foto Filippo Rubin

Mirco Antenucci ha confermato di non aver ancora ricevuto notizie dalla SPAL a quasi due settimane dalla formale conclusione della stagione sportiva. Il capitano, in un bella intervista rilasciata a Il Resto del Carlino e curata dalla collega Beatrice Bergamini, ha confermato di essere a disposizione per iniziare la sua carriera di dirigente e ne ha approfittato per raccontare qualcosa in più sui due tribolati anni che hanno contraddistinto il suo finale da giocatore.

Mi piacerebbe rimanere in questo ambiente, nel calcio, ormai ci sono da ventitré anni, e mi piacerebbe farlo a Ferrara. Sto aspettando di sapere qualcosa, vedremo le opportunità che si verranno a creare. Ho fatto il corso da direttore sportivo, vediamo…“.

Antenucci ha poi confermato di voler comunque rimanere a Ferrara nel futuro, al di là degli sviluppi professionali: “Io, Eleonora e le nostre bimbe amiamo la Ferrara perché qui stiamo bene, lei ha anche aperto un’attività, quindi anche a questa vogliamo dare continuità. Nella vita mai dire mai ovviamente, ho girato tantissimo, la certezza non si può mai avere ma per ora l’intenzione è di rimanere qui“.

L’ormai ex attaccante ha anche messo l’accento sul ruolo della tifoseria: “Nella mia carriera ho sempre avuto molto rispetto dei tifosi in generale, sono la parte fondamentale, di passione, di appartenenza di una città. Come si dice spesso: dirigenti, presidenti, allenatori, direttori passano, i tifosi rimangono, ed è la realtà. A Ferrara l’ho fatto a maggior ragione perché è una tifoseria che merita tanto, non lo dico per ingraziarmi nessuno, lo penso sul serio. La definirei una piazza all’inglese, che ha molta maturità, che ha sempre sostenuto negli anni. Il minimo che noi possiamo fare, trovandoci dall’altra parte a rappresentare la città, è sudare davvero la maglia, dare sempre il massimo. Non ci dimentichiamo che i tifosi, che siano di curva, di tribuna, di altri settori, spengono i soldi, fanno sacrifici per seguirti e sostenerci. Noi professionisti queste cose quando ci alziamo alla mattina ce le dobbiamo ricordare“.

Ampio spazio anche all’epilogo del campionato, tra sollievo generale e contestazione più o meno aperta dalla quale Antenucci è stato esentato a chiare lettere: “Se le cose sono andate in un certo modo c’è un motivo. Ci sono tanti aspetti da migliorare, tante cose da fare meglio. Onestamente mi è dispiaciuto che i compagni non abbiano ricevuto degli applausi. Io li vedevo ogni giorno e hanno fatto gli stessi sacrifici che ho fatto io, alla stessa maniera. I risultati non sono venuti e da parte della città c’è stata molta delusione. Però gli applausi quella sera sarebbero stati meritati. Non nego di aver avuto paura di retrocedere e questo avrebbe cambiato tutto per me. Però nella partita di ritorno tutti sono stati bravi“.