Joe Tacopina ha dichiarato a più riprese di avere tutte le intenzioni di restare al timone della SPAL anche tra i dilettanti. Ma può farlo? Per cercare di fare un po’ di chiarezza abbiamo interpellato Alfonso Morrone, presidente di ADICOSP (Associazione Direttori e Collaboratori Sportivi) e FIDS (Fédération Internationale des Directeurs Sportifs), oltre che componente della commissione dirigenti sportivi della FIGC.
Direttore, facciamo prima di tutto chiarezza su quanto successo in questi ultimi giorni.
“La situazione è chiara: la SPAL non ha adempiuto ai pagamenti degli stipendi, ma ha fatto comunque un azzardo, perché ha deciso di chiedere lo stesso l’iscrizione della squadra al campionato di serie C 2025/2026. La domanda sarà rigettata e la SPAL sarà sostituita da un’altra squadra non per riammissione ma per ripescaggio e questo slot sarà verosimilmente preso dall’Inter Under23. Se la SPAL non avesse presentato domanda di iscrizione si passava invece alla riammissione, cosa che per esempio avverrà con la Pro Patria che subentrerà alla Lucchese. Tornando alla SPAL, la società non è fallita, né è stata radiata. La matricola esiste ancora e la società potrà iscriversi a una categoria inferiore – non più alta dell’Eccellenza – a patto che rispetti tutte le norme federali e, qualora restasse Tacopina, sistemi tutti i debiti”.
Nel pratico, cosa succede adesso? Quali sono i passaggi e gli attori coinvolti?
“Adesso la FIGC adotterà la norma 52 comma 10 delle NOIF, ovvero chiamerà il sindaco (Alan Fabbri, ndr) e gli darà il mandato di trovare qualcuno che possa finanziare un progetto calcistico a Ferrara, partendo dall’Eccellenza o più in basso. Il sindaco, tramite bando o tramite contatti privati, dovrà individuare la persona che secondo lui possa gestire il calcio a Ferrara. Normalmente si costruiscono delle associazioni formate da pool di imprenditori, ma può essere anche un singolo a presentare un progetto al sindaco. Alla fine Fabbri valuterà i progetti e deciderà a chi dare in mano la SPAL. Una volta che il primo cittadino avrà preso questa decisione, il nome scelto passerà al vaglio della FIGC che determinerà in ultima istanza se il soggetto ha tutti gli elementi giusti per fare attività calcistica. A questo punto il nuovo presidente pagherà il contributo a fondo perduto e farà l’iscrizione in Eccellenza”.
Quindi la SPAL potrebbe legalmente rimanere a Tacopina?
“A livello legale c’è la possibilità che la SPAL resti a Tacopina (sempre partendo dall’Eccellenza). Ripeto, la società non è fallita. Ovviamente Tacopina dovrebbe prima trovare i soldi per pagare tutti i debiti, tutti gli stipendi e dimostrare di essere in regola. Mi chiedo se possa trovarli ora, visto che pochi giorni fa non è stato in grado di completare l’iscrizione. Poi dovrebbe presentare un progetto e a quel punto se la FIGC ritenesse opportuno continuare con lui potrebbe farlo e attribuirgli il titolo sportivo. Tuttavia è uno scenario improbabile perché, anche se la Federazione ha potere di decidere autonomamente, è assai difficile che non affidi l’incarico di scelta al sindaco. In serie A e B avrebbe più potere la FIGC, ma in C conta molto il primo cittadino. Da quel che leggo Fabbri di Tacopina non ne vuole più sentire parlare e immagino che abbia già un piano B”.
Quindi difficile ma non impossibile. Ci sono stati casi simili nel recente passato?
“Ci sono due esempi recenti, tra l’altro uno passato per la giustizia sportiva e uno per quella ordinaria, ovvero Sambenedettese e Casertana. Entrambe nel 2021 non si sono iscritte al campionato di C e sono ripartire dalla D (al tempo era consentito, ndr). Hanno fatto ricorsi su ricorsi, ma alla fine non c’era nessun imprenditore idoneo per riavviare l’attività calcistica. Il presidente delle Casertana oggi è sempre lo stesso (Giuseppe D’Agostino, ndr). Ma lì davvero l’alternativa non esisteva. Al contrario è quanto successo al Carpi, che è ripartito dalla serie D con un nuovo titolo sportivo. Lì fui io a trovare il presidente Lazzaretti, dopo che il sindaco mi chiamò. Lui ha pagato il contributo a fondo perduto, al tempo 300 mila euro, ha fatto l’iscrizione ed è partito regolarmente”.
Tornando a Ferrara, sarà quindi di Fabbri la grossa fetta di potere?
“Fabbri avrà il giocattolo in mano qualora la FIGC dia a lui la delega di trovare chi può rappresentare il calcio a Ferrara. La sua figura è importante perché in questo momento è difficile che la FIGC conceda l’Eccellenza a una proprietà senza interpellare il sindaco, però ripeto che sulla carta lo potrebbe fare. Dal lato suo Tacopina si può mettere di traverso e cercare di giocare le sue carte, perché la sua SPAL non è stata radiata. È logico che se Tacopina non farà calcio perderà tutto, perché se non c’è il titolo calcistico che ragione ha di continuare nell’attività? Ma non è fallito: questo può dirlo un tribunale, non la federazione. Poi, anche qualora Tacopina trovasse l’ok della federazione aggirando Fabbri, per rimettersi in gioco dovrebbe pagare tutto, mentre una nuova società non dovrebbe pagare i debiti di Tacopina ma solo il contributo a fondo perduto e fare l’iscrizione con una matricola diversa. Un percorso decisamente meno ostico a livello economico”.
Per quanto riguarda le ipotesi di possibili fusioni con altri club di serie D cui si sta vociferando?
“La regola 19 della NOIF dice che la società potrebbe fare una fusione o con una società di un comune della stessa provincia o con una di un comune confinante in altra provincia o regione (Baricella, Canaro, Ficarolo, Gaiba, Occhiobello, Stienta, ndr). Ci possono essere delle eccezioni, ovvero fusioni con comuni non limitrofi, ma sarebbe uno strappo alla regola e servirebbe l’ok di entrambe le società, dei sindaci e soprattutto del presidente federale. Magari per motivi eccezionali, come il fatto che possa sparire dal mondo del calcio una piazza storica come Ferrara, Gravina ha il potere di firmare il passaggio”.
Cosa succederà infine a Tacopina?
“Se non farà più attività è verosimile che non continuerà a fare calcio con la stessa matricola e potrebbe andare o in liquidazione, pagando tutti i debiti, oppure interverrebbe il tribunale per fallimento. O magari troverà i soldi, pagherà tutti i debiti e non fallirà. Ma questo andrà a prescindere dalla SPAL.”