e preservato) in questi sei anni di gestione, basta lanciare uno sguardo indietro. Da quando la Giacomense ha “traslocato” a Ferrara e ha ridato vita a una SPAL moribonda, sono saltate qualcosa come 46 squadre professionistiche. Una media di sette all’anno, una vera e propria moria.

1. Bassano (trasformazione)
2. Monza

3. Real Vicenza
4. Mantova
5. Torres
6. Rimini
7. Castiglione
8. Messina
9. Melfi
10. Ischia
11. Vigor Lamezia
12. Sorrento
13. Arzanese
14. Martina Franca
15. Chieti
16. Castel Rigone
17. Padova
18. Viareggio
19. Siena
20. Reggiana
21. Ancona
22. L’Aquila
23. Grosseto
24. Pro Piacenza
25. Pavia
26. Como
27. Arezzo
28. Venezia
29. Lumezzane
30. Matera
31. Barletta
32. Reggina
33. Savoia
34. Parma
35. Varese
36. Maceratese
37. Fidelis Andria
38. Akragas
39. Lupa Castelli Romani
40. Modena
41. Avellino
42. Bari
43. Cesena
44. Latina
45. Vicenza
46. Mestre

Tante di queste sono state avversarie della SPAL lungo il percorso. Fin dalla stagione 2013-2014, quella dell’insediamento, dell’ultimo campionato di Seconda Divisione della storia della Lega Pro prima della riforma. Di quel girone A in seguito sono rimaste falciate Monza, Real Vicenza, Mantova, Torres, Rimini, Castiglione e il Bassano, seppure si tratti di un caso abbastanza particolare. Ci sarebbe anche il Cuneo, ancora in serie C, ma al centro di una surreale vicenda che potrebbe portare all’esclusione a campionato in corso. Alcune di queste realtà sono riuscite a tornare in serie C dopo aver ricominciato dai dilettanti (Monza, Rimini), altre stanno ancora cercando di uscire dal girone dei dannati della serie D (Mantova, Torres). Alla lista poi andrebbero aggiunte Messina, Melfi, Ischia, Vigor Lamezia, Sorrento, Arzanese, Martina Franca, Chieti e Castel Rigone, tanto per gradire. Tutte partecipanti a quel campionato di Seconda Divisione.

Ma anche dopo la riforma dei campionati le cose non sono migliorate: nella stagione 2014-2015 la SPAL ha incrociato Ancona, Grosseto, L’Aquila, Lucchese, Pro Piacenza e Reggiana. Tutte squadre che in seguito sono finite male o versano in acque davvero agitate. L’Ancona è passato attraverso l’ennesima rifondazione e ora gioca il campionato marchigiano di Promozione; L’Aquila è addirittura in prima categoria; Il Grosseto langue in Eccellenza. La Reggiana – storica rivale – si ritrova in serie D dopo la fallimentare gestione-Piazza e rischia di trascorrere un altro anno nei bassifondi visti i 10 punti di distacco dalla Pergolettese. La Pro Piacenza si è resa protagonista di una vergognosa vicenda proprio nell’attuale campionato di serie C, la Lucchese è appesa ad un filo e rischia l’esclusione.

Andando avanti: Maceratese (oggi in Promozione), Arezzo (in C grazie alla preservazione dei diritti sportivi), Bari (serie D), Cesena (serie D), Avellino (serie D), Latina (serie D) e il Vicenza salvato dal “sacrificio” del Bassano. Storie di gestioni dissennate, passaggi sfumati, contenziosi mai risolti, dignità di tifoserie letteralmente calpestate. Tutte cose che capitano con allarmante frequenza e sfortunatamente abbiamo visto anche a Ferrara. Ma dalle quali stiamo rimanendo al riparo grazie ad un lavoro straordinario che va assolutamente sottolineato.



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