Il futuro della SPAL, oltre a quello che accadrà il prossimo 10 e 17 maggio nella doppia gara dei playout contro il Milan Futuro, continua a essere oggetto di discussione anche sul fronte politico. Durante il consiglio comunale del 28 aprile è stato discusso l’ordine del giorno presentato lo scorso 20 marzo dal capogruppo del Partito Democratico Massimo Buriani che chiedeva all’amministrazione guidata dal sindaco Alan Fabbri di istituire una “Commissione consiliare alla presenza della dirigenza della SPAL per essere informati dello stato delle cose, dei programmi e delle intenzioni future nella conduzione della società”.
Una richiesta diventata ancora di maggiore attualità dopo gli ultimi avvenimenti e soprattutto dopo che Joe Tacopina è tornato a rimarcare di voler andare avanti per la propria strada senza ascoltare la larga fetta di tifoseria (organizzata e non) che lo sta contestando ormai ininterrottamente da due anni nella speranza di un cambio al vertice.
La posizione dell’amministrazione riguardo alla proposta proveniente dai banchi dell’opposizione è stata espressa prima dal consigliere Luca Caprini – presidente della Quinta Commissione consiliare che si occupa di Ambiente, Sport, Digitalizzazione e Smart City – e quindi dall’assessore allo sport Francesco Carità.
Così Caprini: “Questa richiesta prima di toccare questa sede consiliare è stata su tutte le pagine dei giornali e ha visto un botta e risposta tra il consigliere Buriani e il direttore generale della società. Concordiamo che la SPAL è nel cuore della città di Ferrara e parte della nostra storia. Questo però non deve trasformarsi in un automatismo che giustifica ogni tipo di iniziativa consiliare. Credo che sia doveroso ribadire che questa non è la sede più opportuna per affrontare temi che riguardano la gestione interna di una società privata. E penso anche sia il caso di smentire questa visione di un’amministrazione non coinvolta nelle vicende della SPAL. L’assessore Carità è sempre stato in contatto costante con dirigenti e tifosi, dimostrandosi attivo”.
“Le preoccupazioni della città sono condivisibili, ma proprio per questo riteniamo che affrontarle in modo serio e responsabile richieda strumenti diversi da una commissione consiliare. Questa rischierebbe di trasformarsi in una passerella politica senza una vera efficacia operativa. Il rispetto che abbiamo per la SPAL non si misura con gli ordini del giorno o incontri formali, ma con l’impegno quotidiano di chi lavora per creare le condizioni affinché il patrimonio sportivo di questa città possa avere un futuro. In questo senso l’amministrazione non ha mai fatto un passo indietro, ma non possiamo sostituirci né alla proprietà né agli organi competenti. Parlare oggi di una commissione consiliare sembra un modo per strumentalizzare un tema che merita ben altro rispetto, soprattutto per chi si professa vicino alla tifoseria. Per queste ragioni riteniamo non ci siano i presupposti per accogliere questa richiesta”.
Dopo l’intervento di Caprini, hanno preso parola i consiglieri d’opposizione Fiorentini e Nanni, che hanno voluto sottolineare la necessità di un maggiore coinvolgimento dell’amministrazione comunale nelle problematiche della SPAL anche a fronte delle ingenti somme investite dal Comune di Ferrara per la causa spallina, sia attraverso i lavori svolti allo stadio Paolo Mazza, sia perché sono in vigore convenzioni per diverse strutture di proprietà pubblica (per esempio il centro sportivo G.B. Fabbri).
Da parte sua l’assessore Carità ha respinto al mittente la richiesta dell’istituzione della commissione consiliare con queste argomentazioni: “Intervengo da amante del calcio, da ex giocatore e da tifosissimo della SPAL. La situazione non è rosea, ma non è drammatica da poterla a paragonare a quella della Berco, sono situazioni completamente diverse e non penso sia giusto metterle sullo stesso piano come qualcuno ha fatto. È vero che il Comune ha investito tanti soldi nello stadio, ma non li ha investiti in questa società. Li ha investiti perché il regolamento della Lega di serie A prevedeva l’adeguamento della struttura. I soldi non sono stati investiti sulla SPAL di Tacopina, ma su un patrimonio nostro (lo stadio) e siamo comunque soddisfatti di ciò”.
“Nel tempo abbiamo fatto numerosi incontri con società e tifosi, dove ero presente personalmente e c’era anche il sindaco. Lo strumento proposto dal consigliere Buriani è quello sbagliato e lo dico con rispetto. La richiesta della convocazione di una commissione dove chiediamo a una società privata di venire qui, soprattutto quando il direttore generale Luca Carra ha detto pubblicamente che c’è apertura al dialogo, non mi pare appropriata. Con Carra peraltro ho parlato spesso, di cose belle e meno belle così come ho fatto con la tifoseria. Utilizzare il ruolo da assessore o sindaco per influire sulla cessione può portare a conseguenze delicate, c’è anche il rischio di ripercussioni in ambito penale. L’amministrazione ha presenti le sue responsabilità. Noi incontriamo la società, chiediamo chiarimenti quando serve e ascoltiamo i tifosi. Ho incontrato anche un avvocato simbolo della tifoseria per parlare dei temi della SPAL, c’è un lavoro continuo e costante proprio perché rispettiamo tanto la squadra e quello che simboleggia. Lavoriamo sotto traccia perché pensiamo che rendere pubblica questa situazione potrebbe danneggiare ancora di più la storia della SPAL”.
“Ho sentito tanti cori e altre considerazioni, però quest’anno allo stadio ho visto pochi di quelli che si sono lamentati presenti sugli spalti. Magari qualcuno soffriva davanti alla tv. Per chi è tifoso come me soffrire non è certo bello, ma essere disfattisti è ancora peggio“.
La votazione dell’ordine del giorno ha visto prevalere in larga maggioranza i “No”, per cui non sembrano esserci all’orizzonti altri sviluppi in materia.
ha collaborato Alessandro Orlandin