foto Filippo Rubin

È la trasferta inaugurale della stagione a regalare i primi tre punti della storia della nuova SPAL in Eccellenza: a Santarcangelo di Romagna i ragazzi di Di Benedetto battono 1-0 lo Young Santarcangelo grazie alla rete di Malivojevic e iniziano a muovere la classifica.

Per la partita contro i romagnoli Di Benedetto conferma lo schieramento tattico (4-3-3), cambiando però tre pedine rispetto alla sconfitta casalinga contro il Fratta Terme: Giacomel in porta, linea difensiva composta da Iglio, Dall’Ara, Mambelli (al posto di Casella) e Mazzali, centrocampo con Cozzari, Ricci (al posto di Leonardo Mazza) e Malivojevic, tridente offensivo con Barazzetta (al posto di Gaetani), Carbonaro e Senigagliesi.

A ennesima dimostrazione che nulla sarà regalato in questo campionato, i romagnoli, disposti in campo con uno schieramento speculare a quello spallino, si sono dimostrati una squadra attenta e ben disposta in campo, e che ha messo in mostra delle buone qualità, specialmente nella velocità delle transizioni offensive. L’approccio alla partita della SPAL è stato positivo: si è avuta la sensazione che gli undici in campo fossero correttamente calati all’interno della partita, e siano stati in grado di cercare la giocata o essere rudi nelle differenti situazioni di gioco.

Tatticamente la fase di non possesso continua ad essere la situazione in cui la SPAL si esprime con maggiore efficacia. La linea difensiva sembra aver trovato in Dall’Ara una buona guida, con i movimenti di reparto che sono sembrati sempre corretti nelle diverse fasi, garantendo scorrimenti e salite tempestive. Da rivedere gli automatismi sulla palle alte, soprattutto sui cross dal fondo, perché a più riprese si è avuta la sensazione di una marcatura mista (uomo/zona), o ancora in fase di rodaggio o frutto di differente letture individuali dei difensori.

Il centrocampo si è compattato bene in zona centrale, mentre sulle catene esterne è stata lasciata (magari volutamente) la costruzione al Santarcangelo fino alla linea di metà campo. Molto lavoro delle punte in fase di schermatura delle linee di passaggio e ripiegamenti, ma se tatticamente è ciò che ci si aspetta dagli esterni d’attacco, si è avuta la sensazione che il coinvolgimento di Carbonaro nella pressione su tutto l’arco offensivo gli tolga un po’ di lucidità e potenza, allontanandolo dagli ultimi venti metri.

In fase di possesso la SPAL sembra ancora un po’ divisa in due: a una fase di riaggressione che porta a un recupero palla dove difesa e linea mediana riescono a uscire con discreta fluidità – anche dalle fasi di pressione più intense portate dagli avversari – si contrappone una certa confusione negli ultimi trenta metri. In diverse occasioni la SPAL, dopo aver recuperato palla, si è potuta distendere in campo aperto (in un paio di circostanze anche in superiorità numerica), ma è mancata nel penultimo passaggio (quello che dalla linea mediana poteva attivare gli esterni in campo aperto), o nell’ultimo (alla ricerca della verticalizzazione verso la porta).

La ricerca degli esterni offensivi Barazzetta e Senigagliesi è stata costante, sia con palla lunga sia con sviluppo del possesso, ma entrambi gli interpreti, sebbene in una prestazione positiva, in certe situazioni sono sembrati incerti se andare all’uno contro uno o cercare un traversone immediato, probabilmente a causa di meccanismi ancora da rodare completamente.  È sembrata migliore la forma fisica, messa a dura prova da una giornata molto calda e da un avversario rapido.

La SPAL torna dalla trasferta in terra romagnola con tre punti alla fine dei conti meritati (una sola grande occasione concessa al Santarcangelo) e con la consapevolezza che ogni allenamento aiuterà a migliorare la condizione atletica e la conoscenza di un gruppo totalmente nuovo. In questo senso la partita di Coppa Italia di mercoledì 10 contro la Comacchiese potrebbe dare ai ragazzi di Di Benedetto la possibilità di continuare a lavorare sugli automatismi della gara, e verosimilmente dare spazio ai giocatori fin qui meno utilizzati, che potrebbero rivelarsi importanti anche per garantire delle varianti tattiche che potrebbero essere importanti nel resto della stagione.

 

— Andrea Coletta, 41 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.

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