foto Cristiano Pedriali
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Tra le molteplici conseguenze negative che la SPAL si ritrova ad affrontare a causa della recente retrocessione in serie C c’è anche il rischio di una massiccia uscita di giocatori dal settore giovanile. Perché se da un lato la nuova dirigenza ha promosso un consistente manipolo Under 20 in prima squadra (ben nove al momento) con il proposito di completarne la valorizzazione, dall’altra il declassamento sul fronte dei campionati giovanili ha prodotto un terremoto che porterà diversi talenti lontano da Ferrara entro la fine della sessione estiva di calciomercato.

L’XI iniziale di SPAL-Roma, finale scudetto Under 18 del 2023 – foto Cristiano Pedriali

Quella in corso in questi mesi sta colpendo il vivaio è una specie di nefasta tempesta perfetta che ha più elementi caratteristici. Da un lato c’è la retrocessione che già di per sé porta in qualunque caso a una svalutazione generale dei giocatori. Le selezioni giovanili – eccezion fatta per la Primavera – si ritroveranno a giocare i campionati organizzati dalla Lega Pro, che per ovvie ragioni sono meno formativi e riservano una vetrina meno interessante per gli addetti ai lavori. Un dettaglio di non poco conto che preoccupa non solo i ragazzi – soprattutto quelli che sono già nel giro delle nazionali giovanili – ma anche chi ne cura gli interessi professionali. Non è bello da dire, ma fa tutta la differenza del mondo confrontarsi con avversari come Inter e Atalanta rispetto a Rimini e Piacenza.

Nel mese di incertezza che la SPAL ha vissuto tra metà maggio e metà giugno più di qualcuno ha iniziato a guardarsi attorno e ha trovato in club di serie A e B degli interlocutori molto interessati. Il nuovo responsabile del settore giovanile Massimiliano De Gregorio si è speso molto per tentare di arginare certe fughe in avanti, ma di fronte alle proposte di squadre come Fiorentina, Torino, Bologna, Sassuolo e Modena c’è stato poco da fare se non modificare la strategia.

Massimiliano De Gregorio e Francesco Conti, rispettivamente responsabile del settore giovanile e dello scouting SPAL – foto Rubin

A complicare ulteriormente il quadro ha provveduto poi la riforma del lavoro sportivo entrata in vigore lo scorso 1 luglio 2023 sulla base di un testo di legge approvato nel 2021. Spiega l’avvocato Michele Margini sul suo blog: “Parallelamente al nuovo regime sui rapporti di lavoro nello sport, il D.lgs. 36/2021 detta altresì la disciplina di riforma dell’istituto del vincolo sportivo, stabilendo che ‘le limitazioni alla libertà contrattuale dell’atleta, individuate come vincolo sportivo, sono eliminate entro il 1° luglio 2023’. Pertanto, dal 1° luglio di quest’anno non sarà più possibile sottoporre a vincolo pluriennale nuovi tesserati e dal 1° luglio dell’anno prossimo non si potrà più rinnovare d’autorità il tesseramento di atleti sottoposti a vincolo pluriennale alla data di entrata in vigore della nuova disciplina. In altre parole, chi risulta già vincolato alla data del 1° luglio 2023 si svincolerà automaticamente al termine della stagione sportiva 2023/24“.

In altre parole: prima della riforma i ragazzi dai 15 anni in su potevano essere sottoposti a vincolo sportivo fino ai 19 e in caso di interessamenti da parte di altre società ci doveva essere una compensazione economica obbligatoria. In questa fase transitoria questo principio non vale più. Per cui tutti i giovani dai 15 anni in su che finora non sono stati messi sotto contratto con un accordo da calciatore professionista rischiano di liberarsi gratuitamente a luglio 2024, a meno che non vengano sottoscritti dei contratti di apprendistato o appunto degli accordi pro come quelli dei senior, vista anche l’abolizione del cosiddetto “addestramento tecnico” normato dalla Figc.

Marco Longoni (2005), uno dei talenti più corteggiati in questa estate – foto Cristiano Pedriali

Nella maggior parte dei casi la SPAL ha tentato (e sta tuttora tentando) di negoziare con i giocatori per prevenire questo scenario estremamente sfavorevole, evidenziando anche la prospettiva di un coinvolgimento in prima squadra al pari di quanto sta accadendo a tanti ragazzi provenienti dalla formazione Primavera. In quest’ottica (ma non solo) va visto il prolungamento contrattuale sottoscritto da Rao (2006) e da altri ragazzi cresciuti con la maglia biancazzurra. Sfortunatamente la società ha incontrato opposizioni dovute principalmente al prestigio che certe squadre possono mettere sul tavolo. Ma anche nel caso di aperture sono giunte richieste economiche considerate incompatibili col processo di riequilibrio dei conti attualmente in corso.

Non è un mistero che in questa fase la dirigenza sia alle prese con la necessità di contenere le spese a fronte di un crollo verticale dei ricavi e anche se l’impegno economico dedicato al settore giovanile rimarrà molto consistente (attorno ai 2 milioni di budget) per gli standard della serie C non c’è molto margine per ulteriori investimenti di un certo peso. Diversi ragazzi (Contiliano, Parravicini, Puletto, Rao – per dirne alcuni) sono fortunatamente in cassaforte, per altri invece si prospetta una cessione per evitare un ulteriore danno patrimoniale. Una scelta dolorosa, ma che è quasi imposta dalle circostanze.

Il difensore Matteo Bonadiman (2006), altro giocatore che ha ricevuto offerte importanti – foto Cristiano Pedriali

La SPAL beneficia ancora di una certa considerazione nel sistema del calcio italiano, ma è finita in serie C e questo la sta esponendo dal punto di vista della forza contrattuale. Il ragionamento perciò è semplice, per quanto amaro: tenere dei ragazzi controvoglia per poi vederli partire liberamente senza un riscontro economico al termine della stagione manderebbe completamente in fumo il percorso fatto sul campo nel corso degli anni. Per questo il direttore dell’area tecnica Fusco intende capitalizzare sia sul breve sia sul lungo termine. Da un lato la SPAL punta a ricevere delle somme adeguate per lasciar partire i suoi talenti e dall’altro chiede che possano essere inserite clausole contrattuali sulla futura rivendita per poter incassare nel caso di sviluppi particolarmente promettenti. Al centro di trattative di questo tipo sono finiti tanti diamanti grezzi di casa SPAL, a partire da alcuni dei protagonisti principali del secondo scudetto Under 18: Franzoni (2005), Longoni (2005), Marcolini (2005) e Bonadiman (2006). E la lista potrebbe allungarsi ancora di più, anche nelle annate successive (2007, 2008, 2009) sulle quali il settore giovanile ha lavorato con costanza.

Il tutto nella speranza che il tentativo di risalita immediata in serie B vada a bersaglio al primo colpo. Perché in tal caso la SPAL potrebbe non solo dimostrare di aver valorizzato parte del suo patrimonio giovanile, ma anche di essere tornata sulla rotta principale impostata nell’ultimo decennio, rimanendo un punto di riferimento per tanti ragazzi (e relative famiglie) che vogliono iniziare un percorso giovanile di qualità. Diversamente il ridimensionamento rischia di diventare fisiologico e diventerebbe sempre più difficile coltivare talenti spendibili in prima squadra o dotati del potenziale adeguato per diventare obiettivi di mercato ai piani superiori.