foto Filippo Rubin

Fra i tanti argomenti che il nuovo ds Sandro Federico ha toccato nel corso della sua conferenza stampa di presentazione c’è stato inevitabilmente quello della mancanza di un vero e proprio centravanti all’interno della rosa a disposizione di Stefano Di Benedetto.

Sabato la squadra ha dimostrato di essere una squadra di valore. Ne fanno parte calciatori che hanno nel curriculum campionati di serie C, serie D e alcuni casi l’Eccellenza. Io penso che ogni organico necessiti di 5, anche 10, partite per formarsi adeguatamente ed esprimere il suo potenziale. Tutti i calciatori necessitano di tempo e nelle prestazioni di alcuni di loro lo stiamo vedendo. Fin dal principio abbiamo voluto darci una linea che puntasse sull’organizzazione di gioco e sulla qualità e penso sia un’idea giusta, che ci porterà lontano. La punta arriverà, ma non è che l’ingaggio di un singolo giocatore può risolvere i problemi di una squadra in fase offensiva. Fossilizzarsi su questo secondo me è sbagliato. Stiamo lavorando da un po’ su questo genere di profilo ma non vogliamo farci condizionare dalla fretta perché la scelta deve essere quella giusta“.

Quella del 30 settembre è una scadenza teorica, ma che di fatto non rappresenta un ostacolo. Anche dopo la chiusura del mercato un calciatore può andare a chiedere la risoluzione del contratto e se questa viene concessa gli è consentito giocare con un’altra società già il giorno dopo. Questo è un problema per i dirigenti in generale e penso sia una legge abbastanza stupida perché crea problemi nella gestione del gruppo. Ma così funziona e ne siamo consapevoli da tempo. Vuol dire che fino al 30 marzo possiamo trovare chi fa al caso nostro“.

Capisco che i tifosi vogliano vederci stravincere il campionato. Ma noi dobbiamo essere freddi, attenti, cercare di non buttare i soldi nonostante la forza economica della proprietà. C’è sempre il rischio di andare a prendere un giocatore reduce da un infortunio e questo può diventare un problema. Cesario? È un ragazzo che conosco bene e che ho avuto quando ero direttore al Giulianova. All’epoca discussi con la proprietà proprio perché lo voleva cedere a settembre e invece io ho insistito per tenerlo, perché aveva qualità importanti e guarda caso ha fatto 26 gol in una squadra costruita da me. Con lui c’è un rapporto stretto e diretto. L’abbiamo fatto venire a Ferrara proprio perché volevamo vederlo sul campo, ma purtroppo nel periodo che ha trascorso con noi ci siamo accorti che la sua condizione non era ottimale e non potevamo permetterci di prenderlo a mezzo servizio. Pensavamo fosse più avanti nel suo processo di recupero. L’abbiamo sostenuto per un mese dandogli la massima assistenza anche dal punto di vista medico, ma ancora non era pronto per dare il suo contributo ed è questo il motivo per il quale è tornato a casa“.

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