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Per il momento in via Copparo rimangono aperti gli uffici. Per i campi bisognerà aspettare ancora un po’. Lo ha ribadito patron Simone Colombarini in un video diffuso dall’ufficio stampa della SPAL, in cui viene affrontato anche l’argomento della posizione “politica” della dirigenza nel dibattito sull’eventuale ripartenza della serie A.

Nella nostra Regione c’è stato il via libera agli allenamenti individuali nei centri sportivi – ha spiegato Colombarini – ma nonostante ciò la SPAL ha deciso di mantenere chiuso il proprio, in attesa di capire meglio quali sono i nuovi protocolli per lo svolgimento dell’attività in piena sicurezza. Nei prossimi giorni cercheremo di capire meglio come possiamo ricominciare. In questi due mesi non ci siamo mai fatti sentire, neanche per dire la nostra opinione, proprio perché non volevamo aggiungere la nostra voce alle altre che si sentono e che spesso cambiano idea da un giorno all’altro, in base alle nuove determinazioni del governo. La nostra posizione è quella d’attesa di capire cosa ci dicono le istituzioni, se questo campionato potrà riprendere e come e in quel caso ci faremo trovare pronti. Poi non vogliamo entrare nel merito del giusto o non giusto, perché ci sono tante argomentazioni sia da una parte che dall’altra. Alcune sono condivisibili e altre meno, ma noi non vogliamo di esporci troppo in questa fase. Siamo una società professionistica e ci atterremo a quelle che sono le norme, spingendo come abbiamo sempre fatto affinché si continui, nel caso, in piena e assoluta sicurezza“.

Colombarini ha fatto delle considerazioni anche sul ruolo dei tifosi, in un momento in cui è evidente come il sentimento prevalente sia quello di contrarietà ad una ripresa delle partite, a maggior ragione visto che verrebbero disputate a porte chiuse: “I tifosi sono il nostro patrimonio e la nostra forza. Dobbiamo tener conto che se siamo qui è perché c’è sempre stato grande sostegno nei nostri confronti e verso i colori biancazzurri. Questo è un momento difficile e tanti hanno messo il calcio in secondo piano per via dell’emergenza e delle difficoltà che ha creato a livello sanitario e lavorativo. Ho letto il comunicato della Ovest e in linea di principio condivido tutti gli aspetti che tocca. So anche che molti degli ultras si sono resi artefici di gesti umanitari di grande sensibilità verso le fasce più deboli della popolazione. Li ringrazio e sono orgoglioso di loro. Detto questo, dobbiamo anche cercare di tenere conto che siamo a capo di una società che ha tantissimi dipendenti, non solo calciatori, con vite e stipendi normali: la sorte delle loro famiglie dipende anche da questo ambiente. Questo è ciò che spinge le società a dire che in condizioni di piena sicurezza si vuole continuare e portare a termine il campionato. Pur tenendo conto che un torneo giocato a porte chiuse e giocato in questo momento trascinerà meno passione rispetto al normale. Ma dovremo convivere con l’emergenza per un periodo non brevissimo e di fronte a questo dobbiamo cercare di andare avanti. Il tutto senza pregiudicare minimamente quello che il sistema sanitario nazionale deve offrire a tutti i cittadini e non solo ai calciatori. Quindi il tema dei tamponi ai calciatori è importantissimo per noi sotto il punto di vista etico, le condizioni di ripartenza devono tenere conto anche di questo“.



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