foto Filippo Rubin
Leaderboard Derby 2019

Dopo quattro anni finisce nel modo più ignominioso l’esperienza di Joe Tacopina da proprietario della SPAL. La società ha bucato la scadenza del 6 giugno per l’iscrizione alla serie C e per questo verrà automaticamente esclusa da qualunque campionato professionistico. Successivamente la FIGC finirà col revocare l’affiliazione alla matricola 71608, quella che nel 2013 era della Giacomense che poi si trasformò in SPAL per evitare una seconda stagione consecutiva in serie D priva di prospettive col nome di Real Spal.

La Ferrara sportiva si ritrova a fare i conti col terzo fallimento societario della SPAL del XXI secolo dopo quelli del 2005 e del 2012. La differenza principale sta nelle proporzioni dei due crac e nelle conseguenze che hanno generato. Nelle prime due occasioni le norme federali consentirono di ripartire rispettivamente dalla vecchia C2 e dalla serie D. Stavolta il massimo che si potrà ottenere è l’iscrizione di una nuova società al campionato di Eccellenza regionale. Lì la SPAL incontrerebbero Sant’Agostino, Mesola e Comacchio tra le altre. Per arrivarci però servirà un percorso in cui sarà indispensabile il ruolo dell’amministrazione comunale.

La situazione ha iniziato a precipitare nei primi giorni di giugno ed è arrivata velocemente al più terribile degli epiloghi. Nessuno, dai piani alti della dirigenza e fino ai lavoratori con mansioni di carattere maggiormente pratico, si aspettava una crisi così repentina e violenta. Quella di Tacopina e Follano non sembra un’operazione di affondamento programmata, per evitare di immettere altro denaro, altrimenti avrebbero chiuso i rubinetti molto prima. Basti pensare che il 16 aprile vennero messi a disposizione circa 1,5 milioni per saldare le scadenze federali utili a evitare penalizzazioni nel campionato 2025/2026. Per questo – ma non solo – l’incredulità è uno dei sentimenti che più frequentemente sono entrati in ballo nelle conversazioni con chi fino a oggi alla SPAL ci ha lavorato quotidianamente. Questo crollo viene definito senza mezzi termini stupido e insensato.

I motivi precisi di questo clamoroso passaggio a vuoto non sono dati a sapere per certo, ma sarebbero in parte riconducibili agli accordi tra Joe Tacopina e Marcello Follano sulle risorse da destinare ai conti della SPAL in questo periodo dell’anno. Alcune divergenze sulla portata dell’impegno economico da sostenere avrebbero accelerato la crisi. Resta da vedere se i due prima o poi vorranno parlare pubblicamente dell’argomento o se qualcun altro nella catena di comando – per esempio il dg Carra o il ds Casella – vorranno offrire qualche elemento per comprendere cosa ha portato il club a implodere in questo modo.

Nel frattempo c’è un dramma di carattere sportivo e occupazionale di portata gigantesca. Tutto il lavoro di settore giovanile e settore femminile va in fumo, mentre dozzine di lavoratori ora dovranno affrontare un doloroso percorso di recupero delle loro spettanze economiche e al tempo stesso ricollocarsi in qualche modo.

Nel nostro liveblog di venerdì 6 giugno tutti i dettagli sulla concitata giornata vissuta dalla SPAL

Il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, che ora dovrà governare il delicatissimo passaggio verso una nuova società, si è espresso così sull’argomento attraverso una nota ufficiale: Alan Fabbri, sindaco di Ferrara: “Quella che stiamo vivendo è sicuramente una delle pagine più tristi e amare della nostra storia sportiva. Non sono abituato a raccontare tutti i passaggi fatti fino a poco fa per evitare tutto questo, soprattutto quando si tratta di un tema estremamente delicato che richiede calma, lucidità e tempestività. In ogni caso sono abituato a uscire pubblicamente solo quando ho delle certezze, nel bene e nel male. Ci abbiamo sperato fino all’ultimo con diverse chiamate alla proprietà, che non hanno però trovato rassicurazioni. Infatti è notizia di poco fa che la SPAL non giocherà in serie C: una ferita profonda per tutta la città, di cui la SPAL rappresenta identità, bandiera e orgoglio. Questa notizia arriva come un fulmine a ciel sereno anche per noi. Insieme all’assessore allo sport Francesco Carità, nelle scorse settimane avevamo già incontrato la dirigenza, dopo l’ennesima stagione che — pur tra mille sofferenze — ci aveva regalato sul campo la possibilità di restare tra i professionisti. Proprio per questo avevamo chiesto sincerità e garanzie sul futuro del club. Voglio essere chiaro: ci è sempre stato assicurato, a più riprese, che non ci sarebbero stati problemi per l’iscrizione. Oggi però dobbiamo prendere atto che la proprietà non ha avuto il rispetto che la città e la storia di questi colori meritavano, con una straordinaria tifoseria, che non ha mai mollato neanche nei momenti di maggiore sconforto. Non si gioca con il cuore di una città intera. Questo è il tempo della delusione, della rabbia, ed è giusto che sia così per chiunque abbia a cuore le nostre radici e la nostra storia. Ma è anche il tempo di non perdersi d’animo. Come sindaco, e come cittadino, sento il dovere di mettermi da subito in campo con la mia squadra, insieme a chi vorrà esserci, per costruire un nuovo percorso per la SPAL. Dispiace aggiungere all’amarezza altra amarezza, per la solita parte politica d’opposizione che ha voluto strumentalizzare, anche oggi, un tema che avrebbe dovuto tenerci tutti uniti nella speranza, scaricando invece su di me la colpa del fallimento di una società privata. Lo fanno forse per un pugno di voti, che comunque non sarebbero arrivati, perché i ferraresi, anche i più arrabbiati, riescono a distinguere bene le responsabilità, riconoscendo che il Comune non può fare nulla, se non cercare un dialogo con la proprietà. Cosa che abbiamo sempre fatto, sia con la proprietà che con la tifoseria, anche se non lo raccontiamo pubblicamente. Ferrara non può e non deve restare senza la sua squadra. Serve unità, serve l’impegno di tutti: istituzioni, imprenditori, tifosi. Sarà dura, ma dobbiamo provarci, per rispetto di noi stessi, per il futuro dei nostri ragazzi che hanno creduto in un sogno, per non perdere un pezzo della nostra anima. In questo momento, il mio pensiero e la mia solidarietà vanno anche ai tanti dipendenti della società, alle famiglie che hanno appena appreso di non avere più un lavoro. A loro dico che non saranno dimenticati e che come amministrazione ci impegneremo per cercare ogni possibile forma di sostegno e di attenzione. Con dignità e con coraggio, come abbiamo sempre fatto, a testa bassa ci rialzeremo, guardando avanti“.

Lascia un commento


Hangar leaderboard