foto Filippo Rubin

Per la SPAL srl di Joe Tacopina si avvicina rapidamente il primo di una serie di passaggi fondamentali dopo il crac dell’estate 2025: lo scorso 1 dicembre è stato depositato presso il Tribunale di Ferrara un documento denominato “Progetto di Stato Passivo dei creditori e dei rivendicanti” in cui sono elencati tutti i creditori ammessi alla procedura che una volta si chiamava semplicemente “fallimento”.

Il lavoro del curatore Aristide Pincelli – che era stato nominato lo scorso 6 agosto dalla giudice Anna Ghedini – riassume tutte le domande di ammissione al passivo presentate dai creditori, stabilendo quali somme possono essere riconosciute e con quale grado di privilegio. Il totale per ora è di 17,6 milioni, ma secondo diversi avvocati dei creditori è destinato a salire ulteriormente nei prossimi mesi con altre richieste. Il buco creato dalla mancata iscrizione potrebbe facilmente avvicinarsi ai 20 milioni, ma sarà il giudice Mauro Martinelli a fare chiarezza già a partire dall’udienza prevista per martedì 16 dicembre alle ore 10.

Per ragioni di correttezza e privacy, questo articolo non riporta pubblicamente i nomi di dipendenti e creditori, salvo noti addetti ai lavori. Nonostante questo, cerchiamo di addentrarci in esso per coglierne i punti più importanti.

Cos’è esattamente questo documento
Il Progetto di Stato Passivo è l’atto con cui il curatore, dopo aver ricevuto tutte le “domande di insinuazione al passivo” (in parole povere, le richieste di soldi non ricevuti), ne verifica la correttezza formale, la documentazione allegata e la fondatezza giuridica. Una volta completata questa analisi, il curatore presenta una proposta al giudice, indicando quali crediti ritiene debbano essere ammessi, per quale importo (non per forza del 100%, come in alcuni casi) e con quale grado di privilegio. Il 16 dicembre 2025 si terrà quindi l’udienza di verifica davanti al giudice, che, sulla base delle richieste dei creditori e delle valutazioni del curatore, deciderà se ammettere, modificare o escludere definitivamente ogni posizione. Si tratta quindi di una fase determinante, che definisce il quadro ufficiale del passivo della procedura.

Quante sono e a quanto ammontano complessivamente le richieste dei creditori
Le domande di ammissione raccolte fino a questo momento sono 199, per un valore complessivo di 17.617.000 euro. Questa cifra, tuttavia, non rappresenta l’intero passivo. Diversi creditori, tra cui alcuni allenatori e ulteriori calciatori, hanno presentato domanda oltre i termini iniziali e verranno valutati nella seconda udienza dedicata ai depositi tardivi. Secondo le stime di fonti qualificate l’ammontare finale dei crediti potrebbe raggiungere i 19-20 milioni di euro, includendo le domande tardive e le posizioni che devono ancora essere integrate o confermate.

Chi verrà pagato prima e da dove arriveranno i soldi
Il documento consente di ricostruire anche l’ordine di soddisfazione dei creditori. La parte più consistente del privilegio riguarda come da norma di legge dipendenti e calciatori, che complessivamente vantano crediti per circa 3 milioni di euro. In altre parole calciatori e dipendenti saranno pagati per primi. Seguono i professionisti che hanno svolto attività per la società, con una stima di circa mezzo milione di euro, e lo Stato, che al momento presenta posizioni per quasi 5 milioni di euro. Infine, il restante passivo è rappresentato dai fornitori, che vengono per ultimi. Nel documento compare anche il Comune di Ferrara, che ha chiesto 1,2 milioni di euro.

Quali giocatori hanno chiesto i soldi
Tra i 199 creditori ci sono anche i giocatori che hanno giocato in prima squadra tra il 2023 e il 2025, alcuni ragazzi della Primavera e un paio di componenti dell’Accademia SPAL femminile. Tra i creditori figurano anche gli ex direttori Luca Carra e Alex Casella. Nella lista figurano anche calciatori che avevano lasciato la SPAL prima della mancata iscrizione come Alfonso, Buchel, Murgia e La Mantia. Gli importi richiesti sono riconducibili a retribuzioni arretrate, TFR, indennità previste dai contratti di lavoro sportivo, contributi previdenziali e imposte.

Da dove arriveranno i soldi
La soddisfazione dei creditori dipenderà da diverse fonti. Una parte delle somme spettanti ai dipendenti verrà coperta dal Fondo di Garanzia dell’INPS, mentre per i calciatori verranno utilizzati i fondi messi a disposizione dalla Lega. Tutto ciò che resta dovrà essere recuperato attraverso la liquidazione dei beni della SPAL, secondo un programma che sarà definito a gennaio 2026. Il piano di liquidazione comprenderà verosimilmente la vendita dei beni materiali, la cessione del marchio e dei diritti commerciali, l’incasso dei crediti verso altre società calcistiche, l’eventuale valorizzazione dei crediti futuri e l’esame di possibili azioni legali finalizzate al recupero di ulteriori somme. Si tratta di un percorso estremamente complesso, perché “sbloccare” i crediti dovuti da altre società sportive potrebbe richiedere una vera e propria battaglia legale e sul marchio il curatore sta agendo con moltissima prudenza per evitare speculazioni che potrebbero rendere difficile il suo utilizzo futuro.

Il quadro che emerge è quello di una procedura intricata, con un passivo consistente e una distribuzione dei creditori articolata. La definizione del programma di liquidazione e l’udienza del 16 dicembre rappresentano i prossimi passaggi decisivi per comprendere tempi e modalità di soddisfazione delle varie posizioni.

Lascia un commento