Leaderboard Derby 2019

Al centro sportivo “G.B. Fabbri” ci sono un paio di SPAL che si stanno preparando per i playoff e una di queste è l’Under 17 guidata da Emiliano Corsi. I biancazzurri affronteranno il Lecco negli ottavi di finale, con la gara d’andata in programma allo stadio “Rigamonti-Ceppi” di Lecco domenica 11 maggio alle ore 16 e il ritorno una settimana più tardi a Ferrara. Un appuntamento al quale la SPAL è arrivata con un ottimo percorso durante la stagione regolare, che ha portato a un secondo posto nel girone B a pari punti col Vicenza.

Per capire cosa può riservare la coda degli spareggi abbiamo incontrato proprio mister Corsi, classe 1984 con esperienze nei settori giovanili di Parma e Lecce prima dell’approdo alla SPAL nel 2023.

Mister qual è il bilancio stagionale alla vigilia di questi playoff?
“Il bilancio è sicuramente positivo: quello che alleno è un gruppo che si conosceva già da anni e che aveva lavorato bene anche in passato. I ragazzi si sono sempre comportati bene e vedo tanta coesione, sia dentro che fuori dal campo, anche grazie all’amicizia che li lega da tanto tempo. Al di là del risultato in campionato il percorso è stato positivo, anche perché i ragazzi sono cresciuti molto grazie al lavoro e alla correzione di quelle piccole mancanze emerse durante l’anno. Siamo felici perché abbiamo dato spazio a tutta la rosa, segnato tanti gol con diversi interpreti: ciò dimostra che il DNA della squadra è offensivo. Inoltre abbiamo chiuso con la miglior difesa del girone che è sempre una bella soddisfazione”. 

Qual è la chiave per affrontare un campionato di alto livello come quello disputato dalla sua Under 17?
“La chiave è sicuramente partire da una base di lavoro solida, già impostata dagli allenatori negli anni precedenti, insieme ai ragazzi stessi, che affrontano il lavoro quotidiano e la partita della domenica con grande impegno. Noi, come staff, abbiamo poi cercato di mettere in pratica il nostro pensiero senza snaturarci più di tanto, grazie anche all’aiuto dei ragazzi che ci hanno sicuramente facilitato il compito. Non siamo mai andati alla ricerca ossessiva del risultato e abbiamo lavorato settimana per settimana andando a migliorare quelli che erano i nostri punti deboli. In parte ritengo che ci siamo riusciti”.

Oltre alla coesione del gruppo quali altri aspetti sono stati fondamentali per raggiungere i risultati che avete ottenuto in questa stagione?
“Confermo che essere amici e fare gruppo è un aspetto sicuramente positivo, ma è altrettanto importante che tra loro ci sia una sana competizione. Abbiamo cercato di spingerli a dare sempre il massimo in allenamento, a volte mettendoli l’uno contro l’altro per guadagnare un posto da titolare alla domenica. Al termine del percorso con l’Under 17 la loro carriera arriverà a un bivio e si affacceranno al calcio dei grandi. Per questo motivo la competizione ti porta a lottare e a mettere qualcosa in più dal punto di vista agonistico e, anche se sono amici, ognuno di loro vuole conquistarsi il posto in campo. In ogni caso questo è un gruppo che sa giocare a calcio e riesce a esprimersi al meglio quando cerca di costruire gioco”. 

Quali sono i valori che i ragazzi devono assolutamente avere per poter scendere in campo e che lei cerca di trasmettere con la sua esperienza?
“Dal primo giorno che abbiamo iniziato a lavorare insieme abbiamo usato una parola: ‘mentalità’. Per noi significa lavorare e andare avanti per la nostra strada con sacrificio, dedizione e impegno senza lasciarci condizionare troppo da una sconfitta, dal risultato di una singola partita o dal gol che fatica ad arrivare. I ragazzi hanno compreso anche cosa significa arrivare in spogliatoio mezz’ora prima dell’allenamento e restare qualche minuto in più alla fine: piccoli gesti che rafforzano ulteriormente la loro compattezza come squadra”. 

Per questi ragazzi come si può passare da un calcio più “spensierato”, come può essere quello delle U15 e U16, a uno in cui i dettagli contano sempre di più come nel campionato Primavera?
“Ormai, da questo punto di vista, cominciamo a considerarli dei piccoli uomini, perché il percorso nel settore giovanile sta per concludersi. Più precisamente stanno entrando nella fase di transizione verso il calcio dei grandi, anche se il campionato Primavera rappresenta ancora una sorta di via di mezzo. Ho comunque grande fiducia in loro perché quest’anno, dopo il periodo negativo vissuto al termine della sosta natalizia, abbiamo superato quei piccoli problemi e ostacoli che si erano presentati. Le difficoltà servono a tirare fuori quel qualcosa in più e a far capire loro che è il momento di iniziare a diventare un po’ più calciatori, a maturare come uomini e a lasciarsi alle spalle il bambino della scuola calcio o delle prime fasi del settore giovanile”. 

Nel campionato Under 17 è maggiormente importante curare l’aspetto tattico o quello fisico?
“Noi cerchiamo di lavorare a 360 gradi: durante la settimana suddividiamo ogni giornata in base a un aspetto specifico, utile alla preparazione della partita, come la fase di possesso con la conseguente transizione; oppure la fase di non possesso, mantenendo però sempre un approccio globale. Abbiamo avuto, in parte, la possibilità di preparare alcune partite anche dal punto di vista tattico, un aspetto fondamentale per i ragazzi, che iniziano a comprendere che, d’ora in avanti, una parte degli allenamenti sarà dedicata proprio a questo. Dal punto di vista fisico non siamo una squadra particolarmente strutturata per il campionato Under 17 e proprio per questo motivo prediligiamo giocare a calcio piuttosto che metterla sul piano atletico”.

In vista di questi playoff come sta lavorando la squadra? È cambiato qualcosa rispetto alla preparazione di una partita di campionato visto che sarà una doppia sfida con andata e ritorno?
“Per questa settimana non è cambiato nulla: ho visto i ragazzi molto tranquilli e anche noi allenatori abbiamo cercato di infondere serenità. Per tutti noi, comunque, l’emozione è tanta in vista di domenica. Negli ultimi giorni siamo riusciti a recuperare qualche giocatore infortunato e, visto che negli allenamenti siamo in 22, tutti si stanno impegnando alla morte. In questo momento non saprei proprio chi scegliere, lo dico davvero. Per un allenatore credo che sia la fortuna più grande avere tutti i ragazzi pronti a giocarsi una maglia da titolare. Ho sempre cercato di far giocare tutti, chi più e chi meno, e questo mi permette di tenere tutti sul pezzo. Anche i numeri lo dimostrano: su 28 partite ho schierato 27 formazioni diverse, a conferma del fatto che i ragazzi lavorano bene e ci sono state opportunità per tutti”. 

Parlando di singoli: quali sono i giocatori presenti della sua rosa per i quali si intravede un futuro interessante?
“Non voglio parlare di singoli, perché per me tutto il gruppo è composto da elementi validi che in futuro potranno affacciarsi a diverse categorie del calcio professionistico. Durante l’anno qualcuno si è ritagliato la possibilità di apparire in Primavera e segnare, altri addirittura in prima squadra. Ma, come dicevo prima, è il lavoro del gruppo che fa aumentare la qualità individuale. È naturale che ci sia chi segna di più, ma allo stesso tempo tutti, dai portieri fino ai difensori e ai centrocampisti, danno il loro importante contributo. Per me questo lavoro di squadra è più importante del valore del singolo”. 

Lei invece che ambizioni ha dopo due anni trascorsi alla SPAL?
“Per me stare alla SPAL, come ripeto al direttore De Gregorio dal primo giorno, è un motivo di grande orgoglio vista la storia che si porta dietro. Mi reputo già fortunato a essere qui, poi ovviamente dal punto di vista personale ho intrapreso un cammino che ha come obbiettivo il calcio dei grandi. So che non è facile, dato che ho già avuto modo di viverlo negli anni precedenti sia da collaboratore sia da primo. Ho delle ambizioni, ma non voglio illudermi, la cosa migliore penso sia vivere giorno per giorno e fare bene con le giovanili della SPAL nel presente”. 

L’ultima domanda riguarda la sua storica amicizia con Antenucci, nata ai tempi del Giulianova. Come vede la sua carriera fuori dal rettangolo di gioco?
“Io lo voglio vedere solo da amico (ride, ndr). Ogni tanto parliamo, ma non mi permetto di dargli consigli perché lui sa bene cosa vuole fare. Ha avuto una carriera strepitosa come calciatore e sono sicuro, augurandoglielo con tutto il cuore, che avrà un futuro roseo anche al di fuori dei campi da calcio, qualunque sia la carriera che deciderà di intraprendere”.

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