foto Filippo Rubin
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Si avvicina sempre di più il primo dei due appuntamenti della SPAL col Milan Futuro e in questo contesto il direttore generale Luca Carra è stato ospite di Lunedì Sport a Telestense per fare il punto della situazione e parlare anche di possibili scenari futuri.

CAMPO, CAMPIONATO E PLAYOUT

COSA NON HA FUNZIONATO – “Abbiamo ragionato tanto e qualche idea ce la siamo fatta. Nessuno si aspettava una stagione come questa, soprattutto con questa squadra che tuttora non pensiamo sia da playout. E non lo dico solo io o qualcuno internamente, tante persone del settore con cui parliamo si stupiscono. Le motivazioni possono essere tante: sicuramente errori commessi, ma anche gli infortuni nella seconda parte del girone d’andata. Il cambio allenatore è sempre sintomo di qualcosa che non ha funzionato. La regola per vincere non la so, abbiamo provato in tanti modi, ma evidentemente questa stagione è stata una delle peggiori della storia della SPAL e anche personalmente la peggiore della mia carriera. Ora non dobbiamo pensare troppo a cosa è stato fatto prima, abbiamo due partite fondamentali che sono l’occasione per rimediare e dobbiamo rimanere concentrati su quelle”.  

“L’aria al centro sportivo è positiva: la vittoria con il Gubbio, al netto del fatto che gli avversari fossero rimaneggiati o senza obiettivi, ha dato fiducia. I giocatori sanno benissimo per che cosa stanno giocando. Sono tutti motivati per l’obiettivo che abbiamo tutti in testa: li ho convinti, poi in campo basta pochissimo per cambiare le sorti di una partita”.

MORALE – “Secondo me la vittoria col Gubbio ha cambiato qualcosa nello spogliatoio. Nelle ultime partite c’era l’ansia di non riuscire a vincere dopo buone prestazioni, che però non portavano i tre punti. Il sorpasso sul Milan Futuro ha reso i giocatori consapevoli di aver fatto qualcosa di buono, avendo così i due risultati su tre alla fine dei 180 minuti, e soprattutto ha dato una buona spinta nell’idea di potersi salvare, che non è scontato dopo un campionato di difficoltà anche mentali. C’era la paura di non riuscire a vincere: a Sassari abbiamo giocato bene, e magari con quel rigore l’avremmo vinta. Anche in altre occasioni abbiamo giocato bene senza vincere: dopo un po’ aumenta l’ansia, e la vittoria con il Gubbio ha un po’ sbloccato questa situazione”.

PLAYOUT – “Quest’anno abbiamo avuto anche noi, come loro ultimamente, molte distrazioni. Nelle ultime partite la nostra fase difensiva è stata più quadrata. Il Milan è una squadra giovane e nelle ultime partite non hanno fatto benissimo. I nostri giocatori sono cresciuti molto dal punto di vista atletico quindi non so se e dove potrebbero prevalere. In quella partita dobbiamo avere paura solo di noi stessi: va giocata con la convinzione che possiamo farcela se ci impegniamo e corriamo. Possiamo giocare con la mente un po’ più libera rispetto ai mesi precedenti a e con l’obiettivo di vincere entrambe le partite”.

CALCIOMERCATO E GIOCATORI

CALCIOMERCATO ESTIVO – “A luglio ci siamo ritrovati nella situazione di dover far uscire giocatori prima di effettuare ingressi. Avevamo una rosa di 40 contratti non tutti utili e alcuni molti pesanti. Nessuno di noi pensava di ammazzare il campionato e vincere a mani basse, ma nemmeno pensavamo di ritrovarci a lottare per i playout. Per noi l’organico era da playoff: quinto, sesto, decimo posto… in generale da playoff. Per questo siamo rimasti stupiti perché nessuno si aspettava un campionato così deludente: alcuni dei giocatori hanno vinto campionati o hanno fatto prestazioni ottime. Qui da noi o per difficoltà psicologiche o altro, non sono riusciti a rendere”.

“Personalmente non ho partecipato 24 ore su 24 al mercato, ma i contratti passavano da me, molti calciatori rispondevano alle caratteristiche che voleva mister Dossena. Karlsson è un esempio, Rao lo avevamo in casa, poi è mancato un po’ il lato destro dell’attacco. I centrocampisti che abbiamo preso sono stati avallati dal mister. Radrezza l’anno scorso ha fatto benissimo, Zammarini e Awua dovevano dare dinamismo. Andava fatto qualcosa in più, quello sì: mancavano almeno due pedine per completare il modulo Dossena, però per 7/8 su undici era la squadra che voleva il mister”.

ULTIMO GIORNO DI MERCATO – “C’è stato un problema di tempistiche. Avevamo già l’accordo con entrambi i giocatori, ma non arrivava il via libera da chi doveva portarcene via due che ci avrebbero liberato, tra cui La Mantia. Quando è arrivato finalmente l’ok siamo arrivati al deposito dei contratti dopo la scadenza di mezzanotte. È stata solo una questione di tempo che abbiamo perso per chiudere le uscite”.

BACHINI, EL KADDOURI E GLI INFORTUNI – “All’inizio Bachini ha giocato e l’anno scorso aveva vinto il campionato. Il problema poi si è aggravato e non è più rientrato. Fiordaliso ha avuto un infortunio grave in ritiro, Arena ha avuto ripetuti problemi. Quando ti mancano la maggioranza dei difensori si fa fatica”.

“El Kaddouri è arrivato fermo da un po’ di tempo con bisogno di recuperare. Ha dimostrato, al netto di una tenuta limitata, di saper far girare la squadra: secondo me le migliori partite di inizio campionato le abbiamo giocate con lui, poi ha avuto problemi fisici e ha fatto fatica ad avere continuità. Speriamo possa essere determinante magari anche a partita in corso con la sua qualità”.

CALCIOMERCATO INVERNALE – “La sessione di gennaio è coincisa col momento in cui pian piano stavano rientrando tutti. Karlsson aveva il problema che stava smaltendo, Antenucci aveva fatto benissimo nel girone d andata, ma non si poteva pensare di fargli fare 90 minuti per 38 partite. Abbiamo cercato un attaccante come Molina che sia dal punto di vista caratteriale che di gioco potesse darci energia, vedi il gol di Parigini contro il Gubbio che è stato creato da lui. Parigini e Spini si sono confermati ottimi giocatori. L’inserimento di Haoudi serviva per dare un po’ di fantasia in mezzo al campo: lo ha dimostrato, ma anche lui è arrivato con qualche problema fisico dal punto di vista della forma. Paghera credo sia un ottimo acquisto, che per quello che ha dimostrato sarà molto importante per il playout: a centrocampo quando c’è si sente”.

SITUAZIONE SOCIETARIA E DI LEGA

TIFOSERIA – “Il rapporto tra società e tifosi è noto. Bisogna capire se c’è la volontà da parte dei tifosi e da parte della proprietà di cercare di venirsi incontro, ma non voglio aprire una polemica ora che non c’è bisogno, serve essere uniti e concentrarsi sull’obiettivo. La curva ha sempre incitato molto la squadra, contro il Gubbio sono stati molto presenti, come in tutte le ultime partite in cui hanno messo molto calore e hanno riportato gli striscioni”.

“La scelta di protestare contro le seconde squadre non è solo dei tifosi di Ferrara. È ovvio che preferirei avere i tifosi dentro allo stadio, però è una battaglia che stanno portando avanti da un po’ di tempo e rispetto la scelta. Se dovessi scegliere io li vorrei tutti dentro a incitare la squadra”. 

SITUAZIONE LEGA PRO – “È risaputo in Lega che la situazione è quasi insostenibile. Ogni anno ci sono fallimenti perché la serie C ha costi elevatissimi e ritorni minimi. Se si pensa alla differenza con la serie A sono proprio sport diversi, già la serie B ha ricavi otto/dieci volte superiori alla serie C. Si fa fatica a fare in modo che il campionato finisca in modo regolare: Taranto e Turris escluse hanno stravolto la classifica del girone C. La Lucchese si sapeva che non sarebbe riuscita a pagare, ora è senza proprietà perché chi doveva rilevarla si è tirato indietro: se è così difficilmente riuscirà a iscriversi al prossimo campionato. Lo stesso Messina da inizio stagione fatica a pagare, a Foggia il presidente ha minacciato di non mettere più soldi vista la contestazione. La mia paura è che sia un’altra estate di tribunali, che poi portano ritardi nella compilazione dei gironi e dei calendari”.

RIFORME – “Nell’ultima assemblea c’è stata la proposta di introdurre un tetto salariale individuale e collettivo. L’anno prossimo sarà introdotto ma non avrà effetto, per vedere come può funzionare: si applicherà solo ai contratti nuovi. Va ancora finalizzato, ma di fatto l’idea è un monte stipendi fisso collettivo, stabilito in base ai costi degli anni precedenti: se sfori il tetto salariale hai un limite anche sul contratto del singolo giocatore. Poi ci saranno una serie di sanzioni previste per chi dovesse sforare. È stata introdotta una fideiussione più alta (da 350mila a 700mila euro). Verrà introdotto anche un indice che tiene conto di costi e ricavi che ti vieta di spendere troppo rispetto a quanto ricavi. Si sta cercando di inserire parametri per avere più certezze per chi si vuole iscrivere”.

“Poi ogni presidente a casa sua fa quello che vuole: il problema c’è ed è stato evidenziato in Lega in questi giorni. La riforma dei gironi non è solo in capo alla Lega, perché comprenderebbe anche la FIGC e sarebbe un discorso più ampio. Intanto è importante mettere indicatori di controllo: qualcosa va fatto perché è evidente che non è sostenibile così come è ora. 60 squadre sono tante e l’Italia è l’unica nazione con 100 squadre professionistiche. Non è tanto il numero, ma sono i ricavi che hanno le squadre di serie C a rappresentare un problema. O i ricavi diventano molto più alti, oppure non puoi permetterti 60 squadre in serie C, perché vanno divisi per troppe società”.

SECONDE SQUADRE – “Sulle squadre B ci siamo accorti che giocatori che facevano solo il campionato Primavera facevano fatica ad arrivare in prima squadra: una serie C fa crescere di più i ragazzi, sicuramente. Capisco poi anche la protesta dei tifosi perché togli il posto a squadre blasonate, faccio l’esempio di Treviso, Reggina, Siena… L’obiettivo è quello di far crescere i ragazzi per portarli nelle prime squadre e magari in Nazionale, almeno in quest’ottica erano state introdotte le seconde squadre”.

TACOPINA E FUTURO – “La situazione delle quote è rimasta come era prima tra Follano e Tacopina. Il presidente ha parlato delle sue intenzioni in conferenza stampa, abbiamo fatto riunioni anche la scorsa settimana quando era a Ferrara per programmare la prossima stagione. Lui e Follano non hanno nessuna intenzione di lasciare ed è ovvio che sono anche loro con le dita incrociate come noi perché tutti vogliamo restare in serie C. Per il futuro lavoriamo su due piani: la situazione finanziaria rispetto a luglio dell’anno scorso è migliorata molto, quindi la stagione prossima sarà un po’ più leggera”.

COSTI E STRUTTURA – “La SPAL ha una struttura che è molto più importante rispetto a molte società di serie C: abbiamo un convitto che è molto comodo ma ha dei costi, una cinquantina di ragazzi vive lì. Abbiamo un settore giovanile che lavora bene, abbiamo davvero tanti dipendenti, che esclusa la rosa e lo staff conta circa 80/90 persone, che sale a 150 contando collaboratori e liberi professionisti: in totale di costi saremo sui 13/14 milioni, complessivamente, 2 solo di dipendenti. Sicuramente ci sarà una riduzione di costi e sprechi: quest’anno abbiamo ridotto sensibilmente, ma ci sarà ancora da lavorare. Va diminuito il costo anche sulle piccole cose quotidiane, ma questo vale anche per i giocatori. Il presidente vuole una squadra competitiva, ma non è solo spendendo che crei le squadre vincenti. Bisogna avere il tempo di costruire. Secondo me abbiamo una squadra che può avere una base sulla quale vanno inseriti giocatori, ma non c’è più l’esigenza di vendere tanti giocatori per poter comprare. Abbiamo abbassato molto il monte ingaggi con un lavoro importante fatto l’anno scorso a luglio: qualcuno è in prestito e rientrerà, ma siamo sicuramente più snelli sul fronte dei contratti”.

OTTIMIZZAZIONE DEI COSTI – “Stiamo valutando tutto. Ogni settore societario ha dei costi, e dove si può ottimizzare si andrà a intervenire, per cui sia settore giovanile che femminile sono sotto osservazione per capire dove si può effettivamente risparmiare qualcosa. Da quando sono qui mi sono reso conto che alla SPAL sembra che tutto costi il doppio rispetto alle altre parti, quindi dobbiamo mettere un rimedio a questa cosa. E non parlo solo di squadre con strutture più piccole, perché la SPAL è di fascia alta e ha lo stadio secondo me più bello della categoria, che però ha costi di gestione e manutenzione. La SPAL spende tanto, quindi bisogna ottimizzare”.

GIOVANI – “Rao sta facendo un po’ fatica, ma aveva iniziato e fatto molto bene. Puletto e Contiliano sono andati in prestito per giocare con continuità, ma rientreranno e hanno fatto un campionato tutto sommato da titolari e in cui hanno accumulato esperienza. Sapevamo che avrebbero trovato poco spazio qui e abbiamo sfruttato l’opportunità di mandarli a giocare, ma sono un patrimonio della SPAL in chiave futura”.

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