foto Cristiano Pedriali
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La stagione della Primavera della SPAL ha riservato alti e bassi abbastanza tipici per una formazione giovanile e a poco meno di un mese dall’ultima partita mister Vito Grieco ha voluto tracciare un bilancio complessivo della sua esperienza in biancazzurro attraverso i canali ufficiali della società.

RENDIMENTO – “Sinceramente non mi aspettavo una crescita come quella che abbiamo fatto. Di solito questo lavoro si riesce a fare in un biennio, ma noi siamo riusciti ad accorciare i tempi. I ragazzi mi hanno stupito in positivo. Siamo riusciti spesso a giocare con giocatori sotto età, quindi mi ritengo molto soddisfatto del lavoro mio e del mio staff. La stagione non è iniziata nel migliore dei modi: le tre sconfitte le abbiamo incassate, ma il segreto è stato non farle pesare ai ragazzi. Alla ripresa degli allenamenti c’è sempre stato entusiasmo e voglia di ripartire e fare meglio nel weekend successivo. Zero responsabilità ai ragazzi: in questi casi io e il mio staff ci prendiamo le colpe”.

BIENNIO ALLA SPAL – “Il primo anno è stato più semplice perché mi sono ritrovato degli adulti in miniatura. Venivo da un’esperienza sì da settore giovanile, ma con ragazzi piuttosto grandi, quindi in quel caso mi è venuto più facile trattarli da uomini. Quest’anno è stato più complicato, poiché in molti sono arrivati da campionati dilettantistici o da categorie come gli Allievi. Naturalmente questi due esempi sono molto distanti da una realtà come una formazione Primavera: abbiamo dovuto spendere molte energie per mantenerli sempre sul pezzo, ma alla fine ci siamo riusciti”.

CAMBIO MODULO – “È un discorso più incentrato sulle caratteristiche: a me piace giocare maggiormente con una linea difensiva a 4, ma ho visto che i ragazzi facevano un po’ di fatica e dunque è risultato più semplice passare alla difesa a 3. Credo fortemente che abbiamo adottato più uno stile di gioco globale che da settore giovanile, anche perché a mio avviso la formazione Primavera non rientra più nella calcio giovanile”. 

ESORDIO NEL CALCIO DEI GRANDI – “Sono contento dei miei vecchi ragazzi e del loro esordio nel calcio professionistico. Io li ho sempre trattati come uomini, sebbene siano ancora dei ragazzini, perché dal momento in cui passeranno realmente in uno spogliatoio di adulti e dunque in un ambiente ricco di responsabilità, potrebbero esserci problemi se non dovessero risultare pronti. Noi qui dobbiamo prepararli: è troppo semplice parlare del settore giovanile e poi dopo un mese si ritrovano in una realtà completamente diversa. Sono contento di ciò che abbiamo fatto e mi ritengo più che soddisfatto di questo biennio. Se mi aspettavo un successo così grande dei miei vecchi giocatori? Senza dubbio. Si dice che allenare i ragazzi è una vera e propria missione per portarli nel calcio dei grandi. Quando capita che poi, una volta dall’altra parte, riescono a incidere e a rimanere in pianta stabile è molto bello. Fare l’esordio è fine a se stesso, ma rimanerci è più importante. In questi due anni tutti i mister che si sono seduti sulla panchina della SPAL hanno notato che i ragazzi impegnati nelle sedute d’allenamento dei senior erano molto preparati sia sul lato tattico sia sul lato tecnico. Questo fa molto piacere”.

INVESTIRE SUL SETTORE GIOVANILE – “È fondamentale che una società investa nel proprio settore giovanile. Qui ho trovato delle strutture speciali, ma al contempo io mi comportavo in maniera opposta con i miei ragazzi. Voglio fargli pesare questo lusso perché avere una realtà come Casa SPAL è un sogno per moltissimi ragazzi e l’idea di averla ottenuta può passare già in secondo piano. Secondo me, invece, è giusto valorizzare queste incredibili opportunità che la SPAL gli sta regalando, sudando sempre la maglia. A volte i ragazzi queste cose non le capiscono, ma qui è davvero un paradiso”.



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