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SPAL-Monza (3^ giornata di serie B) è finita 1-1, ma oltre al risultato com’è andata? Vediamolo nel dettaglio con un’analisi approfondita.

L’AVVERSARIO
Quello giunto a Ferrara è un Monza molto rinnovato rispetto allo scorso anno, ma sempre con l’obiettivo dichiarato di centrare la promozione. Con la rinuncia a Balotelli e Boateng il peso dell’attacco è sorretto da Mota Carvalho, mentre nel centrocampo a cinque di Stroppa sono fondamentali gli esterni: sulla sinistra c’è il confermato Carlos Augusto autore nella scorsa stagione di 3 gol e 5 assist su 33 partite complessive, mentre a destra viene schierato il classe 98 Pedro Pereira arrivato dal Benfica (in Italia già ex Sampdoria, Genoa e Crotone). Tra gli altri neoacquisti sempre a centrocampo trova posto Mazzitelli e l’ex Mattia Valoti, mentre in difesa Marrone al suo esordio al centro della difesa costringe in panchina Paletta.

Formazione
1-3-5-2
Di Gregorio;
Donati, Marrone, Caldirola;
Pedro Pereira (79’ Sampirisi), Colpani (79’ Valoti), Barberis, Mazzitelli (72’ Brescianini), Carlos Augusto;
Gytkjaer (72’ Ciurria), Mota Carvalho (85’ D’Alessandro).

LA SPAL
Un solo cambio rispetto alla netta vittoria contro il Pordenone: Latte Lath al posto di D’Orazio ad agire come esterno sinistro d’attacco. Con Colombo in campo, nonostante gli impegni in U21, e Demba Seck sul lato destro, è ancora una volta Mancosu a partire dalla trequarti come centrocampista più offensivo rispetto Esposito e Viviani.

Formazione
1-4-2-3-1
Thiam;
Dickmann, Vicari, Capradossi, Tripaldelli (84’ Celia);
Viviani, Esposito (73’ Da Riva);
Seck (55’ Crociata), Mancosu, Latte Lath (84’ Piscopo);
Colombo (73’ Melchiorri);

LA PARTITA
La SPAL, nonostante ospiti un avversario sulla carta superiore, non rinuncia a giocare una partita aggressiva, con pressing alto e ripartenze veloci in transizione positiva: da questa attitudine scaturisce un maggior numero di palloni recuperati. Sono 6 nel primo tempo e 6 nel secondo (con 5 palle perse nel primo e solo 2 nel secondo). I biancazzurri mettono a referto anche un maggior numero di conclusioni nello specchio rispetto al Monza.

Il pressing portato talvolta anche sul portiere ha obbligato gli avversari a cercare di uscire dalla costruzione bassa prevalentemente con delle verticalizzazioni. Queste, effettuate in zona laterale e sfruttando l’ampiezza cercata dai due quinti di centrocampo, hanno obbligato Dickmann e Tripaldelli ad un compito delicato: chiudere il pressing cercando l’intercetto per attaccare in superiorità, oppure temporeggiare per non essere attaccati alle spalle.

In fase di non possesso sia a Latte Lath che a Demba Seck è stata richiesta una collaborazione importante nell’arginare gli esterni avversari. Quando questa è venuta meno, il Monza ha potuto beneficiare di spazi significativi specialmente a sinistra con Carlos Augusto. Quest’ultimo oltre ad essere stato pericoloso nel primo tempo con un paio di iniziative dentro l’area di rigore spallina, sarà poi il marcatore del definitivo 1-1.

La SPAL al 13’ passa in vantaggio, raccogliendo subito il frutto della voglia di proporsi con coraggio nella metà campo avversaria.
Il gol nasce in seguito all’unico calcio d’angolo a favore di tutta la partita: dopo che il Monza in un primo momento era riuscito a liberare l’area allontanando il pallone all’altezza del centrocampo, sfruttando il momento di risalita degli avversari e la complicità di Capradossi ancora in proiezione offensiva. Demba Seck, dopo uno scambio nello stretto con Colombo, si trova di fronte al portiere avversario che respinge centralmente, poi lo stesso Colombo riesce a ribadire in rete.

Anche dopo l’1-0 l’andamento della partita non cambia, con il Monza che continua a cercare le corsie esterne per eludere il pressing spallino, favorito dal fatto che Esposito e Viviani non possono ricoprire tutta l’ampiezza del campo. Nell’immagine proposta di seguito si può notare come talvolta, creando densità in zona palla per cercare il recupero, la SPAL tenda a schiacciarsi: Clotet con un suo gesto sembra indicare verosimilmente la pericolosità dell’esterno opposto, ma in questo caso specifico il centrocampo avversario preferirà tornare indietro, perdendo la possibilità di attaccare.

Tenere il baricentro e il pressing alti, evitando di concedendo passaggi semplici agli avversari, ha aiutato a sopperire alla difficoltà di coprire l’ampiezza alle spalle della linea formata da Colombo – Mancosu – Demba Seck e Latte Lath. In caso di passaggio alto e/o lungo Dickmann e Tripaldelli sono sempre stati pronti a staccarsi dalla linea difensiva per accorciare sui diretti avversari.

Il pericolo per i terzini di Clotet era quello di lasciare troppo spazio alle loro spalle da attaccare dopo uno scarico o una triangolazione avversaria, come successo ad esempio sotto, ma è una situazione che il Monza è riuscito a sfruttare poche volte.

Il tema della partita è cambiato sin dai primi minuti della seconda frazione, con il Monza determinato a cercare il pareggio. La SPAL pur rimanendo corta, non è riuscita a mantenere il baricentro alto come nel primo tempo, accentuando eventuali ritardi dei trequartisti nel prendere le giuste marcature. Sotto viene proposta l’immagine del gol subito al 53’: prima Mota Carvalho si abbassa per ricevere il pallone tra le linee, con Mazzitelli e Colpani bravi a ruotare esternamente per tenere larga la difesa spallina, mentre Pedro Pereira va a riempire proprio il vuoto lasciato da Carvalho. Quando Mazzitelli entra in possesso è libero di far partire un traversone che si chiude sul secondo palo, raccolto dall’accorrente Carlos Augusto che dopo aver tagliato dietro Dickmann riesce a concludere in porta. Da notare che la SPAL subirà uno sviluppo pressoché identico pochi minuti dopo: sempre un traversone dalla sinistra e sempre indirizzato a Carlos Augusto.

Nell’ultimo terzo di partita la SPAL è riuscita a rimanere al riparo dalle iniziative avversarie, ma senza rinunciare al proprio gioco. La squadra di Clotet ha proseguito nel portare sempre 4 giocatori sulla linea difensiva avversaria, costringendo gli esterni a schiacciarsi per difendere di fatto a 5.

SPAL IN POSSESSO PALLA
1-4-2-4
Clotet imposta una SPAL aggressiva e che cerca di recuperare palla nella metà campo avversaria, effettuando pressing addirittura sul portiere. Strategia che ha visto il Monza rispondere aspettando prudentemente basso, tenendo più bloccati sia Pedro Pereira che Carlos Augusto per contenere la linea d’attacco spallina spesso a quattro uomini piatti in ampiezza, riservandosi di contro poche occasioni per ripartire efficacemente. Si sono cercate diverse sovrapposizioni sulle catene laterali tra i trequarti esterni e i terzini, anche se in fase di rifinitura la soluzione più difficile da fronteggiare per gli avversari è stato il movimento di Colombo incontro alla linea di centrocampo a lavorare di sponda, con Mancosu che inserendosi prendeva il suo posto come vertice alto, proprio come in occasione del gol del momentaneo vantaggio.

SPAL IN NON POSSESSO PALLA
1-4-3-3
Con la difesa organizzata si è visto più l’abbassamento sulla linea mediana dei trequarti esterni rispetto a quello di Mancosu. Nell’immagine seguente si possono notare un paio di cose: il movimento di Demba Seck a compattarsi assieme ad Esposito e Viviani, ma anche Capradossi in uscita a seguire Gytkjaer, staccatosi per ricevere palla tra le linee. Se Latte Lath si è distinto anche per un buon lavoro in copertura (fondamentale il suo intervento in area sull’ultima azione del Monza in chiusura di primo tempo), la sostituzione di Demba Seck al 55° con Crociata, poco dopo aver subito il pareggio, può essere letta come volontà di inserire un giocatore con più attitudine difensiva in un momento in cui Carlos Augusto era costantemente chiamato in causa su quella fascia.

 

Sergio Restano ha 31 anni, è allenatore UEFA B e ha la qualifica di match analyst professionista.



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