foto Filippo Rubin
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Ci vorrà tempo per capire cosa succederà alla SPAL. Quella di oggi rappresentata da Joe Tacopina e quella di domani che dovrà per forza nascere per ripartire dal dilettantismo. Lo scenario della prosecuzione dell’attività prospettato dal surreale comunicato di sabato 8 giugno non è realistico e i motivi sono presto detti: è estremamente improbabile che possano essere saldate tutte le somme mancanti fino al 30 giugno; è impossibile che l’amministrazione comunale possa concedere l’uso di qualunque impianto sportivo; è impossibile che tutti i tesserati, i dipendenti e i creditori in generale accettino di firmare un eventuale concordato; è impossibile che la Figc non apra dei procedimenti di giustizia sportiva nei confronti di Tacopina e Follano che vedrebbero entrambi inibiti per un lunghissimo periodo di tempo.

L’esclusione della SPAL dal calcio professionistico non sarà certificata ufficialmente dalla Figc prima di fine giugno, quando ci sarà il consiglio federale. Ma nel frattempo il sindaco Alan Fabbri, assieme all’assessore allo sport Francesco Carità, potrà muoversi per mettere le basi di una nuova SPAL che potrà ripartire al massimo dall’Eccellenza, ossia il quinto livello dell’ordinamento calcistico italiano. Se tutto ciò fosse accaduto anche solo nel 2024 o prima ci sarebbe stata la possibilità di ricominciare dalla serie D, ma le norme federali sono state modificate prima dell’attuale stagione.

COME FUNZIONA ORA?
Innanzitutto verrà avviato un procedimento che porterà all’interruzione delle due convenzioni per l’utilizzo dello stadio “Paolo Mazza” e del centro sportivo “G.B. Fabbri”. La scadenza naturale in entrambi i casi è al 2037, ma il Comune può intervenire in casi gravi come quello che si sta verificando. Non è un passaggio semplicissimo a livello tecnico e probabilmente richiederà un po’ di tempo, ma d’altra parte non c’è più un futuro per la SPAL srl. 

Al tempo stesso il Comune avvierà una fase di consultazioni per individuare i soggetti interessati a dare nuova vita alla SPAL come previsto dall’articolo 52 comma 10 delle NOIF (Norme organizzative interne federali): “In caso di non ammissione al campionato di Serie A, Serie B e di Serie C il presidente federale, d’intesa con il presidente della LND, previo parere della Commissione all’uopo istituita, potrà consentire alla città della società non ammessa di partecipare con una propria società ad un Campionato della LND, di almeno due categorie inferiori rispetto a quello professionistico di origine, anche in soprannumero, purché la stessa società:

a) adempia alle prescrizioni previste dal singolo Comitato per l’iscrizione al Campionato;
b) non abbia socie/o amministratori che abbiano ricoperto, negli ultimi 5 anni, il ruolo di socio, di amministratore e/o di dirigente con poteri di rappresentanza nell’ambito federale, in società destinatarie di provvedimenti di esclusione dal campionato di competenza o di revoca dell’affiliazione dalla Figc”.

Per arrivare a questo risultato verosimilmente verrà indetto un bando pubblico – un po’ come accadde a Livorno nel 2021 – per raccogliere tutte le manifestazioni d’interesse che dovranno poi tradursi in progetti messi nero su bianco, a partire ovviamente dalla solidità economica.

COME SI FA COL NOME E COL MARCHIO?
Inevitabilmente la società non potrà chiamarsi S.P.A.L. né utilizzare il cosiddetto “ovetto” perché questo è il nome che corrisponde all’affiliazione dell’attuale società dopo l’acquisizione del marchio storico nel 2013. All’epoca della prima esclusione (2005) il nome diventò SPAL 1907 e si presentò con un marchio diverso. Dopo la seconda (2012) il nome diventò Real SPAL, infine SPAL 2013 quando subentrò la famiglia Colombarini e prima della già citata acquisizione del marchio da Roberto Benasciutti (che lo deteneva dal 2005). Ci fu un periodo anche abbastanza lungo di attesa per tornare allo S.P.A.L. originario nei documenti ufficiali per via delle lungaggini burocratiche di questo tipo di richieste.

Il marchio, tema assai doloroso, resta agganciato all’attuale SPAL srl almeno fino a che non sarà chiaro cosa succederà sul fronte giudiziario. Stando alle indiscrezioni Tacopina non ha alcuna intenzione di mettere il marchio a disposizione della città. Se la società verrà tenuta in vita più o meno artificialmente per un periodo di tempo o riuscirà a passare dalla porta strettissima di un concordato preventivo con i creditori, solo Tacopina e Follano potranno decidere che farne. Se invece dovesse aprirsi una procedura fallimentare allora la palla passerebbe nelle mani del tribunale.

IL NODO ACCADEMIA SPAL
Agganciata all’orbita SPAL (quindi dipendente dall’attuale srl) c’è una società sportiva dilettantistica con un’altra matricola Figc (935002) che si chiama Accademia SPAL e che finora è stata utilizzata per l’attività giovanile e per il settore femminile. Non è ben chiaro se potrà continuare a esistere o che fine farà. Il presidente è Mauro Rotondi, ovvero il responsabile dell’attività femminile del club. Nell’organigramma poi figurano due consiglieri di cui uno con legami diretti con Tacopina.

QUANTO COSTA IL NUOVO CAMPIONATO?
Per partecipare in soprannumero all’Eccellenza andrà versato un contributo a fondo perduto di 100mila euro alla Figc, ai quali andranno aggiunti i costi di iscrizione al campionato (all’incirca 10mila euro) e quelli del personale, a partire dai calciatori.

In condizioni normali un campionato di Eccellenza a buon livello richiede un budget complessivo tra i 300 e i 400mila euro. Lo stesso Livorno citato precedentemente si presentò con un budget di 700mila euro e vinse agevolmente il suo girone con 10 punti di distacco sulla seconda classificata.

QUALI SONO I TEMPI DI ISCRIZIONE ALL’ECCELLENZA?
Il comitato regionale Figc dell’Emilia-Romagna non ha ancora reso note le scadenze, ma nel 2024 il termine perentorio era fissato al 17 luglio 2024. Non sarà molto diverso in questa estate. L’ultimo campionato è iniziato domenica 1 settembre.

 

 

ha collaborato Alessandro Orlandin

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