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La SPAL sta costruendo parte delle sue fortune grazie all’efficienza di squadra sui calci piazzati: sono già cinque i gol messi a segno attraverso questa situazione di gioco, con ben quattro giunti da calcio d’angolo.

La questione ovviamente ha solleticato la curiosità di tifosi e addetti ai lavori, così Mauro Malaguti de Il Resto del Carlino ha pensato bene di intervistare Massimo Mezzini – viceallenatore dei biancazzurri – per capire cosa rende la SPAL così letale quando il pallone è fermo.

Non c’è chissà quale segreto, facciamo quello che provano a fare tutti: vedere come difende l’avversario e cercare di capire se ha punti deboli. La vera ricetta è avere bravi calciatori che mettono il tutto in pratica. I meriti sono loro. In principio c’è chi batte e sa metterla dentro bene. Poi c’è chi si sa inserire a tempo. Qui abbiamo gli uni e gli altri. Ci manca solo il gol su punizione diretta, ma Salvatore Esposito ha già preso una traversa e presto ci arriverà“.

Mezzini ha poi ribadito un concetto spesso trascurato: non è il sistema di marcatura o d’attacco a fare la differenza, ma l’interpretazione: “Tutti i sistemi, così come i moduli tattici, hanno pro e contro. Nessuno dà solo vantaggi e per ogni bonus c’è un malus. Quindi bisogna studiare come si dispongono gli altri e quali spazi lasciano liberi. Lo stesso vale per quelli che gli altri calciano contro di noi. Si tratta di studiare, applicarsi ed eseguire alla perfezione. Noi di base abbiamo quattro schemi, con le rispettive varianti. In fase difensiva i ragazzi erano abituati a difendere a zona e siamo passati a uomo“.



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