L’attuale presidente della nuova SPAL, l’argentino Juan Martin Molinari, ha patteggiato una sanzione di 3 mesi e 15 giorni col Tribunale Nazionale della FIGC in merito ad alcune vicende che lo hanno interessato circa un anno fa, ai tempi dell’acquisizione di quote del Perugia Calcio. Molinari è stato socio di minoranza nel Grifo fino a luglio 2025. L’artefice della ripartenza sotto l’insegna Ars et Labor Ferrara ha quindi chiuso il procedimento assumendosi la responsabilità – assieme al presidente del club umbro, Javier Faroni – di una serie di irregolarità amministrative che erano state oggetto di attenzione da parte della procura federale.
L’inibizione implica il divieto di svolgere attività federali (per esempio firmare atti sportivi o avere ruoli di rappresentanza) e non è una vera e propria squalifica. Questa sanzione non inciderà comunque sulla quotidianità della nuova SPAL perché nel frattempo Molinari – fanno sapere dalla sede di via Copparo – “aveva scongiurato il rischio di inoperatività della società conferendo preventivamente apposite procure speciali notarili al dottor Filiberto Graziani e all’avvocato Marco Sabato“. Questo perché Molinari è fin dal principio e a tutti gli effetti il legale rappresentante della Ars et Labor (intesa come soggetto giuridico riconosciuto dalla FIGC) e del presidente nominato ad hoc – come dichiarato nella conferenza stampa del 15 luglio – ancora non c’è traccia. Sul tema non c’è mai stato mistero, parlano i documenti.
L’uomo d’affari argentino è sì socio al 50% col misterioso imprenditore Andres Adolfo Marengo, suo connazionale, ma dalle informazioni depositate in Camera di Commercio risulta come amministratore unico. Quindi Molinari è a pieno titolo il presidente della nuova SPAL, almeno fino a nuove comunicazioni che devono far seguito a una decisione dell’amministratore unico e del suo socio. E non risulta che Molinari sia mai più tornato a Ferrara dopo l’apparizione risalente al mese di luglio.
Per tornare al cuore della notizia: Molinari è stato sanzionato dalla FIGC per via di alcuni tecnicismi – comunque non di natura secondaria – legati all’acquisizione del Perugia Calcio. Nelle quattro pagine del dispositivo pubblicato dalla federazione vengono sottolineati diversi problemi:
1 – Documenti sull’onorabilità non depositati in tempo
Dopo il passaggio di quote, andavano inviati entro 15 giorni i documenti sull’onorabilità di Massimiliano Santopadre (nominato presidente onorario). La dichiarazione di onorabilità è un’autocertificazione richiesta ai dirigenti, collaboratori e presidenti di società sportive per dimostrare l’assenza di condizioni di incompatibilità o restrizioni alla libertà personale, essenziali per svolgere le proprie funzioni e mantenere il tesseramento o la carica. La società, secondo il TFN, ha trasmesso una lettera di dimissioni, ma non la documentazione richiesta sui requisiti di onorabilità. Per la FIGC questa parte è omessa.
2 – Prove di solidità finanziaria incomplete/tardive sulla catena dei proprietari effettivi
Per chi è entrato direttamente o indirettamente nel controllo del Perugia (tra cui Molinari, Faroni e tutta una serie di società registrate all’estero – Saia Investments Ltd, Sport Next Gen Ltd, Dilnay S.A., Beagle Capital Management LLC) andavano inviati i documenti che attestano chi sono i titolari effettivi e le relative garanzie economiche. Gli invii sono risultati tardivi nonostante proroghe concesse dalla apposita commissione tra fine ottobre 2024 e febbraio 2025.
3 – Comunicazione in ritardo della cessione del 90% delle quote
Il passaggio del 90% di Perugia Futbol S.r.l. a Sport Next Gen Ltd (27 settembre 2024, registrato il 22 ottobre) è stato comunicato oltre i 15 giorni previsti. Il club ha attribuito il ritardo a problemi nel reperire la copia dell’atto dal notaio, ma senza documentarlo.
4 – Mancata vigilanza
La FIGC imputa a Javier Faraoni, in qualità di presidente e legale rappresentante, di non aver vigilato affinché tutti i documenti (onorabilità e solidità finanziaria) fossero inviati nei termini. Contestazioni specifiche riguardano anche Molinari per la parte di documentazione dovuta come amministratore e soggetto nella catena di controllo.
Curiosamente un problema di natura simile aveva riguardato anche gli ex proprietari Joe Tacopina e Marcello Follano a febbraio 2025. Anche in quel caso c’erano stati ritardi e mancanze nella trasmissione di alcuni documenti importanti relativi ai passaggi di quote societarie.
Pur trattandosi di una vicenda riguardante un altro club, la notizia non fa altro che alimentare le perplessità di una parte di opinione pubblica sul progetto argentino. Molinari non è più tornato a Ferrara dopo la prima e unica conferenza stampa di luglio, mentre i suoi uomini di fiducia (Triulzi, Pradines, Piraino) hanno incontrato amministratori cittadini ed esponenti del tifo organizzato, escludendo invece ogni tipo di colloquio – formale o informale – con la stampa. Una delle spiegazioni fornite – attraverso terzi – ha alla base la necessità di concentrare ogni minuto possibile alla ricostruzione societaria e alla volontà di non fare alcun tipo di proclamo in un momento nel quale contano solo i fatti. A oggi l’unico dirigente che ha parlato pubblicamente con una certa regolarità è il direttore sportivo Mirco Antenucci.