foto Roberto Manderioli
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Far ripartire la SPAL è una delle priorità della città dopo la mancata iscrizione in serie C e tra le varie proposte emerse nel dibattito pubblico c’è anche quella del sempreverde azionariato popolare. Una forma organizzativa che pone delle sfide notevoli e che in Italia viene utilizzata molto raramente, ma che nei dilettanti potrebbe funzionare, almeno all’inizio. Per riflettere sulle modalità di partecipazione diretta dei tifosi nelle gestioni societarie il Centro Coordinamento SPAL Club ha organizzato una serata con i rappresentanti di Supporters in Campo, realtà attiva ormai da danni in questo ambito.

Ad aprire il dialogo è stata la presidente del centro coordinamento Valentina Ferozzi:Supporters in Campo ha lavorato e sta lavorando in tutta Europa soprattutto con squadre tedesche, inglesi e spagnole; con diversi casi di tifosi che hanno acquistato le proprie squadre e le stanno tuttora gestendo loro. Questo è un percorso che sta prendendo piede anche in Italia come a esempio a Taranto, Messina e Siena. Ci siamo rotti le scatole di sapere le cose quando ormai è troppo tardi, siamo alla mercé di certa gente e quindi è ora che noi ferraresi entriamo veramente a far parte di quella che è la società. Per questo mi sono affidata a queste persone. Ci daranno una mano per capire il percorso migliore da adattare alla nostra realtà. È importante che queste persone ci diano una mano. Dovremmo anche parlare col Comune per vedere se l’amministrazione è propensa a colloquiare con noi. L’importante è che noi riusciamo ad entrare e avere un ruolo, anche se dovessero volerci mesi, dobbiamo studiare e sondare per fare le cose fatte bene. Dobbiamo trovare una proprietà che abbia la volontà di dialogare coi tifosi, se non abbiamo relazioni con la nuova società è inutile che cominciamo”.

La parola è quindi passata al rappresentante di Supporters in Campo, Stefano Pagnozzi, per spiegare meglio la situazione: “Mi dispiace che ci troviamo in questa fase storica per la SPAL, ma siamo qui per cercare di pensare e costruire un futuro diverso per questa società. Siamo un network di associazioni dei tifosi che ha portato anche alcune tifoserie a gestire direttamente i propri club. Questa cosa in Italia è relativamente nuova, però stiamo parlando di una realtà che conta ormai una quarantina di casi e realtà sparse sul territorio nazionale, mentre all’estero è una pratica ormai consolidata. Io tuttavia eviterei di parlare di azionariato popolare, perché si tratta più di partecipazione attiva. Non è necessario acquistare quote per avere un ruolo o una voce importante all’interno della governance sportiva, basta lavorare bene sul territorio ed essere rappresentativi. L’associazione deve essere davvero rappresentativa del territorio, deve essere aperta a tutti e disponibile al confronto, per poi avere una linea unica, compatta”.

“In un contesto come quello l’Eccellenza proverei a prendere tutta la società per poi intraprendere un percorso di crescita e valutare successivamente gli imprenditori che si avvicinano. In questo modo avreste la facoltà di scegliere chi vi dà le garanzie maggiori. in Italia ci sono realtà come il Derthona o il Fasano che vengono gestite direttamente dai tifosi e fanno campionati da 6/700 mila euro di budget, ma sono piazze più piccole e meno ricche di Ferrara, quindi qui ci sarebbero tutte le carte in regola per gestire la squadra anche in serie D. Per non parlare dell’estero dove ci sono realtà come l’AFC Wimbledon che si sono addirittura costruite lo stadio. Poi è ovvio che anche l’amministrazione comunale giocherà un ruolo importante, per questo servirà avere una buona comunicazione con le istituzioni. Come detto, in questo caso ripartirei coi tifosi alla guida del club, poi col salto di categoria se si trovano persone valide e sagge si può tornare ad avere una minoranza o addirittura uscire dalla società, ma sapendo che quelle persone le avete scelte voi”.

Ha successivamente preso la parola Fabio Guarini: “Sono stato presidente del Supporter Trust del Taranto per tre anni e sono tuttora impegnato nell’associazione, inoltre sono nel direttivo da nove anni. In questo momento a Taranto la situazione è molto simile a quella di Ferrara: attendiamo di ripartire dall’Eccellenza dopo che la società è stata esclusa a stagione in corso dal campionato per problemi economici. Abbiamo circa il 7% delle quote della società e questo porta i suoi vantaggi e svantaggi: a esempio avevamo più membri della società nel consiglio di amministrazione e questo significa avere amministratori espressi dalla volontà dell’associazione dei tifosi che hanno anche un potere di indirizzo di quella che è la gestione economica. In questi tredici anni la città è sempre stata informata settimana dopo settimana sull’andamento economico del club, senza nascondere nulla e facendo da tramite con l’opinione pubblica. Noi deteniamo inoltre il marchio del Taranto e abbiamo il diritto di veto per lo spostamento della sede, per la scelta di uno stadio alternativo e possiamo intervenire anche per quel che riguarda questioni prettamente economiche come scissione e fusione. Pensiamo che questa strada sia la soluzione migliore per Ferrara”.

Si è parlato anche del delicato tema della partecipazione agli utili, ma soprattutto delle perdite. “Per quel che riguarda le perdite – ha spiegato Pagnozzi – dipende anche dall’approvazione del bilancio. Solitamente le associazioni di tifosi che stanno in minoranza spesso si astengono. C’è stato un caso a Cesena dove l’associazione dei tifosi era interna e ci sono stati problemi perché la società è stata poi accusata di falso in bilancio. In quel caso il bilancio era stato approvato anche dall’associazione. Quando uno è dentro alla società ha responsabilità grosse, quindi io sono dell’idea che o si prende tutta la società, per sapere al 100% come stanno le cose, oppure se si è in minoranza sarebbe meglio avere accordi esterni con gli imprenditori”.

Fabio Guarini ha poi aggiunto come a Taranto l’associazione non partecipa né a utili né a perdite, quindi non ci sono questi tipo di rischi. Gli unici problemi potrebbe averli l’amministratore nel momento in cui facesse cose non consone. È un tema assai interessante quello uscito dall’incontro di mercoledì, perché scegliendo la partecipazione dei tifosi si darebbe la possibilità ai ferraresi di avere finalmente voce in capitolo sul futuro della SPAL che verrà. 

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