foto Filippo Rubin

Ospite alla puntata del 15 dicembre 2025 di Lunedì Sport su Telestense, il direttore sportivo Sandro Federico ha tracciato un quadro completo della situazione attuale della SPAL, analizzando sia l’ultima prestazione della squadra contro il Faenza sia il contesto societario a poco più di cinque mesi dall’insediamento dell’attuale proprietà.

Il dirigente biancazzurro ha affrontato senza esitazioni le criticità che hanno finora condizionato il cammino del gruppo affidato a mister Di Benedetto, che ha chiuso il girone di andata al secondo posto alle spalle del Mezzolara. Nel suo intervento il responsabile dell’area tecnica ha chiesto fiducia, cercando al tempo stesso di rasserenare gli animi in vista della seconda parte di stagione. Federico ha inoltre allargato lo sguardo al futuro della SPAL, delineando obiettivi futuri e possibili tempistiche.

FAENZA – “Siamo delusi dalla prestazione contro il Faenza, soprattutto dopo l’ottima prova fatta contro la Sampierana sotto l’aspetto dell’intensità e delle occasioni create. Non ci aspettavamo questo tipo di partita. Fortunatamente l’abbiamo recuperata al 92’ ma è come se l’avessimo persa perché la squadra, dopo tre partite ottime e tre vittorie consecutive, non può permettersi di offrire prestazioni di questo tipo e per questo lo abbiamo ripetuto più volte ai giocatori. Dobbiamo dare continuità sia di risultati sia di prestazioni: abbiamo un organico collaudato e sono tutti in una buona condizione e proprio per questo motivo prestazioni del genere non si devono vedere”.

“Non è tutto da buttare perché sono state fatte anche tante cose buone, la squadra è composta da tanti ragazzi in gamba e siamo stati fortunati in questo senso, visto il poco tempo con cui è stata allestita la rosa. Proprio per questo siamo delusi, perché ci aspettiamo tanto da questo organico e siamo convinti che nel girone di ritorno sarà totalmente diverso dato che abbiamo capito come bisogna affrontare questo campionato. In determinati campi bisogna adattarsi alle condizioni del terreno, all’avversario che si chiude e prova a farti giocare male e per questo noi dobbiamo adottare delle strategie per essere più efficaci”.

“Nell’ultima partita tutta la squadra ha fornito una prestazione negativa, nessuno escluso. Nel primo tempo abbiamo preso un palo con Carbonaro per andare sull’1-2, anche se avevamo fatto male per tutta la prima frazione di gioco. La sensazione però era quella di poter prendere in mano la partita e ribaltarla nel secondo tempo. Con il passare dei minuti invece l’incontro si è fatto più difficile e non riuscendo a sbloccarlo ci siamo trovati in difficoltà. Le partite vanno azzannate fin da subito, mettendo sotto l’avversario, perché anche il Faenza, che è una buona squadra, può farti del male ed è quello che poi è successo”.

REAZIONE – “La reazione l’abbiamo avuta con Pietracuta, Sant’Agostino, Solarolo, Mezzolara e infine domenica con il Faenza. Poi magari il risultato non ci ha premiati. Sia noi, come staff, sia tutta la squadra dobbiamo lavorare in questa direzione. Dobbiamo cercare di avere questa motivazione fin dall’inizio e non temporeggiare sapendo che prima o poi, grazie alle nostre qualità, un gol arriverà. Bisogna essere consapevoli che con il passare dei minuti e con gli avversari sempre più agguerriti verso fine partita può diventare difficile segnare. Se vogliamo aggiungere poi le condizioni e le caratteristiche di alcuni campi che non permettono di esprimere il nostro gioco diventa tutto più complicato. Ed è proprio qui che dobbiamo essere bravi a snaturarci. In settimana era stato fatto con il mister un lavoro in questo senso, per fare una partita completamente diversa rispetto alle nostre solite caratteristiche. So bene che non è nel nostro DNA fare lanci lunghi e giocare con palle alte, ma viste le qualità di alcuni nostri giocatori nel gioco aereo si può e si deve fare ciò quando ci si ritrova a giocare in campi non perfetti come quello di domenica scorsa”. 

CAMPIONATO – “La grinta in questo campionato è indispensabile. Le difficoltà maggiori sono quelle di trovare campi disastrati dove è difficile giocare a calcio, cosa che non succede in serie D o serie C. Il filotto di vittorie, cinque consecutive, è arrivato anche grazie alle trasferte giocate sul sintetico dello stadio di Budrio che sicuramente ci ha agevolati. Noi in questo senso ci siamo fatti sentire scrivendo una lettera alla LND: abbiamo richiesto, oltre a delle tribune decenti per i nostri tifosi, che le condizioni dei campi siano un minimo idonee al gioco del calcio. È assurdo che dopo quattro mesi lo stadio del Faenza porti ancora i segni del palio ed è per questo ci siamo permessi di farlo notare. Ci sono realtà come la nostra, che hanno investito tanto, ed è giusto che ci siano le condizioni minime per giocare e non doversi snaturare completamente come gioco perché lo spettacolo ne risente”.

MEZZOLARA – “Abbiamo grande rispetto per il Mezzolara: questo è il terzo anno che lottano per vincere il campionato, per due volte sono arrivati secondi, e ne conoscono molto bene le caratteristiche. Noi sapevamo già di dover lottare e soffrire, non abbiamo mai detto che avremmo dominato il campionato, anzi, ho sempre ribadito che sarebbe stato un torneo equilibrato. Se poi riesci a trovare subito una soluzione ai problemi, con i giocatori che abbiamo in rosa, puoi pensare di allungare sulle altre ma evidentemente non è stato questo il caso. Capisco le motivazioni degli avversari e si vede con quale grinta giocano contro di noi ogni domenica, ormai ci siamo abituati. Andiamo avanti e abbiamo grande rispetto degli avversari, ma se facciamo il nostro è chiaro che non ce n’è per nessuno. Dovremo lottare e ci sarà da soffrire nel girone di ritorno, ma sono sicuro che avendo una squadra più collaudata avremo sicuramente una condizione migliore rispetto ad inizio campionato e alla fine dirà di che pasta siamo fatti”. 

PRESSIONI – “Io credo che per tanti giocatori, a esempio Malivojevic che ha sempre giocato in Eccellenza, sia diverso giocare in società piccole con piazze senza aspettative e pressioni. Qui è tutto diverso perché la città è appassionata, la tifoseria è calda e c’è una grossa attenzione mediatica verso la squadra: tutto questo alza le aspettative e per un giocatore quando poi arriva il giorno della partita ne risente, perché non ci è abituato. Non è un alibi, ma tanti giocatori fanno fatica a trovarsi davanti a questo pubblico e ad estrarre il massimo delle proprie qualità. Non essendo abituati c’è stato bisogno di un po’ di tempo per abituarsi all’incitamento così caldo della tifoseria, la palla in questo stadio scotta quando ce l’hai tra i piedi. Adesso abbiamo superato questo tipo di problema, sfrutteremo l’incitamento del pubblico in questo girone di ritorno, avremo una partita in più in casa e adesso i ragazzi sanno che si devono lasciar trascinare dai tifosi e non esserne intimoriti”. 

OCCASIONI – “Noi concretizziamo poco per quanto creiamo in fase offensiva ed è capitato tante volte che i nostri avversari fossero bravi a capitalizzare sulle rare occasioni avute. Sono sempre dell’idea che l’importante è creare: sia arrivandoci attraverso una conclusione da fuori sia costruendo un’azione dal basso. L’importante è creare le situazioni perché alla lunga questo ripaga, non ho dubbi, sono preoccupato solo quando siamo sterili”.

APPROCCIO ALLA PARTITA – “Dopo 17 giornate inizi a capire e a conoscere meglio i tuoi giocatori e la tua squadra. Noi non abbiamo mai sbagliato la partita di cartello: con il Mezzolara abbiamo dominato e non abbiamo certo sbagliato l’approccio. Anche con la Sampierana e il Cava Ronco, squadre di alta classifica, abbiamo sempre fatto bene dal primo minuto e la squadra ha risposto presente. Probabilmente quando siamo troppo sicuri di noi e pensiamo di poter dominare la partita scatta quel senso di tranquillità che ci fa iniziare senza l’apprensione di dover segnare immediatamente. Ecco cosa dovremo cambiare completamente, perché qualsiasi avversario ti può creare dei problemi e quando vai sotto diventa difficile ribaltarla. Non possiamo arrivare a fare bene solo quando siamo messi alle strette. Già sabato prossimo in Coppa per noi è una partita fondamentale e sono sicuro che dopo una brutta prestazione i ragazzi tireranno fuori le loro migliori qualità. Matteo Piraccini è laureato in psicologia e, insieme al mister, lavora tutti i giorni in questa direzione, cerca di estrarre il massimo potenziale dai ragazzi in ogni condizione”. 

RESPONSABILITÀ DELL’ALLENATORE – “La responsabilità quando si perde o si vince è condivisa da tutti, non c’è un unico responsabile. Purtroppo quando c’è una partita storta si cerca un capro espiatorio a tutti i costi, ma anche quando c’è un errore tecnico evidente non mi piace attribuire colpe ed è per questo che molte volte sono io stesso ad attribuirmi le responsabilità. Attaccare l’allenatore sempre e comunque non è mai giusto perché è l’anello debole. Di Benedetto ha una passione incredibile e vive solo di calcio. Lui ha dato un’identità ben precisa alla squadra e gli si chiede di vincere sempre. Sono sicuro che ci arriveremo, ma nel frattempo bisogna continuare a dargli fiducia anche quando non si vince. Noi continueremo al suo fianco e non lo mettiamo minimamente in discussione. Io personalmente mi trovo benissimo con lui e sono convinto che ci darà grandi soddisfazioni. Ovviamente ogni giorno si lavora dove è possibile migliorare ancora qualcosa: adesso ha un organico completo a differenza di inizio campionato dove avevamo qualche difficoltà ad amalgamare il gruppo in poco tempo. Adesso basta solo avere calma e fiducia in lui per un avere un grande futuro per questa nuova SPAL”. 

NUOVI ARRIVI – “Piccioni e Moretti li ho avuti entrambi e sono due giocatori complementari, entrambi hanno ritrovato la condizione ottimale. Sono sicuro che ci daranno un grandissimo contributo perché sono ragazzi di personalità e abituati a vincere. Devono apportare questa mentalità a tutta la squadra. In base alle caratteristiche dell’avversario vedremo chi giocherà, perché ora abbiamo tante alternative. Con gli ultimi acquisti il nostro attacco ha un potenziale esagerato, dobbiamo sfruttare questo anche perché vogliamo vincere la Coppa”. 

COPPA ITALIA – “Non vediamo l’ora di giocare sabato perché vogliamo andare più avanti possibile. Come sappiamo al vincitore spetta un posto in serie D, ma soprattutto vogliamo confrontarci con piazze al di fuori dell’Emilia-Romagna: Taranto, Brindisi, Lucchese ad esempio e per questo riteniamo che sia una competizione interessante”. 

CESSIONI E ACQUISTI – “Stiamo valutando alcuni elementi in uscita. Gaetani potrebbe essere uno di questi perché davanti abbiamo tante scelte e per caratteristiche potrebbe trovare poco spazio. Abbiamo già parlato con lui e speriamo di trovare una soluzione adatta, c’è già un’idea, ovviamente dispiace, ma bisogna fare delle scelte. In cantiere c’è qualche altra partenza ma si tratta di giocatori giovani che non hanno mai giocato. Per Bassoli ed eventuali altri innesti stiamo valutando, perché siamo la SPAL e vogliamo arrivare a tutti i costi al nostro obiettivo: se capita la situazione giusta valutiamo caso per caso e non chiudiamo la porta a nessuno”. 

DIRIGENZA E OBIETTIVI – “Il presidente Marengo è una persona equilibrata e nelle difficoltà è sempre coerente. C’è un ottimo rapporto tra noi. Oggi o domani rientrerà in Italia, ma con lui c’è sempre un dialogo e ci chiede sempre qualsiasi tipo di dettaglio 24 ore al giorno sia che si trovi qui, sia in Argentina. L’obiettivo della dirigenza è quella di stabilirsi a Ferrara per avere un controllo maggiore e per stabilire un qualcosa di duraturo nel tempo, anche se garantisco che anche dall’Argentina tutte le partite vengono seguite in diretta. Molinari c’è stato in una fase iniziale, ora è più Marengo ad avere in mano le redini della società”.

“Ferrara ha le caratteristiche di una piazza del sud per quanto si respira calcio in ogni suo angolo, ci sono tutte le caratteristiche per aprire un progetto tecnico duraturo. La proprietà ha le idee chiare e stiamo lavorando per espandere il centro sportivo e avere un campo solo per la squadra femminile che ripartirà a giugno. Le idee sono tante e dobbiamo solo continuare a impegnarci per garantire a questa città una società attenta e brava a mantenere i conti in equilibrio. Questo per garantire una stabilità nel tempo per non far accadere ciò che è successo recentemente ed avere una nuova SPAL solida e duratura”.

TIFOSI E ASPETTATIVE – “Il seguito che ha questa squadra, lo stadio e il centro sportivo hanno avvicinato questa proprietà e si è partiti convinti che potesse essere la situazione giusta per costruire qualcosa di importante fornendo all’amministrazione comunale tutte le garanzie del caso. Siamo in ottimi rapporti con gli amministratori e abbiamo dimostrato la nostra serietà. L’obiettivo è tornare il più in fretta possibile tra i professionisti. Nell’arco di 4-5 anni vorremmo essere in serie C, ma si farà di tutto per accorciare i tempi al minimo. Ogni stagione partiremo con l’obiettivo di vincere: le aspettative sono alte e andiamo cauti, ma la forza economica per affrontare campionati di livello c’è e sarà messa a disposizione. Anche il settore giovanile verrà ricostruito e ci stiamo strutturando per poter fare arrivare qualche ragazzo in prima squadra, questo è l’obiettivo”.

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