Le ragazze dell’Accademia SPAL in ricognizione prepartita al Paolo Mazza prima della gara dello scorso 9 marzo 2025 – foto Cristiano Pedriali
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C’è una SPAL che ha più probabilità di altre di essere salvata ed è l’Accademia SPAL. Si tratta della società sportiva dotata di vita propria che negli ultimi anni ha svolto l’attività femminile del club biancazzurro sia con la prima squadra sia a livello giovanile. Essendo dotata di matricola FIGC autonoma (935002), l’Accademia potrebbe non solo essere messa al sicuro per evitare di disperdere il lavoro svolto negli anni col settore femminile, ma anche diventare potenzialmente la pietra angolare per la nuova SPAL sulla quale sta lavorando il sindaco Fabbri con la sua amministrazione. Solo che anche in questo caso non mancano gli ostacoli sul percorso.

LA STORIA DELL’ACCADEMIA SPAL
L’entità che oggi porta il nome Accademia SPAL venne fondata nel lontano giugno 2011, ma nei primi anni non si chiamava così. Originariamente era Giaco Junior, società satellite della Giacomense che dopo il subentro del 2013 a Ferrara continuò a operare col proposito di valorizzare i ragazzi appartenenti agli ex settori giovanili di Real Spal e Giacomense. Il cambio di denominazione arrivò tra il 2014 e il 2015 e nel corso degli anni, sotto la presidenza di Daniele Grimaldi (fedelissimo di Walter Mattioli) ha proseguito a svolgere attività in campo giovanile sotto il controllo della SPAL, tra cui l’organizzazione della scuola calcio. La riorganizzazione del post-Colombarini ha portato alla presidenza Mauro Rotondi, ovvero il responsabile del settore femminile negli ultimi tre anni. Sotto la sua guida Accademia SPAL ha raggiunto numeri ragguardevoli per la pratica calcistica dedicata a bambine ragazze: oggi ci sono certo 150 tesserate che vanno dalla prima squadra (reduce da un ottimo quinto posto in serie C nazionale) alle selezioni giovanili U10, U12, U15, U17 e U19.

Mauro Rotondi (a sinistra) prima della gara del 9 marzo tra Accademia SPAL e Ravenna – foto Cristiano Pedriali

COME È STRUTTURATA L’ACCADEMIA SPAL
Una delle peculiarità di Accademia SPAL è che ha forma giuridica di SSDARL, ovvero  Società Sportiva Dilettantistica a Responsabilità Limitata. Questo la rende sostanzialmente simile a una società di capitali (come una SRL), ma con l’assenza di fine di lucro (propria delle società sportive dilettantistiche). Il socio unico di Accademia SPAL è SPAL srl, ossia la società di Joe Tacopina, che ogni anno si è incaricata di coprire i passivi – anche pesanti – registrati a bilancio. Solo nell’ultimo anno (2024) il rosso è stato di 309.148,53 euro, interamente ripianato con versamenti in conto capitale. Nell’organigramma societario figurano tre persone: il presidente Mauro Rotondi e i consiglieri Stefano Salis (segretario generale della SPAL) e Giuseppe Santarelli, avvocato dello studio Tonucci&Partners di Roma che nel 2021 fu uno dei soggetti coinvolti nell’acquisizione della SPAL da parte di Tacopina.

PERCHÉ L’ACCADEMIA SPAL SI POTREBBE SALVARE
Teoricamente, prima che l’eventuale tempesta della liquidazione giudiziale (una volta detto fallimento) inizi a manifestarsi, Tacopina potrebbe cedere l’Accademia SPAL al costo simbolico di 1 euro a chiunque volesse portarne avanti l’attività. È quello che un gruppo di sponsor vorrebbe provare a fare, coinvolgendo anche altri soggetti che possano farsi carico non solo delle pendenze con le giocatrici da saldare da qui al 30 giugno (all’incirca 30mila euro), ma anche mettere a disposizione un budget per la stagione 2025/2026. Raccogliendo una cifra compresa tra stimata tra i 100mila e i 150mila euro questo potrebbe essere possibile, seppure con un compromesso al ribasso rispetto alle cifre spese nell’ultimo anno. Della situazione è al corrente il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che pare abbia in programma di incontrare presto i volenterosi per capire, tra le altre cose, come la prosecuzione dell’esistenza di Accademia SPAL possa tornare utile anche per far ripartire la prima squadra maschile (assieme a tutto il resto). Questo risparmierebbe come minimo tutti i passaggi per la costituzione di un nuovo soggetto da affiliare alla FIGC.

I PUNTI CRITICI
Innanzitutto il tempo è il primo nemico. Se la SPAL srl diventerà oggetto di liquidazione giudiziale, ogni asset societario – compresa Accademia SPAL – dovrà essere valutato dall’eventuale curatore e quindi non potrebbe essere toccato in alcun modo. Per questo il passaggio di mani dovrebbe avvenire in tempi molto rapidi e non è così semplice. Non tanto per una questione burocratica (basterebbero, per così dire, un verbale del consiglio d’amministrazione e un appuntamento da un notaio), ma per l’impegno economico richiesto. Entro il 30 giugno andrebbero versati i rimborsi residui dell’ultima stagione, ma successivamente ci sarebbero altri 30mila euro da mettere a disposizione per onorare gli impegni con fornitori di beni e servizi. Andrebbe poi trovato un campo sportivo sul quale far allenare e giocare queste squadre. La convenzione col Comune di Vigarano Mainarda è scaduta e non verrà estesa; il centro sportivo G.B. Fabbri non rappresenta un’opzione praticabile.

Il settore femminile conserva quindi ancora qualche spiraglio di sopravvivenza, soprattutto perché composto da tante ragazze del territorio, ma le speranze passano attraverso un percorso molto stretto e che in ogni caso presupporrebbe l’addio all’Ovetto SPAL, visto che il marchio rimarrebbe saldamente ancorato alla società di Tacopina. Lo stesso barlume di speranza non può invece averlo il settore giovanile maschile, destinato verosimilmente ad andare completamente a picco con ciò che resta del club, a meno fino a che non emergerà un nuovo progetto sportivo all’orizzonte.

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