Un’altra settimana va in archivio senza novità sostanziali sulle sorti della SPAL. Né su quella disastrata della proprietà americana che continua a prendere tempo, né su quella che dovrà ripartire da zero (o quasi) per avviare un faticoso percorso di ricostruzione dai campionati dilettantistici. Sarà decisiva la settimana del 23-29 giugno.
Che la SPAL srl sia destinata o meno alla liquidazione giudiziale (e pare lo scenario più probabile) l’esclusione dal professionismo certificata il 19 giugno dalla FIGC ha dato all’amministrazione comunale di Ferrara una ragione in più per accelerare con la predisposizione del bando rivolto ai soggetti interessati all’eredità sportiva del club biancazzurro. In base alle regole federali il sindaco gioca un ruolo fondamentale in questa delicata fase di transizione: spetta infatti a lui indicare a Gabriele Gravina quale dovrà essere la società dotata di un mandato da parte della città per iscriversi in sovrannumero al prossimo campionato di Eccellenza.
Il sindaco Alan Fabbri ha pubblicato un aggiornamento sulla questione nel pomeriggio di venerdì 20 giugno: “Il consiglio federale della FIGC ha ufficializzato l’esclusione della società dal campionato di serie C e giovedì, con l’assessore allo sport Francesco Carità, abbiamo inviato una nuova lettera alla SPAL per chiedere chiarimenti ufficiali sulla loro posizione. Purtroppo, nonostante la gravità della situazione, non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione da parte della società. Abbiamo dovuto apprendere l’esito della vicenda dai giornali e dagli atti del consiglio federale.
Che tanta gente si stia muovendo e stia tessendo rapporti nella speranza di assicurarsi un qualche tipo di vantaggio non è un mistero. A livello locale sono già emerse le candidature (per quanto non pubblicamente annunciate) di Walter Mattioli e del gruppo legato alla società sportiva X Martiri di Porotto. E tra le altre cose sarebbe stato notificato al sindaco Fabbri anche una sorta di ampio crowdfunding pro-SPAL ispirato dal giornalista Enrico Testa. Ma non sono le uniche candidature arrivate all’orecchio dell’amministrazione. La prospettiva di far ripartire l’Ars et Labor da un foglio bianco fa gola a tanti, in tutta Italia e pure fuori. Per cui il bando pubblicato dal Comune metterà fine alla fase dei propositi e darà il via a quella ben più interessante dei fatti concreti.
Tra gli addetti ai lavori del settore c’è un certo consenso sulla portata dell’impegno che attenderà la nuova proprietà. Riportare la SPAL tra i professionisti senza eccessive sofferenze potrebbe richiedere un budget complessivo stimato tra i 3 e i 5 milioni da spendere nell’arco di un triennio, a patto di voler fare le cose nel migliore dei modi, tutelando anche ciò che resta del settore giovanile.