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La prossima tappa del calendario porta la SPAL a Lecce (sabato, ore 14), per una sfida difficilissima contro una delle squadre più forti di tutta la serie B. I salentini voglio andare in massima serie senza passare dai playoff e non faranno di certo sconti in un “Via Del Mare “che si preannuncia molto caldo. Per capire come sta la squadra giallorossa abbiamo chiesto informazioni a chi li segue nel quotidiano, contattando Alessio Amato di CalcioLecce.it.

Un anno fa (era il 10 aprile 2021) la SPAL di Rastelli mise i bastoni tra le ruote a un Lecce lanciatissimo, anche allora secondo in classifica. Al netto delle scaramanzie, questa partita come viene inquadrata in casa giallorossa?
“Tutti ricordano bene quella partita, anche se la beffa dell’anno scorso, almeno per i tifosi, viene identificata con la sfida successiva giocata in casa e persa contro il Cittadella. Quest’anno il Lecce è molto diverso da quello dello scorso anno, di conseguenza la partita che si giocherà sabato con la SPAL viene vista come un tassello fondamentale per l’obiettivo finale di questa stagione. L’ultimo filotto di partite rappresenta un campionato a parte, perché sappiamo benissimo che tutte le pretendenti sono vicinissime e non si potrà sbagliare nulla. Credo ci siano un po’ di sentimenti contrastanti verso sfide di questo genere: in teoria è meglio affrontare squadre di metà classifica piuttosto che uno scontro diretto, nonostante la SPAL matematicamente non possa definirsi ancora salva. L’altra faccia della medaglia, però, è un’ulteriore incertezza al match, con dei possibili cali di concentrazione che devono essere assolutamente scongiurati. C’è la consapevolezza di non voler sottovalutare l’impegno e prendere questa gara con le pinze, perché la squadra di Venturato scenderà in campo come se dovesse giocarsi una finale. Potendo contare, tra l’altro, su elementi di un certo spessore”.

La vittoria di Terni sembra aver confermato che il Lecce è tornato a viaggiare a pieni giri dopo il periodo contrassegnato da quattro pareggi consecutivi: cos’era accaduto in quella fase?
“È stato un periodo di appannamento che ha riguardato alcune situazioni, ma nel complesso diciamo che il Lecce non è mai apparso in crisi. Tutto sommato ha quasi sempre giocato meglio degli avversari e creato di più, anche se ovviamente, rispetto alle gare precedenti (vittorie con Monza e Ascoli), c’è stata un’inversione di tendenza. Col Perugia è arrivato un punto nei minuti finali dopo una superiorità numerica durata per oltre metà della gara. Contro il Brescia è stata pagata la scarsa precisione in zona gol. A Cosenza è stato fallito un calcio di rigore importante e nello 0-0 di Parma ci sono state poche emozioni. Quattro partite pareggiate in maniera molto diversa, che hanno avuto come denominatore comune qualche errore fatale, anche a livello di singoli. Credo che in generale questo momento non esaltante sia stato figlio della tensione e della stanchezza, fattori comprensibili arrivati a questo punto della stagione”.

Secondo miglior attacco del torneo, ma soprattutto miglior difesa di tutta la B. È questo il vero segreto della grande stagione della squadra di Baroni?
“Molti addetti ai lavori hanno riconosciuto il Lecce come la squadra che gioca meglio in questa serie B, ma devo dire che la differenza rispetto alle avversarie sta proprio nella fase difensiva. A inizio anno c’era la consapevolezza che i giallorossi avrebbero potuto dire la loro nel corso della stagione, ma restava comunque qualche dubbio sul reparto arretrato, non tanto per i singoli ma come tenuta generale. Forse non è il vero segreto dell’ottima stagione dei salentini, perché non si renderebbe onore alla grande potenza offensiva che è stata esibita in quasi tutte le partite. Tuttavia un elemento determinante per rendere efficace anche l’attacco stesso è stato proprio avere le spalle così coperte, con una propensione al sacrificio da parte di tutti gli effettivi schierati da mister Baroni”.

Al di là del capocannoniere Coda, si può dire che uno dei valori aggiunti del Lecce è rappresentato dall’ex spallino Strefezza. Oltre a loro quali sono gli uomini-chiave che hanno consentito di lottare per il vertice?
“Il Lecce con la SPAL ha un debito morale per quanto riguarda Strefezza, dato che l’estate scorsa è arrivato in maglia giallorossa uno dei giocatori più forti degli ultimi dieci anni. Probabilmente, era dai tempi di Cuadrado e Muriel che in Salento non si vedeva un giocatore di così grande talento. Nella maggior parte delle gare di quest’anno è sempre stato praticamente perfetto e i tredici gol segnati in stagione (secondo miglior cannoniere del campionato) sono lì a testimoniarlo. Avere un elemento che riesce a spaccare le partite con giocate, tiri da fuori, dribbling e tanto altro ancora s’è rivelato fondamentale per la stagione del Lecce. Per fortuna è in buona compagnia, perché Coda si sta confermando il miglior attaccante del campionato e in generale tutto il gruppo squadra sta tirando fuori il meglio di sé. Tra i migliori c’è sicuramente Hjulmand, faro del centrocampo e già nel mirino dei alcune big di serie A, e l’esterno Di Mariano, autore fin qui di cinque gol e un assist uniti a tante prove di qualità e quantità”.

La partita di sabato segnerà il ritorno al “Via del Mare” per Mancosu: che accoglienza si può aspettare?
“Questo è uno dei temi caldi di Lecce-SPAL, perché non stiamo sicuramente parlando di un calciatore come gli altri. Mancosu è stato protagonista dell’ultima promozione in serie A del Lecce e ha avuto un ruolo fondamentale negli ultimi campionati disputati tra cadetteria e massima serie. La storia di Mancosu a Lecce meriterebbe un libro intero per essere raccontata, perché è un giocatore che ha davvero dato tutto. Due promozioni dalla C fino alla A, il suo personale record di gol in serie B e in serie A raggiunto proprio in maglia giallorossa, la voglia di riscatto e la qualità che si sposavano perfettamente con la storia del Lecce. Purtroppo nel rapporto coi tifosi c’era stata una piccola incrinatura per i famosi rigori sbagliati che virtualmente avevano vanificato la salvezza in A e l’anno dopo il ritorno in massima serie, ma il tutto era stato comunque relegato a situazioni di campo. In estate poi c’è stata la diatriba con la società che ha portato alla cessione, ma Mancosu doveva essere annoverato tra gli eroi della storia del Lecce. Sicuramente merita degli applausi, anche se forse qualcuno, nella gara di andata, si aspettava che andasse a salutare sotto la curva i tifosi del Lecce”.

Che tipo di scelte di formazione ci si può aspettare per la sfida di sabato?
“Sono abbastanza sicuro che mister Baroni vorrà riproporre la stessa formazione che ha vinto agevolmente a Terni. Un recupero fondamentale sarà rappresentato dal portiere Gabriel, dopo che quattro dei cinque gol subiti nelle ultime partite sono arrivati per colpa degli estremi difensori che sostituivano il titolare brasiliano. La difesa potrebbe registrare qualche novità, con Calabresi titolare a destra, Barreca al posto di Gallo e Tuia probabile compagno di Lucioni nei due centrali difensivi. A centrocampo Blin e Hjulmand saranno riconfermati, mentre c’è invece un po’ di ballottaggio tra Gargiulo e Björkengren per il ruolo di mezzala sinistra. In attacco ci saranno poche novità con il tridente migliore del momento composto da Strefezza, Coda e Di Mariano, al netto dei segnali di stanchezza che qualcuno dei tre big potrebbe palesare”.

PROBABILE FORMAZIONE (4-3-3): Gabriel; Calabresi, Lucioni, Tuia, Barreca; Blin, Hjulmand, Gargiulo; Strefezza, Coda, Di Mariano.

SQUALIFICATI: nessuno
INDISPONIBILI: nessuno

IN PIU’ DOPO IL MERCATO DI GENNAIO: Simic (D, Z. Lubin); Raul Asencio (A, Alcorcon); Faragò (D, Cagliari); Snaer (C, Keflavik); Plizzari (P, Milan); Ragusa (C, Verona)



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