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Quello di Matteo Bruscagin (1989) è stato tra i primi nomi accostati alla SPAL subito dopo che è stato reso noto che il nuovo allenatore sarebbe stato Domenico Di Carlo. Per cui non sorprende che dopo la mancata iscrizione del Pordenone ci sia stato il ricongiungimento tra il difensore e il tecnico col quale aveva già lavorato a Vicenza.

Così come nel caso di Del Favero, a rompere il ghiaccio nella conferenza stampa ufficiale di presentazione ci ha pensato il dt Filippo Fusco, che non ha esitato ad elogiare in grande stile il nuovo arrivato: “Sono molto felice di averlo qui perché Matteo ha dimostrato tanto entusiasmo nel venire da noi. Lo seguivo quando era ragazzo ai tempi del Latina, quando era allenato da Fabio Pecchia. Il mister, inoltre, ha parlato benissimo di lui e lo stima tantissimo. Dunque è un ragazzo che si è sempre messo a disposizione. Non ha bisogno di ulteriori presentazioni: è un vincente, perché durante la sua carriera ha ottenuto grandi risultati e sono davvero contento faccia parte del nostro progetto”.

Con alle spalle una lunga carriera iniziata ormai quindici anni fa Bruscagin è pronto ad intraprendere questa nuova sfida: “È stata una trattativa che non c’è mai realmente stata, perché ho detto sì immediatamente con grande entusiasmo. Ringrazio il direttore la proprietà per aver dimostrato tanta volontà di portarmi qui e questo è molto importante per me. Sono arrivato con tanto entusiasmo, sono a disposizione della squadra e non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura”.

GRUPPO – “L’impatto dei primi giorni è stato molto positivo perché ho trovato un gruppo sano, con entusiasmo, con spunti positivi anche da gente che è rimasta dall’anno scorso e poteva avere qualche scoria della brutta stagione di serie B. C’è tanta voglia di fare e ci sono tanti ragazzi giovani che potranno mettersi in mostra. Dovranno crescere senza che gli vengano messe troppe pressioni addosso. Ho visto tanta qualità in loro e potranno fare un bel percorso. Le prime amichevoli serviranno per migliorare l’intesa con i compagni e mettere minuti nelle gambe, quindi saranno sicuramente utili per aggiungere qualche pezzettino in più alla preparazione del gruppo dal punto di vista tattico, tecnico, fisico e mentale. Sono partite importanti che vanno affrontate nel migliore dei modi”.

RAPPORTO CON DI CARLO – “Ho già lavorato col mister a Vicenza, dove abbiamo vinto un campionato di serie C, e a Pordenone, dove abbiamo fatto un percorso importante. È un mister esigente ma che ti fa lavorare bene e sa come prendere i ragazzi. È un allenatore esperto che sa quando è il momento di alzare i toni e quando abbassarli. Ho un ottimo rapporto con lui, perché spesso ci confrontiamo su questioni di campo e quindi sono certo che ci guiderà in quello che sarà un percorso di crescita significativo”.

CAMPIONATO IN RITARDO – “Il ritardo non è mai una cosa positiva, ma c’è da dire che bisogna provare a prendere il lato positivo in ogni situazione. Potremo integrarci meglio o provare qualcosa in più dal punto di vista tecnico-tattico, conoscendoci ulteriormente e creando un rapporto più stretto. La situazione è questa, dunque dobbiamo cercare di tirare fuori tutto il buono che si può prendere da queste circostanze. Ogni giorno e in ogni allenamento cercheremo di migliorarci e di lavorare sodo, perché la mia filosofia alla fine è questa. Penso sia importante andare al campo cercando di migliorarsi e di aumentare sempre qualcosa in più in termini di conoscenza e consapevolezza. Da questo punto di vista penso che 7-10 giorni in più ci faranno bene. Un’altra cosa positiva è l’inizio del campionato a mercato chiuso: in questo caso sai che il blocco è quello e si va spediti verso l’obiettivo”.

RUOLO -“Nella mia carriera ho fatto tutto: il difensore centrale, il terzino destro e sinistro in una difesa a quattro; il centrale di destra e sinistra in una difesa a tre e il quinto di centrocampo a destra e a sinistra. Ma la mia preferenza rimane il difensore centrale e il terzino destro, che sono i due ruoli in cui mi sono espresso meglio. In campo mi piace parlare con i miei compagni e sono uno positivo che cerca di aiutare sempre. Alla fine il ruolo è indifferente perché il mister deciderà dove impiegarmi meglio, ma essenzialmente le caratteristiche sono queste. Di Carlo sta cercando di cambiare il modulo, anche perché l’anno scorso abbiamo sempre giocato con un trequartista e le due punte. In questi giorni stiamo provando un modulo con due esterni più larghi e una punta: cambia qualche movimento, ma alla fine lo stile di gioco è quello, ovvero un calcio propositivo che si sviluppa in verticale. È un’idea di calcio che si adatta a qualsiasi modulo, quindi dobbiamo essere bravi noi a capire cosa ci chiede il mister e a metterlo in pratica”.

SERIE C – “Il campionato di serie C è tosto perché non ci sono partite scontate dove si è sempre superiori all’avversario. Dovremmo approcciare ogni giornata come se fosse una finale: sembra una frase fatta, ma è così. Bisogna ragionare partita per partita cercando di mettere sempre qualcosa in più e trarne il massimo sempre. Ci saranno momenti di difficoltà e altri in cui i risultati arriveranno, però per fare un campionato importante è necessario mantenere sempre l’equilibrio, sia nei momenti di euforia sia nei momenti di difficoltà. Non bisogna né esaltarsi né abbattersi troppo. Questi sono gli ingredienti fondamentali, perché ho visto negli anni che aiutano tanto in un campionato dove ci saranno tante squadre piene di ragazzi che non si conoscono ma che vanno a duemila all’ora, corrono e menano tutti”.

“Da quel punto di vista dovremo essere bravi a prepararci con la mentalità giusta perché in serie C la base è che bisogna correre più degli altri. Una volta fatto questo usciranno tutte le nostre qualità tecniche e tattiche che abbiamo. Però contano poco se non ci abbini la voglia di soffrire, di sacrificarti per il compagno e di mettere in campo tutta questa quantità oltre che la qualità. Se i gironi sono quelli che si leggono in questi giorni ci saranno squadre forti, ma non ci deve spaventare niente”.



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