Una SPAL vuota e senza idee viene sconfitta meritatamente dal Pietracuta per 1-0 al “Paolo Mazza”: i soli due punti raccolti dalla squadra di mister Di Benedetto nelle ultime tre giornate costano alla SPAL la vetta della classifica (ora condivisa con Sampierana e Mezzolara).
Per la sfida contro i rossoblù il tecnico mischia le carte sia in considerazione del triplo impegno settimanale sia di qualche acciaccato. Il 4-3-3 messo in campo vede Giacomel in porta, M. Chazarreta, Dall’Ara, Stoskovic e Mazzali in difesa, J. Chazarreta, Ricci e Prezzabile a centrocampo, Barazzetta, Gaetani e G. Mazza in attacco.
La gara ha sancito l’involuzione tattica, tecnica e mentale della squadra in entrambe le fasi di gioco. In fase di non possesso, anche contro il Pietracuta, la SPAL non ha sofferto particolarmente poiché gli scorrimenti e le scalate sono state tutto sommato positive. Assolutamente da rivedere però le uscite in pressione, che nelle ultime settimane hanno portato spesso la linea mediana fuori giri ed esposto la difesa a pericolose situazioni di inferiorità numerica. La difesa è apparsa meno precisa del solito, e ha pagato l’irruenza di Stoskovic, oltre a qualche lettura ritardata del resto del pacchetto difensivo. Gli attaccanti hanno arretrato la propria posizione a supporto della mediana in maniera sufficiente.
Ma è stato in fase di possesso che la SPAL ha fatto davvero una pessima prestazione. La costruzione dell’azione è partita costantemente dal basso e senza pressione (il Pietracuta ha mantenuto una linea di pressing molto bassa), ma ciononostante la palla ha sempre circolato con estrema lentezza verso le corsie esterne, dove Mazzali sembra essere in debito di ossigeno e forma e M. Chazarreta non ha dato sostegno all’azione offensiva, risultando molto superficiale in impostazione. Sulla mediana Prezzabile e J. Chazarreta sono stati lenti nel liberarsi della palla, attirandosi addosso il pressing dei rossoblù, mentre Ricci è stato costantemente triplicato, risultando inefficace in fase di possesso.
Per qualche ragione (difficile da comprendere) Di Benedetto ha confermato il tridente stretto visto contro il Mezzolara: questa soluzione facilita il gioco degli avversari che con tanta densità in zona centrale hanno gioco facile nel chiudere le linee di passaggio e tenere la linea difensiva alta. Lo svuotamento delle corsie esterne e il supporto quasi nullo degli esterni bassi privano la SPAL della possibilità di attaccare in larghezza, allentando la pressione in zona centrale. Non è un caso che la SPAL abbia creato due pericoli con conclusioni dalla distanza.
Tecnicamente la SPAL ha sbagliato tantissimo in costruzione: J. Chazarreta e Prezzabile sulla mediana hanno vissuto un pomeriggio di grande difficoltà, così come Dall’Ara e Mazzali sulla linea difensiva. Non meglio gli attaccanti, in particolare con Barazzetta che ha tentato in maniera assidua l’uno contro uno, quasi cercando gli avversari da dribblare come fosse una prova di slalom gigante della Coppa del Mondo di sci.
Anche dal punto di vista mentale la SPAL è sembrata imbambolata: era già successo agli spallini di andare in svantaggio, ma la reazione da grande squadra non si è vista ed i singoli si sono persi alla ricerca di falli o litigi che hanno, ancora una volta, favorito il Pietracuta nella sua opera di difesa del vantaggio. Nel bene o nel male la SPAL tornerà in campo mercoledì contro il Zola Pedrosa, di nuovo al Paolo Mazza, per gli ottavi di finale in gara unica della coppa Italia di Eccellenza.
La squadra che solo poche settimane fa sembrava aver ingranato la marcia giusta per iniziare un percorso importante sembra persa, e forse tatticamente ci si è preoccupati troppo in fretta di trovare delle variazione al tema tattico principale prima che ce ne fosse reale bisogno, peggiorando il rendimento. È necessario che Di benedetto torni a lavorare sulle certezze che la squadra aveva acquisito, sia in termini di uomini sia nell’applicazione tattica: avere una rosa di buon livello non vuole dire che la stessa sia in grado di digerire qualsiasi proposta, e un buon allenatore si vede proprio nel momento in cui la modifica tattica non porta gli esiti sperati.
È inoltre necessaria una crescita mentale del gruppo, perché le prestazioni con Solarolo, Mezzolara e Pietracuta sono lo standard che si dovrà affrontare, e forse con eccessiva facilità le prove dei portieri avversari e degli arbitri sono state individuate come alibi a un problema più profondo che è rimasto mascherato prima dello scivolone contro i rossoblù.
— Andrea Coletta, 42 anni, è allenatore UEFA B dal 2013 e negli ultimi anni ha lavorato come direttore tecnico in ambito dilettantistico.








