Non siamo ai livelli manzoniani del matrimonio che non s’ha da fare, ma da fuori la sensazione è che tra l’attaccante Michele Cesario (1994) e la SPAL sia difficile intravedere un futuro insieme, almeno a breve termine. Il chiacchieratissimo (e assai prolifico) attaccante ha trascorso oltre un mese in prova col gruppo allenato da Stefano Di Benedetto, ma alla fine in casa biancazzurra s’è deciso di prendere ulteriore tempo prima di offrirgli (eventualmente) un contratto. I motivi? Fisici, tecnici, economici: c’è un’ampia scelta.
Cesario, di mestiere centravanti dotato di buona struttura, capacità di manovra e doti balistiche, era tra i pezzi pregiati del mercato-dilettanti di quest’estate. I suoi 26 gol in Eccellenza col Giulianova avevano spinto i giallorossi al piano superiore e secondo la stampa locale abruzzese aveva ricevuto diverse offerte – anche generose – dalla serie D oltre che da realtà di Eccellenza, salvo scegliere di farsi coinvolgere da Mirco Antenucci nel progetto di rinascita della SPAL. Di mezzo però c’è stato un fastidioso infortunio a un ginocchio che da fine marzo gli ha impedito di tornare al meglio della condizione atletica e per questo Cesario è stato aggregato in prova senza vincoli di sorta.
Stando ai racconti di chi l’ha visto in azione nelle ultime settimane al blindatissimo centro “G.B. Fabbri” (dove gli allenamenti sono sempre stati a porte chiuse), Cesario può essere considerato un calciatore complessivamente recuperato e che potrebbe senz’altro farsi valere in categoria, ma che dal punto di vista della brillantezza paga inevitabilmente un prezzo causato dall’ormai lunga assenza di ritmo-partita. Tanto che dopo un mesetto di studio reciproco società e calciatore si sono salutati con la promessa di riaggiornarsi presto, complice l’assenza di particolari vincoli temporali relativi al mercato. Anche perché mettere sotto contratto un elemento come Cesario implica dispiegare risorse tutt’altro che indifferenti per gli standard della categoria e se c’è una cosa che la nuova proprietà non vuole fare è investire risorse consistenti su un calciatore che presenta incognite significative.
Uno sviluppo raccontato così dai colleghi di “Chiaro Quotidiano“ e che trova confermi in fonti in casa SPAL: “Il 31enne bomber vastese a Ferrara è rimasto per quasi un mese, da inizio agosto fino alla scorsa settimana venendo seguito costantemente da staff tecnico e medico dei biancazzurri. Le non perfette condizioni fisiche, almeno per il momento, non hanno portato alla fumata bianca di un matrimonio che molti portali sportivi nazionali e quotidiani davano già per fatti con titoloni entusiastici pur mancando il comunicato ufficiale. Mai arrivato, Michele nello scorso weekend ha fatto ritorno a Vasto, e da martedì ha iniziato ad allenarsi agli ordini di suo padre, mister Roberto Cesario, con la Bacigalupo Vasto Marina. Vietato parlare di trattativa saltata ma è in stand by, le parti continuano ad essere in contatto costante a 500 km di distanza in attesa di ulteriori sviluppi“.
Da questo punto di vista alla SPAL sembrano essere moderatamente sereni al riguardo. A chi chiede forsennatamente l’innesto di un centravanti con caratteristiche diverse a quelle di Carbonaro (1989) e Gabriele Mazza (2004) viene risposto che sotto il profilo numerico la squadra ha tutto quello che serve per raggiungere gli obiettivi e allargare ulteriormente la rosa complicherebbe la gestione di mister Stefano Di Benedetto che già ora ha un gruppo XL (26 giocatori).
Anche per questo la suggestione di un ritorno di Gianmarco Zigoni (1991), svincolato dopo una prima metà di 2025 dimenticabile con la maglia dell’Union Clodiense, sembra essere più una romanticheria che una possibilità concreta. Zigoni, in biancazzurro dal 2015 al 2017 (101 presenze e 35 gol), ha fatto una chiacchierata di cortesia a fine agosto col suo vecchio compagno di squadra Mirco Antenucci, ma non è mai nata una vera e propria trattativa. Ci si è fermati alla raccolta di informazioni, anche perché la volontà di Zigoni è di proseguire la sua carriera tra i professionisti, magari anche a costo di aspettare il mese di gennaio. Per provare a convincerlo servirebbe un corteggiamento che per ora, alla SPAL, non hanno intenzione di avviare.