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Uno sguardo dritto e fermo, accompagnato da parole da leader inquadrano perfettamente la personalità da combattente di Ervin Zukanovic, che senza mezze parole ha sottolineato come i prossimi mesi dovranno essere una battaglia dietro l’altra e serviranno uomini veri per centrare una difficile salvezza.

Ad aprire la conferenza sono le parole del ds Davide Vagnati, che ha rivelato come già qualche anno fa ci fosse stata la possibilità di portare a Ferrara il difensore bosniaco, ma per diverse ragioni l’operazione non andò a buon fine: “Zukanovic è un uomo di grande personalità, qualità che secondo me in questo momento manca un po’ alla nostra squadra, soprattutto nella gestione di alcune situazioni di gioco. La sua esperienza, fatta di lotte per salvarsi in altre piazza italiane, ci sarà senz’altro utile”.

Parola dunque che è passata immediatamente al 33enne bosniaco: “Prima di tutto ci tengo a ringraziare il presidente e il direttore per questa opportunità e sottoscrivo quanto ha appena affermato. Ho già lottato per la salvezza in una piazza più pesante di questa (Genova, ndr). In questo momento a questa squadra servono uomini veri. Ho detto ai ragazzi che voglio vedere coraggio, visto che siamo in mezzo ad una battaglia. Se non lo troviamo, sarà difficile pensare di salvarci in un campionato così difficile. Nella mia vita ho conosciuto la guerra, quella vera, ma non mi va di stare qui a parlarne. Qui ho visto un gruppo buono e sano, una società pulita, dove si lavora bene. Ma questo non basta. Serve fare bene in campo e prendere punti. Ok stare uniti, ma occorre la giusta cattiveria. Non mi è piaciuto come abbiamo perso le ultime due partite perché si può perdere, ma bisogna uscire dal campo con la consapevolezza di aver dato tutto e secondo me in queste partite si poteva dare di più e uscire dal campo più incazzati dopo le sconfitte”.

“L’esperienza in Arabia Saudita è stata bella per aspetti extra-calcistici, ma non faceva per me. Mi sono sempre allenato col gruppo. Sono onesto e vi dico che sono andato là solo per soldi. Solo che mi sono accorto che il campionato non era ad un livello adeguato. Mi mancava qualcosa e mi non mi sentivo bene con me stesso. La mia vita è stata una battaglia ed un duro lavoro e volevo tornare a giocare un calcio di livello. Ora non mi interessano le cifre del contratto, voglio solo pensare al campo”.

“Contro Lazio e Sassuolo Semplici ha scelto di non farmi giocare dall’inizio. Io sono pronto e voglio dare una mano, non mi interessa nient’altro. Mi manca il campo, sono motivato e ho fame. Saranno sei mesi importanti, sia con la SPAL che con la Nazionale, con cui ci giochiamo l’accesso agli Europei (contro l’Irlanda del Nord, ndr) e so che dovrò spingere per stare bene e fare bene con entrambe le squadre”.

“In carriera ho fatto il terzino sinistro (soprattutto all’inizio, ndr) ed il centrale difensivo (durante la gestione Prandelli a Genoa, ndr) e posso ricoprire entrambi i ruoli. L’importante non è la posizione, ma la qualità della prestazione, perché è quella che ti porta avanti. E’ vero che so battere le punizioni, ma penso che in questa situazione dobbiamo prima pensare a difendere e stare in campo bene, perché prendiamo troppi goal e dobbiamo difendere la porta tutti insieme per portare a casa il risultato”.



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