C’era grande attesa per il consiglio d’amministrazione della SPAL che si è tenuto lunedì 16 giugno nel tardo pomeriggio, non fosse altro perché si è trattato della prima riunione di questo tipo dopo la mancata iscrizione in serie C. La videoconferenza del tardo pomeriggio è durata poco più di un’ora e non ha prodotto risultati sostanziali: il direttore generale Luca Carra e i vari professionisti dell’area economica e legale della SPAL hanno illustrato a Tacopina e Follano la situazione in cui si trovano e gli scenari disponibili da qui in avanti.
Al netto dei passaggi tecnici le opzioni sul tavolo sembrano essere due: accettare la prospettiva di un fallimento oppure trovare il sistema di mandare avanti la SPAL, iscrivendola tra i dilettanti, più precisamente nel campionato d’Eccellenza regionale. Dal poco che emerge in queste ore i due proprietari statunitensi vogliono fare il possibile per evitare di dover portare i libri contabili in tribunale e per questo hanno chiesto un’altra settimana di tempo. Il loro proposito sarebbe quello di trovare una via per saldare il debito – di oltre 3 milioni – con i tesserati dell’area sportiva fino al 30 giugno (ma la scadenza sarebbe verso metà luglio) per poi magari cedere la società a un altro soggetto non meglio identificato. Qualcuno che dovrebbe prima di tutto negoziare un’eventuale iscrizione al campionato col sindaco Fabbri e quindi fare fronte agli almeno 7-8 milioni di debiti residui, magari tramite un concordato. Al netto poi del contributo a fondo perduto (100mila euro) e dei costi di gestione (come minimo 500mila euro). Uno scenario che finora non era emerso come plausibile ma che sembrerebbe avere quantomeno un fondamento.
Per quanto sia sgradevole da accettare per chi vorrebbe finalmente voltare pagina, la SPAL di Tacopina e Follano conserva ancora un paio di carte vincenti tra le proprie mani. La prospettiva di un fallimento non piace a nessuno, né ai dipendenti né agli altri creditori, visto che un procedimento di liquidazione porterebbe più di qualcuno a rimanere certamente tagliato fuori. Per questo le istanze di fallimento stilate dai legali dei vari creditori rimangono nei rispettivi cassetti, in attesa di capire se Tacopina e Follano hanno davvero a cuore i lavoratori o stanno bluffando. Non è detto però che questo fronte rimanga compatto visto il forte malumore che serpeggia.
Poi c’è la partita delle convenzioni per lo stadio “Paolo Mazza” e il centro sportivo “G.B. Fabbri”: senza un fallimento decretato dal tribunale gli impianti sono destinati a rimanere nella disponibilità della SPAL srl, a meno che il Comune scelga di avventurarsi in potenziali contenziosi legali che allungherebbero a dismisura i tempi, rendendo la vita difficile anche all’eventuale Nuova SPAL.